La Lega svende il territorio agli interessi di Fiera ed Expo, altro che “padroni a casa nostra”!

 

Questa settimana noti esponenti della Lega Nord di Rho ci hanno citato più volte e, quindi, ne approfittiamo per dire la nostra in merito alle affermazioni che sono state rilasciate alla stampa locale e che, come al solito, sono di una superficialità disarmante: “Quelli dei centri sociali imbrattano le città, gli zingari rubano, i rumeni stuprano, i migranti – loro li chiamano clandestini – delinquono, gli albanesi sono criminali”. Sparate del genere per certi versi sono le stesse cose che, quando la Lega si è affacciata sulla scena politica, dicevano dei calabresi, dei pugliesi, dei siciliani e di “Roma ladrona”.
Ricordiamo, in particolare alla città di Rho, che quando il sentimento della paura prevale nell’animo delle persone, per una società non si prospetta nulla di buono. Per questo motivo ci siamo adoperati per combattere questa pericolosa deriva ed abbiamo creato uno spazio autogestito di aggregazione giovanile e non solo, dove si poteva fruire gratuitamente di cinema, teatro, musica, arte, presentazione di libri, scuole di italiano per migranti, corsi di teatro cene e serate multietniche, iniziative di conoscenza e lotta legate alle grandi trasformazioni in atto nei nostri territori – TAV, Fiera, Expo – ma anche serate di informazione sui centri di detenzione temporanei per migranti (gli ex Cpt, oggi Cie) o su quanto accade nel mondo dal Messico alla Palestina. Da tutto ciò sono nate anche delle autoproduzioni: il video e il giornalino No Expo; il video sulla comunità rom rhodense stanziata nel campo di via Sesia; film e audiovisivi autoprodotti; opere di writers e street art.
Di tutto questo la Lega Nord o non si è accorta o, più probabilmente, non ha voluto vedere perché la sua idea di città non contempla spazi sociali, autogestiti da chi vive su questo territorio, ma solo manganello, ronde e telecamere.
Il novanta per cento delle dichiarazioni dei leghisti a Rho riguarda sempre lo stesso tema: i rom. Grazie alla notizia dell’abbattimento delle ville di S. Martino l’amministrazione è riuscita a coprire mediaticamente e a far passare in secondo piano l’ulteriore smantellamento del campo regolare di via Sesia, il cui progetto iniziale è stato ridimensionato perché parte dell’area era occupata abusivamente dalla TAV. A tale proposito, non ci risulta che la Lega abbia mai chiesto l’abbattimento di quel pezzo di alta velocità per ripristinare la legalità nel comune di Rho.
La Lega è molto semplicemente un partito razzista che agita come un’arma la questione della legalità che sono i primi a violare, come testimoniato da diverse sentenze di condanna per istigazione all’odio razziale inflitte a suoi esponenti anche a livello istituzionale – uno per tutti: Flavio Tosi, sindaco di Verona – e che soffia sul fuoco dell’insicurezza sociale per fare campagna elettorale. Raramente nei discorsi della Lega si parla di sanità e salute, di socialità, di lavoro, dell’emergenza abitativa, della sicurezza nei cantieri e sui posti di lavoro o delle infiltrazioni mafiose nelle grandi opere che il nostro territorio sta subendo. Padroni a casa nostra. Ma padroni di cosa?
Mai una parola sulla Fiera o sull’Expo, mai una parola sul consumo di suolo e la cementificazione, se non in termini generali e fumosi e guardandosi bene dall’andare contro i poteri forti. Del resto, come potrebbe essere diversamente? Anzi, vista la nomina di Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, quale vicepresidente di Fiera Milano e visto anche l’ingresso di Leonardo Carioni, presidente leghista della Provincia di Como, nel CdA della società che dovrà gestire l’Expo, la Lega si appresta a diventare sempre più una forza politica che, dopo aver svenduto gli interessi del territorio in cambio di qualche poltrona e fetta di potere, non potrà fare altro che seguire la propria vocazione xenofoba e neofascista.
Più che padroni, i signori della Lega ci paiono dei sudditi nei confronti dei potentati economici presenti sui nostri territori, succubi di scelte calate dall’alto che ai cittadini portano più disagi che benefici.
A noi della Fornace, quelli della Lega, forti con i deboli e deboli contro i poteri forti, proprio non piacciono.

 

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