Resistir es vivir
Lo scorso primo di ottobre la fabbrica Zanon ha festeggiato il suo
primo anno
di occupazione.
Quando l'anno passato ci fu la minaccia di chiudere la fabbrica e di
licenziare tutti i lavoratori, gli operai scelsero di occupare e dopo quattro mesi di lotta, di rimettere la fabbrica di ceramica piu'grande di tutto il Sudamerica in produzione "bajo control obrero", sotto controllo operaio.
La settimana scorsa la Zanon è stata assediata [ 1 | 2 | 3 ] con lanci di pietre e minacce da parte di una banda di mercenari, strumentalizzati in pieno stile fascista da Montes, un ex dirigente del sindacato ufficiale, lo stesso sindacato che in linea con la politica padronale ha avallato i licenziamenti e la chiusura dello stabilimento, e che fu cacciato dai lavoratori all'inizio del conflitto e accusato di frode, falsificazione di firme e falsa gestione dei fondi.
Era dall'epoca nera della TriplaA che questi metodi non erano più
utilizzati e adesso questo tipo di repressione e' palesemente di nuovo
all'opera.
E come fu allora, anche oggi fra i bersagli dell'offensiva fascista
c'è quello del diritto all'informazione, con il tentativo di mettere a tacere i media che stanno raccontando cosa sta accadendo, ufficiali o indipendenti che siano, minacciando
con fatti e parole giornalisti e mediattivisti.
Ma i 270 operai della Zanon continuano a produrre nella loro fabbrica e mediattivisti e giornalisti a fare informazione.
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Martedi', 15 novembre, ci sara' la presentazione da parte di Luigi Zanon di
un piano economico per riavviare la fabbrica. Chiaramente, se venisse
accettato, velocizzerebbe molto la causa giudiziaria tra Zanon e gli operai
della fabbrica.
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