Teatro in Fornace: “Please mind the G.A.P. Gioco d’Azzardo Patologico” di E. Gerli, con I. Toffanin e E. Gerli

 

Domenica 25 maggio – h. 21:30
Teatro in Fornace
PLEASE MIND THE G.A.P. GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
E. Gerli, con I. Toffanin e E. Gerli
SOS Frnace – Rho, via Moscova 5

Associazione culturale “Meno per Meno” presenta:

Please Mind the G.A.P.

Gioco d’Azzardo Patologico
di Ermes Gerli
liberamente tratto da “Giocati dall’azzardo. Tra mafie, illusioni e povertà” di Cristina Perilli
con Ileana Toffanin e Ermes Gerli

Video e slide rielaborati da Davide Riva e Manuel Colombo
Tecnico luci, suoni e video: Marco Casari

PLEASE MIND THE G.A.P.

A partire dal quaderno Giocati dall’azzardo. Tra mafie, illusioni e povertà che Cristina Perilli ha scritto per Libera ed edito da La Barriera, lo spettacolo si presenta come un viaggio ironico e disincantato nel mondo del Gioco d’Azzardo Patologico.

Mind the G.A.P. prende le mosse dai dati raccolti negli ultimi anni, secondo i quali l’Italia è il primo paese in Europa per la spesa dedicata al gioco d’azzardo: ben oltre 87 miliardi di euro! Il 2,2% della popolazione adulta italiana, si presume sia a rischio, se non addirittura già “vittima” della patologia (GAP, Gioco d’Azzardo Patologico). Il gioco d’azzardo è gestito dall’agenzia dei Monopoli di Stato, ma le mafie hanno trovato terreno fertile nel business dell’azzardo che arricchendosi sulle spalle di chi gioca, semina povertà e disperazione.
Da queste considerazioni nasce la volontà di un lavoro di sensibilizzazione socio-culturale ed il gioco teatrale diventa così uno strumento per la divulgazione e l’approfondimento delle dinamiche legate al gioco d’azzardo.
Partendo dalla consapevolezza che il vertiginoso aumento di numero di giocatori e somme giocate coinvolge tutti senza esclusione di età, sesso od estrazione socio-cultirale, ci rivolgiamo alle scuole con la convinzione che la prevenzione debba passare primariamente dai ragazzi e dagli educatori.
Lo spettacolo è rivolto ad un pubblico di “non addetti ai lavori” e, quindi, non dà nulla per scontato, ma parla con semplicità ed in modo diretto a chi ha voglia di ascoltare, comprendere e diventare cittadino attivo nella lotta contro la diffusione del gioco d’azzardo e delle mafie che di esso si servono per arricchirsi e “riciclare” il denaro proveniente dalle loro attività criminose.
Lo spettacolo si articola in otto scene, attraversate da personaggi più o meno bizzarri: così assistiamo ad un dialogo tra Mafia e Stato, impegnati a lavare i panni più o meno sporchi dei loro guadagni, una signora Italia un po’ decrepita, ma molto compiaciuta, un circense che improvvisa una simpatica lotteria tra gli spettatori…
Perché tutti possono essere sia protagonisti che spettatori in questa performance.
Un gioco di finzione che consente il rispecchiamento e sollecita reazioni a più livelli: dalla riflessione su quelle forme di pensiero che portano a dire “smetto quando voglio”, al pensiero indignato di chi per un’ora si immerge in dati, immagini, statistiche e verità scomode e inquietanti, che fanno uscire dalla sala con la rabbia e la voglia di chi vuole cambiare qualcosa.

 

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