MINIMA ET PRECARIA Istruzioni per Partite Iva

10410467_947633415270066_2954078484151181503_nDopo KEEP CALM AND FIGHT JOBSACT, proseguono gli Aperitivi Succosi a cura di SUC, San Precario e Rete Redattori Precari, con un nuovo incontro-dibattito a tema #PartitaIva.
Ci vediamo mercoledì 18 marzo alle 19 per l’aperitivo.
Alle 20 apriamo le danze col commercialista!

@ Piano Terra, via Confalonieri 3, Milano


#freelance #coworking #rerepre #precari #Jobsact #gestioneseparata

Si apre la stagione di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici precarie dell’editoria!

apri-gli-occhi-Webqsta-cultura-rende-schiaviWebOggi pomeriggio ci siamo presentati al Boookstore Mondadori di Corso Vittorio Emanuele, noi attivisti di San Precario insieme ai ReRePre  (Rete Redattori Precari), muniti di volantini e megafono per far conoscere ai lettori e agli impiegati delle librerie la realtà delle case editrici del gruppo.

“Sai come Mondadori tratta i suoi lavoratori?” era scritto sui volantini. “Il 50% dei lavoratori di Mondadori è precario, malpagato, sfruttato … Mondadori fa pagare la crisi ai suoi collaboratori, fregandosene della loro professionalità e della qualità dei libri”.

Infatti: da un censimento condotto dalla ReRePre nel 2012, si contavano circa 300  collaboratori precari nelle aziende di Mondadori Libri; a molti di loro, dopo anni di contratti a progetto illegittimi, quest’anno è stato chiesto di aprire una Partita Iva, e chi non ha accettato è stato lasciato a casa, senza nessun tipo di ammortizzatore sociale.

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Nasce a Piano Terra SUC – Spazio Ufficio Condiviso, il primo coworking solidale!

SUC_spaziouffcondivisoÈ tempo d’autunno, le vacanze sono ormai un lontano ricordo, ed è ancora  tempo di crisi: le aziende chiedono sempre più spesso ai propri lavoratori  di continuare a collaborare, sì, ma da casa, e la p. iva sta diventando il rapporto di lavoro più diffuso, soprattutto nelle professioni in campo creativo/cognitivo. Ormai i “freelance” sono più  numerosi dei dipendenti e l’esistenza di tutti è quanto mai precaria.
A Milano, e in tutte le grandi città, sono spuntati come funghi gli spazi dedicati al coworking: spazi in cui è possibile affittare una postazione di lavoro e fare “networking” con altri “liberi professionisti”. L’idea di lavorare insieme, e non nella solitudine delle nostre quattro mura, a noi della Rete dei Redattori Precari è sempre piaciuta; ma dover pagare per lavorare e socializzare, questo proprio no.

Così abbiamo pensato di fare a modo nostro, e a Milano è nato SUC – Spazio Ufficio Condiviso.

Se vuoi venire a conoscerci, esci di casa e vieni a Piano Terra (all’Isola, in via Confalonieri 3) ogni mercoledì dalle 10 alle 19.

Troverai lo spazio per te e il tuo piccì, connessione wi-fi, angolo riviste, bar-caffetteria e sportello informativo San Precario (alle 18.30).

Ti aspettiamo per condividere le ore di lavoro, scambiare saperi, materiali, idee e solidarietà. Precariamente insieme.

spazioufficiocondiviso@rerepre.org
oppure su fb ReRePre – Rete Redattori Precari

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Ribatti al “rebate”! (Lettera aperta a Ernesto Mauri)

15 settembre 2013

Scritto da Redattori solidali

Gentile Ernesto Mauri,
In risposta alla sua missiva del 26 agosto ai fornitori Mondadori, non possiamo che palesarle la nostra enorme stima per il grande coraggio dimostrato con la sua richiesta profondamente “irrituale”: chiedere indietro ai vostri fornitori il 5% di quanto fatturato grazie a voi nel 2013 (a fronte di un calo medio dei listini che nell’ultimo anno aveva già toccato un bel 30%).
E il modo in cui ha saputo sottolineare che in questo momento state anche decidendo a chi di loro continuerete a dar lavoro, e a chi no: un vero tocco di classe! Nel caso qualcuno non avesse ben chiaro il vostro potere sul mercato. Ma lei lo ha fatto per il bene degli azionisti Mondadori: insomma, avranno pur diritto ai loro dividendi, no?!
Perché noi la nostra buona parte di sacrifici l’abbiamo fatta e la stiamo facendo tuttora:
– molti di noi stanno rimanendo a casa perché non rinnovate più i cari vecchi contratti a progetto che utilizzavate già in modo illegale con la scusa che farci tornare nella legalità, secondo voi, sarebbe stato troppo dispendioso per l’azienda;
– quelli che rimangono, rimangono solo a condizione che accettino di aprire la partita iva (falsissima), per agevolarvi davanti agli ispettori del lavoro, davanti alla legge e davanti ai conti economici…
– oppure che accettino contratti interinali con condizioni e stipendi ai limiti della decenza;
– ovviamente, se vogliamo continuare ad avere un lavoro, dobbiamo firmarvi una liberatoria che vi permetta di sanare tutti gli anni in cui ci avete fatto contratti illegittimi. Ma certo, ci pagate per questa firma. Ci pagate, briciole, e solo successivamente ci date il lavoro. Per quanto, non è dato sapere;
– ci pagate meno di quello che dovreste, meno dei dipendenti che fanno il nostro stesso lavoro;
– non abbiamo alcun welfare, alcuna tutela in caso di malattia e gravidanza, alcun riconoscimento.

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50 sfumature di contratto