ancora sulla vicenda ennio remondino e chiusura di rai balcani
Remondino e il fratello P2 1816...
Cacciare Remondino e magari fargli una ricca offerta economica per farlo uscire dalla Rai non è casuale, non è solo una questione di posti nelle corrispondenze estere per la destra e nemmeno un gioco delle tre carte per portare soldi da un'altra parte. Remondino è uno di quei giornalisti formalmente non elencati nei proclami di Berlusconi ma ben segnati sulle liste di proscrizione che lo staff di Berlusconi ha compilato da 15 anni a questa parte e che ora sono sempre sul tavolo del "capo" in bella evidenza.
Remondino, infatti, non è solo un pericoloso giornalista "comunista", ma è uno dei pochissimi cronisti italiani che non ha girato le spalle dall'altra parte sul caso P2.
E' da lì che bisogna ripartire, dall'estate del 1990, quando Remondino intervista 'agente della CIA Brenneke che ricostruisce i torbidi rapporti con la P2 per la destabilizzazione in Italia. Quel famoso "piano di rinascita democratica", per intenderci, che oggi trova riscontro puntuale e quotidiano nell'opera del governo Berlusconi, a partire dall'obiettivo indicato in quel piano come "dissoluzione del servizio pubblico radiotelevisivo".
Remondino allora fu attaccato in prima persona da Cossiga. Le inchieste di Remondino furono il detonatore per la cacciata di Nuccio Fava - che aveva avallato tutti i servizi giornalistici di Remondino - dalla direzione del TG1, dove, guarda caso, gli subentrò Vespa. Fava era stato già cacciato ai tempi della scoperta degli archivi di Gelli a Villa Wanda e sostituito con l'interim di Fede. I piduisti non si distraggono mai, e il fratello cavaliere con tessera P2 1816 si distrae meno degli altri.
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