Delta del Niger - Su resa del Mend e amnistia | Antecedenti

fonti: ansa - upstreamonline

Negli ultimi tre anni, in seguito ai frequenti attacchi portati a segno dal Mend, la produzione di petrolio nel Paese e' scesa da 2,6 a 1,7 mln di barili al giorno. Gli interessi delle multinazionali petrolifere e del governo locale sono stati seriamente compromessi da attacchi, sabotaggi e sequestri, mentre villaggi e postazioni degli insorti sono stati oggetto di frequenti raid delle milizie filoimperialiste.

Le autorità hanno intavolato una trattativa con alcuni leader del Mend che prevedeva l'amnistia per i militanti catturati in cambio dell'interruzione del conflitto. Se tre dei quattro principali esponenti del Movimento, Dagogo, Tompolo e Ateke Tom hanno accettato l'offerta governativa, l'autorevole portavoce Jomo Gbomo ha annunciato la prosecuzione del conflitto annunciando che "la nuova fase della nostra campagna inizierà presto".

Dagogo invita invece i militanti ancora in armi a riflettere sull'opportunità di intraprendere la via del dialogo con le istituzioni, mentre la falange non propensa alla conciliazione attraverso le parole di Gbomo avverte della fuoriuscita dal Mend di Dagogo e dei suoi uomini.

E' evidente come in scenari quali quello del Delta via sia posto per corruzione e interessi da clan, e altresì esplicita la volontà di alcuni insorti di non arrendersi al copione preparato da governo e imperialisti.


mercoledì 16 settembre 2009

fonte:www.portametronia.it

«Il governo usi questo tempo per fare la cosa giusta, senza parlare di pace mentre arma l’esercito per una guerra che non potrà mai vincere», scrive Gbomo. Secondo l’ASRP di Washington, l’esercito Nigeriano “si starebbe preparando ad un’offensiva su vasta scala alla scadenza del cessate il fuoco”.

Secondo le indiscrezioni filtrate dall’African Security Research Project, di Washington e pubblicate da diverse agenzie, il direttore Daniel Volman ha scritto in un rapporto di pochi giorni fa, che nel Delta del Niger si prepara «un’offensiva su larga scala alla scadenza del cessate il fuoco».
Non sarebbe la prima offensiva, ma stavolta, secondo Volman, i militari nigeriani si sarebbero preparati meglio. Soprattutto, avrebbero ricevuto nuove armi e consiglieri militari, in particolare dalla Russia e da Israele, ma anche da Singapore, dalla Malayisia e dall’Olanda. Le nuove forniture militari comprendono motovedette adatte a muoversi velocemente tra le paludi del Delta, aerei senza pilota per la sorveglianza e la ricognizione, nonché elicotteri d’attacco e da trasporto truppe. Il rafforzamento militare potrebbe essere all’origine della decisione di alcuni capi minori del Mend di deporre le armi. Secondo il governo nigeriano, almeno tre mila guerriglieri di diverse fazioni si sarebbero arresi. Secondo le stime ne resterebbero tra quindici e ventimila.

Il Comunicato con cui il Mend estende di 30 giorni il cessate il fuoco e mette in guardia il governo dallo scatenare un’offensiva dopo l’acquisto dei nuovi armamenti.
“Il Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (Mend), ha esteso il suo cessate il fuoco unilaterale, che è scaduto alla mezzanotte del 15 settembre 2009, di 30 giorni.
Il comunicato è firmato dal portavoce Jomo Gbomo.

Il Mend non riconosce un’amnistia, che non è basata su nessun dialogo che affronti, come prima cosa, in modo costruttivo e alla radice i problemi che hanno originato i disordini del Delta del Niger.

Noi abbiamo quindi deciso di continuare a combattere, perché le ragioni che ci hanno portato alla lotta non sono ancora state affrontate.

Il governo dovrebbe utilizzare questa estensione del tempo per fare la cosa giusta, invece di far finta di parlare di pace mentre sta armando i militari per una guerra che non può vincere.

Le compagnie petrolifere, che dovranno pagare le conseguenze delle nuove ostilità non devono farsi ingannare dalla farsa dell’amnistia o dal recente acquisto di armamenti perché questo sta solo portando ad un altro ciclo di violenza.”

 

Dom, 04/10/2009 – 22:17
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