EUROPARADISO O EUROMOSTRO?
Del progetto Europaradiso, mega struttura turistica proposta nell'area di Crotone, se ne è parlato molte volte negli ultimi tempi.
Un progetto che porterebbe sviluppo e ricchezza secondo i suoi sostenitori mentre distruggerebbe una delle poche aree naturalisticamente ancora integre della costa ionica, secondo i suoi detrattori.
Sicuramente un progetto che, se realizzato, avrebbe un impatto sull'ambiente circostante notevole. Ecco un po' di cifre per avere un'idea delle sue dimensioni: estensione su sei chilometri di litorale, strutture per accogliere 60 mila turisti, pari alla popolazione di Crotone, una città composta da hotel a cinque e sei stelle extra lusso, ristoranti, campi da golf, beauty farm, parchi acquatici, piscine, Disney village, aree commerciali e zone verdi nonché uno stadio per 20-30mila spettatori.
Un'opera mastodontica, un'idea di offerta turistica nuova: volo aereo, vitto e alloggio a prezzi bassissimi e tantissimi servizi opzionali a pagamento. Europaradiso è il progetto ideato dal Madpit Group, gruppo internazionale di imprese che fa capo all'imprenditore israeliano David Appell.
Il signor Appell nel 1998 non pensava ancora a Crotone ma aveva messo gli occhi sull' isola greca di Patroklos, a sud di Atene.
Il buon Appell desiderava trasformare in tempi brevi l'isola in un villaggio vacanze e per questo motivo aveva costituito, secondo la ricostruzione della la magistratura israeliana, una lobby politico-finanziaria per spingere il suo governo a fare pressioni su quello greco al fine di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie alla sua speculazione immobiliare.
Alla fine il progetto è stato rigettato, Appell ha rivolto il suo benevolo sguardo verso le coste calabresi e intanto è indagato, nel suo paese, per tentata corruzione.
Nel frattempo la trattativa tra il gruppo israeliano e le istituzioni politiche calabresi continua tra via libera e stop.
Il comune di Crotone approva, nel mese di giugno 2005, un atto di indirizzo che dà il via alla predisposizione di quella variante al piano regolatore generale cittadino necessaria per la costruzione di Europaradiso e accelera il suo inizio, la Regione si dice favorevole ma chiede la valutazione di impatto ambientale e dichiara la zona Zps ( zona di protezione speciale) secondo le direttive comunitarie.
L'iter di approvazione dell'Europaradiso appare comunque lungo e travagliato perché la zona scelta per la realizzazione delle strutture, la foce del fiume Neto, è zona talmente pregiata dal punto di vista naturalistico che, più volte negli scorsi anni, si era parlato di trasformarla in parco regionale, ed è protetta dall'Unione Europea in quanto Sic, sito di interesse comunitario, nonché Zps.
La foce del Neto è nelle rotte migratorie di almeno 100 diverse specie di uccelli e area di nidificazione di alcuni animali particolarmente protetti, come la tartaruga caretta caretta.
Ma il problema di un simile progetto non è legato solo alle particolarità naturalistiche della zona scelta, questo mega - progetto pone numerosi dubbi anche dal punto di vista economico.
Da più parti ci si chiede che senso abbia una struttura che può ospitare 60.000 persone quando in Calabria e a Crotone gli alberghi già esistenti restano, secondo le cifre ufficiali, vuoti 6 giorni su dieci.
Ma soprattutto ci si domanda che senso abbia una tale struttura invasiva per il territorio, un intervento mastodontico, sproporzionato, alla Las Vegas.
Il turismo in Calabria dovrebbe utilizzare le strutture già esistenti, mettere al centro la ripresa dei centri storici dei tanti paesi deserti e bellissimi.
Un turismo che sfrutti ciò che già abbiamo, che faccia conoscere le bellezze culturali, paesaggistiche della regione, fatto di tante strutture ricettive di piccole dimensioni ma ramificate in opposizione, quindi alla logica immobiliare, degli enormi paradisi artificiali californiani che sottende Europaradiso.
Di grandi opere in Calabria si è morto, abbiamo visto miliardi inghiottiti da progetti sulla carta mai realizzati ( Liquichimica di saline: 2000 miliardi di lire mai aperta), abbiamo assistito a furti e rapine dei soldi pubblici della 488 da parte di uomini d'affari senza scrupoli, politici consenzienti e silenti, popolazioni speranzose di un cambiamento e puntualmente disilluse.
Le masse popolari calabresi hanno continuato ad emigrare mentre nei "palazzi" si discuteva di Crotone, del porto di Gioia Tauro, del ponte sullo stretto, dell'area industriale di Lamezia Terme e Corigliano.
Oggi chi propaganda Europaradiso agita i migliaia di posti di lavoro che si creerebbero tacendo che le mega opere in Calabria hanno solo creato migliaia di disoccupati di lunga durata.
Che una mega struttura alberghiera ucciderebbe tante piccole realtà turistiche esistenti.
Che conosciamo fin troppo bene quali siano le condizioni dei lavoratori stagionali del settore turistico calabresi per credere nella nuova favola Appell: 600 – 800 euro per 14 ore di lavoro al giorno a nero.
L'inganno è sotto gli occhi di tutti, Appell è uno speculatore noto, la zona è protetta ma tutto ciò non impedisce che la classe politica calabrese propagandi il progetto, mettendo a nudo tutta la sua pochezza, perché propagandare 10.000 posti di lavoro è una buona campagna elettorale.
E' più che mai necessario, quindi, che siano le masse popolari calabresi a opporsi a questo progetto,
non facendosi abbindolare dalle false promesse, Europaradiso non è una opportunità ma un pericolo per lo sviluppo della nostra Regione.
Dovremmo opporre in maniera articolata un idea di sviluppo alternativa ai mega progetti calati dall'alto;
parlare di sviluppo autocentrato, uno sviluppo rispettoso del territorio, della sua vocazione naturale, della cultura delle sue genti.
Per chi in queste settimane vacanziere è stato un po' in giro ha potuto vedere Caulonia ballare sotto le stelle, Joppolo respirare in un piccolo paradiso di piante tropicali, sagre, concerti in piazza, mare, spiaggia, le gole del Raganello e i boschi della Sila.
Tante iniziative organizzate dai giovani nei vari paesi calabresi che per 11 mesi all'anno rimangono terra di vecchi e bambini, momenti bellissimi di partecipazione collettiva. Abbiamo tutto questo da salvaguardare e per cui lottare, una politica ambientale da promuovere e sviluppare, il diritto ad un lavoro stabile e dignitoso.
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