L'europa minore allude a forme di vita dis/identitarie e dis/topiche. L'europa minore non è un luogo o un non luogo ma un passaggio.
Ma non è la vita stessa un passaggio?
Se sì, lo è solo a bordo dell'ultimo modello di veloce berlina super-accessoriata. E se non puoi permettertela dovrai (!) ballarne la colonna sonora. Anche solo ascoltarla (o sentirla passare alla fermata dell'autobus).
Sottrarsi a questo disegno non è sottrarsi al neo-liberismo; è piuttosto sottrarsi alla vita. E subirne la sottrazione, morire.
I profughi, i migranti, che - pur in parte - condividono lo spostamento nello spazio con le merci, merce non sono. Il migrante non ha un valore oggettivo, una propria dignità d'uomo. L'essere umano che si sposta è estraneo perchè estraneo al mercato, se la necessità che lo muove non è quella comune e condivisa della macchina della produzione. I bambini in fin di vita che fanno capolino da ogni scena di guerra proposta dai telegiornali non si muovono a tempo, sono scoordinati. Spesso l'unica colonna sonora della loro sofferenza è il commento asettico di un giornalista che di lì a poco li finirà con un "cambiamo argomento". Quel "voltiamo pagina" li precipita in fono alla classifica di gradimento, oltre il centesimo posto nelle charts...
italy.indymedia.org/news/2002/10/92404.php
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