I neofascisti di Cuore Nero in raduno a Rho con la complicità del sindaco

 

Venerdì 13 e sabato 14 giugno si è svolto a Rho, in via Molino Prepositurale, un raduno nazionale di Cuore Nero, nota realtà milanese di matrice neofascista.
Questo fatto è gravissimo e rappresenta il tentativo della giunta di destra di dare agibilità politica a chi è abituato a ricorrere alla violenza contro tutto ciò che considera “diverso” predicando idee di odio, razzismo, intolleranza e antisemitismo.
Un indecente spettacolo fatto di simboli fascisti (come i vessilli della criminale Repubblica Sociale Italiana) o neofascisti (come le bandiere con croci celtiche, alcune volutamente affini alle bandiere naziste) con tanto di cori ed inni dal medesimo contenuto, tutti fomentatori di odio e intolleranza, ha fatto da cornice alla due giorni nella quale hanno preso la parola noti esponenti della destra eversiva italiana e si sono esibiti gruppi del circuito musicale portato recentemente alla ribalta dal documentario “Nazi Rock”.
La presenza nel territorio di Rho di soggetti che si dichiarano apertamente nazifascisti è chiaramente un problema di ordine pubblico. Basta pensare alle innumerevoli aggressioni e raid squadristici avvenuti negli anni a danno di migranti, omosessuali, attivisti politici o gente comune – è il caso di Nicola Tommasoli, il ragazzo di Verona ucciso alcuni mesi fa per non aver offerto una sigaretta a dei fascisti.
Zucchetti ha toccato il fondo. Per mesi ha chiesto incessantemente al prefetto di sgomberare la Fornace per motivi di ordine pubblico e adesso permette che a Rho abbia luogo un raduno del genere. Poco importa se l’area è di un privato, visto la solerzia dimostrata nel chiedere la chiusura della Fornace, anch’essa situata su un’area privata.
Negli ultimi mesi Rho è stata al centro di mobilitazioni e conflitti importanti. Sono stati fatti presidi, manifestazioni e iniziative contro la Fiera e l’Expo; in difesa degli spazi sociali; per la nuova sede del liceo Rebora; contro il razzismo (istituzionale) nei confronti dei rom.
Dopo lo sgombero della Fornace, la giunta manifesta tutta la propria voglia di rivalsa portando a Rho il raduno di Cuore Nero per dire che il vento sta cambiando. Ma non sarà così.
E’ importante che tutte le forze politiche e sociali di Rho non abbassino la guardia e si mobilitino per contrastare la deriva che sta prendendo questa città.

NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI, NE’ A RHO NE’ ALTROVE!
FUORI I FASCISTI DAI NOSTRI QUARTIERI!

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[update] Rho antifascista si ribella alla presenza di Cuore Nero sul territorio
[update] Imbarazzanti dichiarazioni “garantiste” di Zucchetti 
[update] Le testimonianze dei cittadini smentiscono il sindaco
[update] Le foto: [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9]
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Che cos’è Cuore Nero?
Cuore Nero è una nota sigla della destra neofascista milanese. 
Circa un anno fa Cuore Nero aveva cercato di aprire una propria sede a Milano, in viale Certosa 311 (quartiere Certosa-Garegnano), contro la quale si era subito attivata una mobilitazione trasversale di tutto l’antifascismo milanese.
Il Circolo Cuore Nero avrebbe dovuto raccogliere l’eredità della famigerata Skinhouse di via Cannero come punto di riferimento, nel cuore della città, degli ambienti della destra neofascista lombarda. Un agghiacciante arcipelago fatto di capi-ultrà della curva dell’Inter (come Alessandro “Todo” Todisco, leader degli “Irriducibili” nerazzurri, ex Azione Skinhead nonchè “imprenditore” della linea di abbigliamento militante “Calci e Pugni”), ex-terroristi provenienti dalla galassia dell’eversione nera (come Gabriele Adinolfi, ex Nar e Terza Posizione, amico del fondatore di Forza Nuova Roberto Fiore), picchiatori sanbabilini degli anni ’70 (come il fondatore della casa editrice “Orion” Maurizio Murelli, condannato a 11 anni per omicidio di un agente colpito da una bomba a mano durante un corteo dell’Msi nel 1973), vecchi e nuovi nostalgici, fino ad arrivare a personaggi che in questi anni hanno funzionato da ponte tra la destra più istituzionale e l’ala squadrista e militante del neofascismo (come l’ex candidato indipendente di An Roberto Jonghi Lavarini, detto “il barone nero”, ex presidente del consiglio di zona 3, promotore e primo finanziatore dell’operazione Cuore Nero, ma anche aderente alla “Fondazione internazionale generale Augusto Pinochet” e in rapporto coi neonazisti tedeschi della Npd). A pochi giorni dall’inaugurazione, il Circolo Cuore Nero è stato distrutto da un incendio.
Adinolfi, Murelli e Todisco sono presenti in Via Molino Prepositurale.

 

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