Bergamo – Si è tenuto ieri, mercoledì 4 novembre, un presidio fuori dal tribunale di Bergamo, dove era in corso la prima udienza del processo per la morte di Mamadou Lamine Thiam, detto Bara. La vicenda risale al 23 luglio 2017 quando Bara, senegalese residente ad Almè, di soli 20 anni, precipitò in un burrone in circostanze poco chiare. Secondo le indagini il ragazzo scavalcò il guardrail finendo nel precipizio poiché era inseguito da 3 persone, a seguito di un diverbio avvenuto in una sagra che si teneva nel paese di Ubiale. Le tre persone sono attualmente accusate di aver causato la morte del ragazzo a seguito del reato di violenza privata, oltre che di omissione di soccorso: infatti il corpo del ragazzo è stato trovato soltanto il giorno dopo, e i tre aggressori ripresi dalle telecamere non hanno comunicato alle forze dell’ordine che era accaduto il fatto.
Molto sono i punti oscuri della vicenda: alcune testimonianze asseriscono che Bara fosse stato allontanato dalla festa poiché spacciava, o per aver rubato un portafoglio. Ma gli amici in modo unanime smentiscono questa ricostruzione: Bara non era un pusher, né un ladro. Inoltre, le scarpe del ragazzo sono state trovate a parecchia distanza da dove verrà poi rinvenuto il corpo; al momento, i fatti di quella drammatica notte sono al vaglio degli inquirenti.
Un altro episodio accaduto recentemente fa pensare che ci sia qualcuno che non vuole fare luce sulla vicenda: la lapide che era stata posta dagli amici e dalle amiche sul luogo della morte è stata distrutta. Su Facebook è nato recentemente un gruppo, “Verità e giustizia per Bara Mamadou Lamine Thiam”, per mantenere alta l’attenzione e pretendere che venga fatta piena luce sulla vicenda; ieri si è svolto un presidio fuori dal tribunale, mentre era in corso l’ udienza, insieme alla sezione bergamasca del movimento Black Lives Matter.
La richiesta delle persone che hanno partecipato al presidio, dei familiari di Bara, dei suoi amici e amiche è che venga fatta giustizia, che emerga la verità, che la morte di un ragazzo non venga dimenticata, ma si faccia piena chiarezza. Questo presidio è solo il primo di una serie di eventi che il gruppo ha intenzione di organizzare, per sensibilizzare la popolazione riguardo a questa brutta storia e stare accanto alla famiglia di Bara.