Cile - Fine dello sciopero della fame dei prigionieri politici nella sezione di massima sicurezza del CAS

Colettivo Prigioneri Dissidenti dal Capitalismo

Ai nostri fratelli organizzati, ai nostri amici anticarcerari, agli antiautoritari, ai nonsottomessi e ai dissidenti dal capitalismo:

Vi comunichiamo che questo lunedì 12 gennaio, dopo esserci incontrati un paio di volte con il capo dell'Unità del CAS, maggiore Toro, abbiamo deciso di porre fine allo sciopero della fame che noi -Marcelo Dotte ed Esteban Huiniguir- portavamo avanti da 64 giorni ed io -Axel Osorio- da 50 giorni.

Questa decisione l'abbiamo presa dopo una valutazione delle nostre reali possibilità e del contesto che si è venuto a creare, ovvero la fine dello sciopero della fame da parte dei nostri fratelli e compagni in Argentina ed anche della coordinadora de ex -combatientes nelle sezioni della ex-penitenciaria. D'altro canto non potevamo non considerare le mobilitazioni e gli sforzi cospirativi effettuati con il fine di premere per una rapida uscita dalle condizioni vilmente mantenute dai nostri carcerieri. Ed è così che la gendarmeria cilena, dopo i colpi ricevuti (riferimento all'azione esplosiva ai danni proprio della gemdarmeria - ndt), si è affrettata a rompere gli indugi in meno di una settimana per superare questo visibile scoglio che dava loro fastidio. Allora, quest'accordo che in pratica rappresenta un vero avanzamento per il miglioramento della nostra condizione di rei di questo Stato di polizia ci garantisce, nell'arco di un mese in modo che la gendarmeria effettui i movimenti amministrativi ed umani che ritiene necessari, il trasferimento al carcere di Alta Sicurezza tutti insieme e in un modulo non definito. Nel frattempo, il regime per i colloqui continuerà con delle restrizioni, ovvero solo con i familiari diretti, mentre una volta al mese attraverso l'assistente sociale potremo vedere un familiare non diretto, oltre al diritto ad un colloquio coniugale, cioè lo stesso regimne di colloqui che può avere un qualsiasi detenuto nel CAS. Da considerare le condizioni in cui ci troviamo adesso (22 ore di reclusione in celle 3x2 e colloqui in uno spazio ristretto) in questa sezione di massima sicurezza. Comprenderete, così, che gli obiettivi proposti all'inizio di questo sciopero sono stati ottenuti quasi tutti, nonostante non si sia riusciti a rompere con l'evidente annullamento sociale che secondo la gendarmeria ha il fine di cercare un concreto reinserimento del reo pericoloso nella società, nella famiglia e lontano dai tanti mali e dalle amicizie perniciose.

Tuttavia, da parte nostra continuerà a esserci il tentativo di evitare di mostrarci come esseri umani isolati, scomparsi senza senso, dimostrando l'eloquenza di una punizione che specula sulla nostra distruzione; pertanto, gli sforzi per eliminare queste imposizioni... continueranno.

Infine ci verrà consentito, previa presentazione di progetti, di frequentare corsi lavorativi ed educativi, a seconda del grado di rischio che valuterà la gendarmeria, in base allo status di questo tipo di carcere.

Comunque sia, noi reiteriamo davanti a tutti la non smentibile perversità delle autorità della Dirección Nacional de Gendarmería, del Departamento de Seguridad e del ministero di (In)Giustizia che non hanno mai permesso un avvicinamento ai nostri familiari ed ai rappresentanti per far loro presenti le richieste che noi stavamo sollecitando. La qual cosa dimostra le inamovibili e irrevocabili decisioni e posizioni di un potere pernicioso ed assurdo che giustifica, nella simmetria delle sue vendette, la punizione e la criminalizzazione della protesta popolare. Per noi sono solo giudici e procuratori codardi e maggiori e colonnelli vincitori di dubbie battaglie contro soggetti che, come uniche armi per affrontarli, hanno il proprio corpo e la propria veemenza.

D'altro lato quest'organizzazione rivoluzionaria che nasce da tali conflitti sociali quando gli interessi dei potenti nel loro arrogante sopruso evidenziano e acuiscono quest'assurda realtà, in particolare in tutti i luoghi più ostili della struttura capitalista, come sono le carceri, questi movimenti -appunto- si potenziano per via di molti sforzi spontanei che noi, senza dubbio, riconosciamo come i veri responsabili di questo avanzamento. Ringraziamo sia la solidarietà scritta su carta e sulle mura, così come quella che ci è giunta attraverso l'azione diretta, con tenerezze, affettuosità, echi e messaggi.

Salutiamo i nostri compagni in Argentina e la coordinadora de ex – combatientes con i quali, malgrado le distanze e le mura che ci separano, abbiamo mantenuto quest'impetuosa superbia in virtù della dignità e contro il carcere e i suoi carcerieri.

A liberare tutti i prigioneri politici mapuche, cileni e internazionalisti!

Contro la montatura giudiziaria e poliziesca: solidarietà e azione che arde e scoppia!

Mapuche, nonsottomessi, libertari e anarchici: per le strade!

29 marzo: Gioventù combattente, Insurrezione permanente!

Colectivo Presos Disidentes del Capitalismo

Sezione massima sicurezza del CAS

Esteban Huiniguir

Marcelo Dotte

Axel Osorio

Gio, 22/01/2009 – 15:52
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