Guerra civile nella "Svizzera d'Africa"
Dall'inizio della rivolta militare del 19 settembre 2002, in Costa d'Avorio (en)
si contano già centinaia di morti (soprattutto tra i civili) e 200000
profughi costretti ad allontanarsi dalle loro residenze.
Dietro a quello che viene presentato come "l'ennesimo conflitto etnico del
continente africano" si celano situazioni interne ed internazionali ben più
complesse. Le tensioni religiose tra nord musulmano e sud cristiano e
animista non sono affatto l'elemento principale di questo conflitto, che
scoppia con violenti scontri ad Abidjan, la capitale commerciale del paese.
Nella stessa capitale le agenzie delle Nazioni Unite "appena i fondi saranno disponibili", avvieranno una postazione civile-militare nella citta'.
I ribelli (en) autoproclamatisi "Movimento Patriotico della Costa d'Avorio"
(MPCI), hanno poi attaccato caserme e armerie in tre città. Molte fonti
concordano nell'affermare che i militari ribelli non sarebbero più di 750,
appartenenti alla guardia personale del Gen. Guei (protagonista del golpe
del 1999), dei quali il presidente Gbagbo aveva disposto il licenziamento in
tronco. Restano dubbi sulla qualità dei loro armamenti, ben superiore a
quella dell'esercito ivoriano, e sulla rapidità della loro azione che li ha
portati a controllare circa metà del paese. I sostenitori di Gbagbo
ritengono che dietro la rivolta ci siano interessi stranieri e uomini fedeli
a Ouattara (principale oppositore del governo di Gbagbo).
La Francia, che ha forti interessi di origine coloniale per
concessioni petrolifere, idriche, elettriche e telefoniche, ha prontamente
spedito nel paese un contingente di circa 1000 uomini con il compito di
sgomberare i residenti francesi e statunitensi e di offrire supporto
logistico alle truppe governative.
Questo conflitto intestino si innesta su di una difficile situazione
economica che ha messo in crisi uno degli stati più ricchi del continente.
La Costa d'Avorio produce il 40% del cacao mondiale e circa 6 milioni di
persone sono occupate nell'industria del cacao. La caduta del prezzo del
cacao sui mercati internazionali ha provocato una forte recessione, che si
trascina ormai da più di due anni. Le ricette economiche consigliate dalla
Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale non hanno fatto altro
che aggravare l'indebitamento estero del Paese. Un elemento poco conosciuto,
ma che apre prospettive inquietanti, è quello del possibile interesse
statunitense per i giacimenti petroliferi del ricco golfo di Guinea. L'
assistente segretario di stato per l'Africa Walter Kansteiner ha avuto modo
di dichiarare : "è innegabile che il petrolio africano sia diventato per
noi di interesse strategico nazionale".
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