Decreto sicurezza pronto mercoledì. Romania: "No alla xenofobia"
fonte repubblica.it
Da Bucarest nuove proteste: "Non consentiremo sentimenti antiromeni in Italia"
Maroni vedrà i colleghi della Giustizia, degli Esteri, Difesa e Politiche comunitarie
Nel pomeriggio il ministo degli Interni ha incontrato il sindaco di Roma Alemanno
ROMA - Tempi strettissimi per il nuovo pacchetto sicurezza. Le misure più urgenti faranno parte di un decreto legge di immediata esecuzione che sarà approvato probabilmente già mercoledì prossimo. Le altre misure andranno invece a comporre un disegno di legge che seguirà l'iter parlamentare. Punto essenziale della nuova normativa sarà l'introduzione del reato di "immigrazione clandestina". Un giro di vite che secondo il ministro dell'Interno Maroni sarà "rispettoso delle norme dell'Unione Europea", ma che ha già messo in allarme Bucarest.
"Attraverso la cooperazione con le autorità italiane non consentiremo che i romeni onesti in Italia siano lesi e che nascano sentimenti antiromeni e xenofobi nella Penisola", ha fatto sapere il ministro della Difesa romeno Teodor Melesanu. "Siamo convinti - ha proseguito - che esista un reale interesse affinché le relazioni tra Romania e Italia, che sono ottime, siano protette dalle conseguenze negative di certe misure che potrebbero danneggiarle", ha poi precisato Melescanu, ricordando le circa 25.000 imprese a capitale italiano in Romania e "il contributo dei romeni che lavorano in Italia al Pil della Penisola".
Il compito di tranquillizzare Bucarest è toccato quindi al ministro degli Esteri Frattini. "Le espulsioni di massa non ci possono essere", ha chiarito il titolare della Farnesina. "La linea del governo romeno - ha aggiunto - è giusta, i romeni onesti e che lavorano sono necessari all'economia italiana, quelli che non rispettano la legge devono essere puniti come sarebbero puniti severamente in Romania".
La materia comunque è complessa e tocca diverse competenze. Tra gli interventi principali, l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, la sospensione del Trattato di Schengen, l'apertura di nuovi Cpt, l'allungamento di tempi di trattenimento in questi Centri dagli attuali 60 giorni a 18 mesi, residenza concessa solo a chi ha un reddito minimo, stretta sui ricongiungimenti familiari, allontanamento per i comunitari che hanno la fedina penale sporca, espulsioni più facili per gli extracomunitari. Ad affrontare i dettagli dei provvedimenti sarà domani una riunione alla quale oltre a Maroni prenderanno parte i ministri della Giustizia Alfano, degli Esteri Frattini, della Difesa La Russa e delle Politiche comunitarie Ronchi.
Oggi invece Maroni ha visto il sindaco di Roma Alemanno, facendo sapere che "l'incontro è stato molto utile e io sono convinto che il mondo delle autonomie locali, i Comuni, i sindaci, sono fondamentali per contrastare ogni forma di illegalità". Domani Maroni riceverà al Viminale il sindaco di Milano, Letizia Moratti e in seguito incontrerà il presidente dell'Anci Leonardo Domenici.
La collaborazione delineata dal precedente governo con i patti per la sicurezza, secondo Maroni, "è la strada giusta, ma per Roma, Milano e altre città, i patti sono rimasti sulla carta, alla loro stipula non è seguita un'azione incisiva di attuazione. Noi vogliamo invece collaborare per garantire un più ampio livello di sicurezza per i cittadini" e ha aggiunto: "Non appena il pacchetto sicurezza verrà approvato la prossima settimana, avremo gli strumenti giuridici operativi per iniziare una collaborazione stretta, che ha come obiettivo l'eliminazione dell'illegalità nelle città".
Niccolò Ghedini, il consigliere più fidato del premier sulle questioni giuridiche, definisce il reato d'immigrazione "un messaggio che va dato" così "i clandestini avranno la certezza che, una volta condannati e buttati fuori, quando torneranno finiranno in carcere senza sconti e ciò avrà un'efficacia dissuasiva".
A sinistra, Sergio Chiamparino, ministro "ombra" per le Riforme del Pd e sindaco di Torino, si allarma per i Cpt che, da centri di permanenza, diventeranno centri di detenzione. In giornata è intervenuto anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che, intervistato da La Sicilia, sulla possibilità di utilizzare i militari nelle zone più calde del Paese come la Calabria e la Campania, ha affermato che "Se l'esercito può essere utile anche per compiti interni si vedrà, è una possibilità che al momento non mi sento di scartare perché la sicurezza nel Paese è prioritaria".
(12 maggio 2008)
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