Repressione contro i consumatori di sostanze
Lo stralcio al ddl Fini sugli stupefacenti è legge. Entrata in vigore sotto tono, nel black out informativo dei media, elimina la distinzione tra droghe leggere o pesanti e ridefinisce in senso repressivo il reato di spaccio, alzando a dismisura la durata della pena.
Consumatore o spacciatore non fa più differenza. Possedere sostanze eccedenti la dose minima consentita, coltivare canapa per uso personale o passarla agli amici viene punito con condanne dai 6 ai 20 anni di carcere. Si apre un florido mercato per le comunità terapeutiche private. Avranno l’autorità per garantire davanti a un tribunale lo stato di tossicodipendenza del soggetto, ruolo sino ad oggi esclusivo appannaggio del servizio pubblico. Queste “imprese” riceveranno contributi statali in relazione al numero di reclusi presenti nelle proprie strutture o nei carceri per soli tossicodipendenti da esse gestite. E’ evidente il conflitto d’interessi che si sviluppa, avendo le comunità un vantaggio economico a certificare e prendere in gestione il numero più alto possibile di “pazienti”. Inoltre la normativa ex-Cirielli, recentemente approvata, aggrava ulteriormente gli effetti del decreto proibizionista inasprendo le condanne in caso di recidiva e impastoiando l’applicabilità delle misure alternative al carcere.
Nell’immediato l’incompletezza del testo di legge, non predisponendo parametri per la soglia minima, espone decine di migliaia di consumatori alla discrezionalità del giudice.
La commissione incaricata di redigere le famose tabelle e definire “il peso” dell’uso personale è stata nominata appena 2 settimane fa, composta da undici esperti scelti dal governo. Tra questi spiccano in negativo personalità legate ad AN come Nicola Carlesi e Andrea Fantoma, con trascorsi di dirigenti dell’Antidroga. Come non aspettarsi il peggio, visti anche i quantitativi ridicoli suggeriti dal primo disegno di legge? Un’interrogazione parlamentare è stata presentata al Ministro della Salute per sapere quali criteri si siano utilizzati nel decidere la composizione della Commissione e conoscere le date in cui verranno formalizzati gli esiti del lavoro.
Oltre 4 milioni di consumatori, specialmente di cannabis, rischiano di finire in galera a rovinarsi la vita a causa di una legge ideologica e criminogena, spot elettorale della destra. Per ribadire il rigetto di questa “war on drugs” all’italiana si stanno organizzando numerose mobilitazioni locali, che sfoceranno l’11 Marzo a Roma nella street parade nazionale indetta dal Movimento di Massa Antiproibizionista.
Appuntamenti: 11 Marzo a Roma: Conferenza indetta da Confini Zero | Street Parade MDMA | manifesto Street Parade
Trasporti: Treni ed autobus per Roma 11/03 dalle varie città italiane
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