Mayday 016

 

Il 1 maggio a Milano è Mayday! Appuntamento alle 15 in Porta Ticinese

 

Alle precarie e ai precari,
a tutto l’attivismo sociale, sindacale, metropolitano,
agli insubordinati e ai parasubordinati,
ai milioni di migranti e ai milioni di manifestanti,
ai ciclisti della città e ai contorsionisti della flessibilità

Così si apriva l’appello alla MayDay del 2003, quando la precarietà non era ancora diventata regola generalizzata e si riteneva riguardasse solo la parte giovanile della forza lavoro e della popolazione.
Da allora tutti si sono resi conto che le nostre non erano solo grida di allarme: sono arrivate le leggi sulla precarizzazione totale dei rapporti di lavoro, culminate nel Jobs Act, e, mentre tutti da un lato diventavano precari, con la riforma Fornero la pensione si tramutava in chimera.
E così, in balia delle politiche di austerity e dello smantellamento del welfare, del business delle guerre e della fame, delle devastazioni ambientali e dell’espropriazione delle risorse, le disuguaglianze tra ricchi e poveri sono cresciute in modo esponenziale, arrivando al punto in cui 62 persone posseggono la ricchezza di metà degli esseri umani, cioè di 3 miliardi di persone.
Viviamo quindi in un’Europa grigia che si trincea dietro a muri e filo spinato, seminando morte ai suoi confini e miseria al suo interno; in un’Italia in cui una cultura retriva nega i diritti lgbt; in un mondo di guerra contro interi territori e popolazioni e, soprattutto, in guerra contro la possibilità stessa di immaginare un mondo diverso.
Viviamo in una città dove il ‘decoro’ sembra essere la parola chiave di ogni politica sociale: i muri vanno puliti, i campi dove trovano rifugio i migranti in tutta Europa vanno sgomberati, la stazioni chiuse da cancelli di ferro e, se proprio non si può intervenire, si cambia nome alle cose, trasformando gli/le sfruttate in free lance e i/le giovani disoccupate in neet
Le enormi mobilitazioni di queste settimane in Francia contro la “Loi Travail” ci suonano in testa come un invito alla sveglia: ci ricordano che la lotta contro precarietà e disuguaglianze è l’unico vero strumento di resistenza e di alternativa e che quindi unire le lotte e pretendere reddito, diritti e vita degna contro precarietà e disuguaglianze è necessario e possibile.
In continuità con le motivazioni dello Sciopero Generale Nazionale del 18 marzo, da Milano leviamo un grido di rivolta: riaggreghiamo le realtà del conflittualismo sociale e trasformiamo il percorso di avvicinamento e la giornata della MayDay in mille occasioni di lotta, di critica irriverente, di riappropriazione metropolitana contro la guerra, le spese militari, le discriminazioni, contro le devastazioni dei territori, per l’autodeterminazione dei popoli e per la dignità di chi lavora, di chi studia, di chi abita (lavoro stabile e tutelato – reddito sociale garantito – scuola e università di qualità – diritto alla salute – uguaglianza per i migranti – diritto all’abitare – democrazia in azienda contro l’accordo truffa sulla rappresentanza).
L’origine del Primo Maggio ci richiama alla rivendicazione della riduzione dell’orario di lavoro e degli anni per il diritto alla pensione.
A testimonianza che rimane una giornata di lotta, viene promosso lo sciopero.

MAYDAY
Primo Maggio Milano
P.ta Ticinese h. 15:00

 

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