3 giorni di mobilitazioni contro la repressione e il governo Gutierrez
Il 16 Febbraio ha segnato l' inizio di tre giorni di mobilitazioni in tutto il paese contro il presidente Gutierrez e il suo piano per trasformare l' Equador in uno stato poliziesco al servizio degli interessi stranieri. Con un incredibile voltafaccia rispetto alla piattaforma politica che gli aveva permesso di andare al governo, Gutierrez ha dato il via libera ad uno sfacciato processo di militarizzazione della societa' equadoriana, attraverso ampie concessioni agli Stati Uniti in materia di infrastrutture militari e al terrorismo di stato contro l' opposizione indigena, che in larga parte e' stata artefice del suo successore elettorale.
Dopo il tentato omicidio di Leonidas Iza, portavoce dell' organizzazione indigena CONAIE, e con la popolarita' del presidente ridotta a meno del 15%, la protesta ha dilagato in 7 province del paese - le percentuali piu' alte si sono registrate nel Cotopaxi, provincia a sud di Quito - con marce, scioperi e blocchi delle principali vie di comunicazione del paese, come l' autostrada panamericana.
La repressione da parte dell' esercito si è fatta sentire nella provincia di Azuay, nel sud dell'’Ecuador dove circa 2 mila manifestanti dell'Unione delle Comunità Indigene dell'Azuay (UCIA) sono stati dispersi con lacrimogeni e proiettili di piombo. Il bilancio e' di 17 manifestanti feriti da colpi di arma da fuoco e di altri sedici che sono stati arrestati. Una donna, María Galvay di 63 anni è morta a causa dei due proiettili che l'hanno colpita allo stomaco.
A poco piu' di un anno dall' inizio Gutierrez si trova ad affrontare una fortissima ondata di malcontento sociale. Oltre alle proteste contro la repressione delle organizzazioni indigene, il governo ha incontratro fortissime opposizioni a progetti quali la famigerata 'legge sulla biodiversita', le privatizzazione di settori vitali come quello petrolifero, delle telecomunicazioni e dell' elettricita', la militarizzazione della comunita' amazzonica di Sarayacu. A questo si somma la crisi del settore pubblico che ha generato tagli ai posti di lavori e i numerosi scandali, tra i quali i presunti traffici clandestini di armi con le guerrigle colombiane, che hanno coinvolto elementi di spicco del governo.
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