I Cie, il Male e la Paura (terza ed ultima parte)

qua e qua trovate le puntate precedenti. I Cie vengono spacciati per i luoghi necessari all’identificazione e al rimpatrio, ma in realtà hanno altre funzioni ben più importanti: politiche, poliziesche, economiche, simboliche. Servono agli Stati nazionali in crisi per dimostrare che hanno ancora il controllo del loro territorio e che sono ancora capaci di curare i loro cittadini rispetto alle ansie prodotte proprio dalle politiche ufficiali; servono al mercato del lavoro perché producono come una fabbrica “clandestini” pronti per l’uso, ricattabili e sprovvisti di diritti, servono in generale ai poteri della società di controllo nella quale ci ritroviamo a vivere perché sono laboratori di confinamento dove affinare tutta una serie di pratiche di gestione della popolazione estendibili anche ad altre categorie di individui.

 

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I Cie, il Male e la Paura (seconda parte)

Trovate la prima parte qua

In questo contesto i Centri di identificazione ed espulsioni (che hanno sostituito i Cpt creati nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano) sono perfettamente funzionali alla creazione di quell’estraneo verso cui è canalizzato il malcontento dei cittadini in particolare con l’approssimarsi di scadenze elettorali. I Cie dunque sono spazi in cui si costruiscono delinquenti, devianti e marginali per poter meglio applicare, senza resistenze e proteste degli elettori, quelle politiche di esclusione che hanno sostituito l’apartheid e che travalicano i muri fisici dei Cie per diffondersi nell’intera metropoli.

A cosa servono realmente questi moderni lager?

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I Cie, il Male e la Paura

In tre puntate pubblichiamo un approfondimento di Faber sul reale senso dei Cie, i centri di identificazione ed espulsione (ex cpt). Luoghi oscuri, attraverso i quali le genti italiche placano le proprie paure, ma che non servono a niente, se non a rendere la nostra coscienza ancora più nera.

LA MACCHINA DELLA PAURA (prima parte)

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Milano come Brescia. Contro la legge Bossi-Fini, contro la sanatoria “truffa”, per la chiusura dei Cie.

Oggi pomeriggio a Milano alle ore 17.00 si è tenuto un presidio di solidarietà ai 6 lavoratori immigrati che da Sabato scorso occupano il cantiere del metrò di V. Faustino a Brescia. Al termine del presidio, nove
immigrati sono saliti nel tardo pomeriggio sulla ex torretta “Carlo Erba”del Maciachini center, in Via Imbonati, angolo Via Bovio a 30 metri dialtezza.
Loro intenzione è rimanere sulla ciminiera finché non si trova una soluzione ad una situazione paradossale, che impedisce, secondo la circolare Manganellli (nomen nominis), di poter usufruire di un permesso di
soggiorno (in attesa di occupazione) per chi ha fatto la richiesta nella “sanatoria truffa” come colf e badante. Ma la battaglia, in solidarietà con Brescia, non si limita a questo. Le richieste sono tanto chiare quanto ragionevoli:
1. Allungamento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro, in seguito alla crisi economica;

2. Applicazione della direttiva 2009/52/CE del Parlamento Europeo o del Consiglio, 18, 18 giugno 2009, relativa al permesso di soggiorno per chi denuncia il datore di lavoro in nero o in condizione di super-sfruttamento;

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Giornata della violenza SULLE donne a Milano

Lo striscione incriminato

Lo striscione incriminato

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato nel suo discorso ufficiale che tra le donne italiane una su tre subisce maltrattamenti e soprusi. Mancano, nel conto di Napolitano, le botte che un gruppo di donne ha preso dalla polizia proprio durante il giorno della ricorrenza a Milano, in Piazza Cadorna.

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