Stragi ad oltranza
Israele spara e quando lo fa, lo fa sul serio: dai 12 ai 23 morti e oltre 40 feriti durante una manifestazione pacifica. Si parla di missili, da apache o da carro armato non ci e' dato sapere. Di sicuro si vedono esplosioni, spari e morti.
"Dobbiamo liberare la zona", dichiara l'esercito israeliano, "e non ci fermeremo". A Rafah la distruzione delle case deve andare avanti. Non bastano le quasi 2000 case distrutte dal 1995 a oggi, quando e' iniziata la costruzione del primo Muro sul confine con l'Egitto. Non bastano i Muri alti otto metri, le reti elettriche e le continue incursioni dell'esercito... "ci vuole pił spazio, per questioni di sicurezza".
E allora va bene anche sparare sulla folla. In tre giorni piu' di 40 morti. Non sono i primi e non saranno gli ultimi purtroppo. Da anni oramai Israele adotta la pratica di sparare prima di mirare e la scusa per l'informazione e' sempre la stessa "ci siamo sbagliati". Intanto i morti spesso e volentieri sono civili inermi: bambini, donne, uomini e anziani.
E se non ci sono vittime ci sono umiliazioni di ogni tipo: demolizioni, arresti e violazioni di tutti i diritti umani internazionali.
E noi, paladini della liberta' mondiale, inermi, guardiamo da 50 anni e inermi restiamo anche davanti alla costruzione di un Muro dell'Apartheid lungo oltre 700 km. L'Onu, bloccata dai veti e dalle astensioni americane, sforna risoluzioni su risoluzioni senza poterle applicare, la corte internazionale di giustizia, le associazioni per i diriti umani e le molte organizzazioni pacifiche presenti in Palestina da anni denunciano le sistematiche violazioni da parte Israele...
Ma si sa', quando c'e' di mezzo il "terrorismo" tutta fa brodo.
Aggiornamenti: Audio da Rafah 1 | 2|Aggiornamento 24 maggio
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