Stop TTIP & CETA! Serata di controinformazione

 

Giovedì 27 ottobre – dalle 20:00
STOP TTIP & CETA! Serata di controinformazione
SOS Fornace – Rho, via Moscova 5

Rilanciamo la giornata di mobilitazione contro le corporations del prossimo 5 novembre con una serata di controinformazione sui principali accordi commerciali negoziati dall’Unione Europea.

Dalle 20:00 aperitivo coi prodotti dei
GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) di Rho

Dalle 21:00 dibattito con
MARCO SCHIAFFINO
(Comitato Stop TTIP Milano)

Il TTIP e il CETA sono due accordi di libero scambio. Il primo è in fase di negoziazione dal 2013 tra UE e USA. Il secondo, tra UE e Canada, verrà firmato il prossimo 27 ottobre. Si tratta di due intese dirette ad eliminare ogni barriera che limita il commercio tra le aree geografiche coinvolte attraverso l’eliminazione del 99% dazi doganali – peraltro, già molto bassi -, un maggiore accesso ai rispettivi mercati e appalti pubblici da parte, soprattutto, delle multinazionali e l’introduzione di forme di coordinamento tra le normative com alla creazione di un’area transatlantica di libero scambio, anche attraverso l’eliminazione delle “barriere non tariffarie”, ossia quelle restrizioni costituite da licenze, standard tecnici, normative a tutela della sicurezza alimentare, dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, che impediscono l’ingresso di merci o la realizzazione di servizi all’interno di uno Stato, da parte di un produttore estero che non le rispetti.

Nel TTIP e nel CETA le multinazionali che operano su entrambe le sponde dell’atlantico giocano un ruolo fondamentale. I trattati – i cui negoziati sono condotti in gran segreto – dovrebbero rendere i mercati più aperti all’ingresso di merci e servizi e offrire condizioni più vantaggiose per gli investitori. In particolare, nel TTIP gli USA chiedono l’introduzione di una clausola di arbitrato (in gergo, ISDS) finalizzata a tutelare i profitti delle imprese attraverso pesanti sanzioni economiche ai governi, nei casi di controversie tra investitori e Stati. Questo significa assegnare alle multinazionali – le uniche in grado di sostenere i costi proibitivi di una causa di questo tipo – un potente strumento per dissuadere qualsiasi assemblea legislativa dall’introdurre normative più avanzate a tutela dei diritti delle persone. Una multinazionale potrà considerare una “barriera non tariffaria” l’introduzione di minimi salariali, il calmieramento dei prezzi di beni e servizi fondamentali, l’approvazione di norme più stringenti a tutela dell’ambiente e della salute, il divieto di coltivare determinate sementi OGM o di importare carne trattata con ormoni e stimolanti.

L’ingresso è ovviamente gratuito
Siamo a Rho in via Moscova 5

 

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