Napoli - Solidarietà a Tonino

dal sito: www.toninolibero.org

Le vicende del primo maggio hanno avuto ancora risvolti assai gravi con gli arresti del 26 luglio! E il nostro sconcerto cresce giorno per giorno.
Ricordiamo che il primo maggio una situazione di caos si produsse dentro un corteo a seguito della incredibile provocazione messa in atto da un gruppo di fascisti in una manifestazione cui partecipavano centinaia di studenti, lavoratori e disoccupati. Quella che seguì non fu, come si è scritto sui giornali, l’azione di un “branco”, ma la reazione spontanea di tante persone di fronte a una situazione del tutto inaspettata. Il gruppo di neofascisti aderenti al circuito di camerati di Casapound erano del resto ben noti per aver dato vita, per mesi e in totale impunità, ad una lunga serie di aggressioni ed attentati incendiari contro studenti, compagni e spazi sociali, della maggior parte dei quali è possibile rinvenire documentazione stampa: nessuno di noi può dimenticare il pestaggio dello studente medio dell’istituto Margherita di Savoia colpito con mazze e cinghie all’interno del cortile della scuola (costole rotte), lo studente di lettere all’ospedale con uno pneumatorace o le bottiglie incendiarie lanciate contro il centro sociale Insurgencia, e le cronache sono piene di testimonianze degli agguati di vario tipo ai danni di chiunque rifiuti le loro logiche razziste e xenofobe.

A seguito delle informazioni fornite dai legali delle due persone arrestate abbiamo potuto constatare ancora una volta i metodi inquisitori e la tendenza a costruire teoremi contro i movimenti sociali!!
Infatti, abbiamo appreso che benchè uno degli indagati abbia spiegato agli inquirenti di non avere rapporti né organizzativi e né di conoscenza con i partecipanti al corteo e di non aver mai svolto militanza politica, e queste affermazioni siano state perfino riscontrate nella stessa indagine, nell’ordinanza e nelle agenzie di stampa inviate dalla Procura lo si descrive al contrario come un militante politico “organico alle strutture delle aree antagoniste”. Rileviamo questo non certo per l’esigenza di fare la “radiografia” di questa persona. Ma perchè secondo noi (e secondo gli avvocati) questa invenzione giudiziaria è il perno di un teorema ben preciso ed ha un triplice obiettivo:

1) Aggravare nettamente la sua stessa posizione, al fine di costruire un’immagine (dal “loro” punto di vista) di “pericolosità del soggetto”. Una persona che per altro si è presentata spontaneamente dal giudice per rispondere delle accuse già nel mese di maggio, per cui il suo avvocato fa giustamente notare l’incomprensibilità della misura cautelare due mesi dopo, se non per spettacolarizzare l’inchiesta.

2) Strumentalizzare meglio l’accaduto in modo da criminalizzare i movimenti sociali (è sufficiente leggere i giornali per capirlo);

3) Infine, accreditare anche per Antonio, il compagno arrestato per i medesimi fatti, la contestazione accusatoria più grave tramite l’ipotesi del “concorso nel reato” solo perchè sarebbe stato presente al momento dell’accaduto. Una grossa forzatura che sarebbe stata molto più ardua se dovevano tenere conto delle dichiarazioni dell’altro imputato! In altri termini, hanno messo Antonio nel “tritacarne”, per punirlo non tanto in rapporto a qualcosa che abbia fatto, ma per quello che è: un compagno attivo in tante battaglie, come quelle in difesa del nostro territorio dalla devastazione!

Peraltro sui giornali non mancano fantasiose invenzioni che non sono nemmeno contestate nelle carte processuali (il neofascista “aggredito mentre era a terra” ecc) per supportare un’accusa comunque gravemente spropositata rispetto ai fatti, e per contribuire a generare un clima di attacco generalizzato ai compagni e alle lotte cittadine!
Del resto come mai se la dinamica era così chiara, con tanto di filmati delle videocamere, hanno poi aspettato tre mesi? Se non per decidere la costruzione che noi denunciamo contro gli imputati e la strumentalizzazione politica contro i movimenti. Se non per aggiungere un ulteriore tassello a quella feroce ondata repressiva che colpisce in maniera sempre più indiscriminata operai, disoccupati, movimenti per la difesa del territorio e chiunque si opponga alle politiche di precarietà e di povertà rese ancora più feroci dalla gestione padronale della crisi.

Noi non accetteremo tutto questo, rifiutiamo il tentativo di ingabbiare la lotta antifascista e antirazzista nello schema mediatico-giudiziario degli “opposti estremismi” e della “guerra tra bande” e venerdì 30 luglio parteciperemo al presidio contro gli arresti fuori al carcere di Poggioreale, continuando a mobilitarci e a denunciare la montatura che stanno effettuando gli inquirenti.

E proseguiremo a costruire mobilitazioni di massa contro i rigurgiti neofascisti, le politiche xenofobe, le pratiche sessiste e omofobe.

Liberi tutti!

Rete napoletana contro il neofascismo, il razzismo e il sessismo


Uno striscione comparso a Benevento in via Perasso, in solidarietà ad Antonio, detenuto a Napoli perchè anarchico ed antifascista.






Sab, 31/07/2010 – 11:32

Solidarietà antifascista da Tor Vergata

Solidarietà Antifascista

 

In questo mese di luglio 2010 sono state tante le notizie riguardanti la repressione nei confronti di compagni e compagne sparsi/e in tutta Italia che si oppongono alle politiche fasciste, sessiste, razziste, contro studenti, lavoratori e immigrati, portato avanti dalle istituzioni e dai partiti di maggioranza anche con l'utilizzo dei soliti gruppuscoli squadristi con il culo parato: arresti in carcere, denunce, rinvii a giudizio piovono su chi non si piega a subire in silenzio le molteplici situazioni che viviamo quotidianamente nei luoghi di studio, di lavoro, nelle città in cui viviamo e che sarebbe impossibile elencare.

A questi, vanno aggiunti i diversi licenziamenti ai danni di quei lavoratori "colpevoli" di voler fermare l'avanzata dello sfruttamento ai danni degli operai nelle fabbriche FIAT, operata dal padronato di concerto con il governo e i sindacati compiacenti. Senza dimenticare quanto avviene dei lager di stato, i CIE, dove i tentativi di fuga si susseguono e vengono duramente repressi nel sangue, sfociando in ulteriori arresti e privazioni nei confronti di persone che si trovano rinchiusi alla mercé di chi ci marcia.

 

Dal nostro ateneo, dove le prove di coordinamento istituzioni-fascisti-polizia si sono concretizzate il 15 e 16 marzo per poi avere anche un seguito nelle restrizioni alla libertà di alcuni di noi il mese successivo, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro stanno subendo sulla propria pelle le conseguenze del proprio impegno diretto nel contrastare la violenza di chi vorrebbe comandare le nostre vite e ricondurle all'interno del recinto dell'assoggettamento passivo.

A 30 e 36 anni dalle stragi fasciste di Bologna e del treno “Italicus”, ampiamente coperte dagli apparati statali dell'epoca, dalla P2 e da Gladio e supportati dai media attuali nella loro continua opera di revisione, ancora non è domata la voglia di riscatto di chi si ribella alle imposizioni di una società basata sul continuo sfruttamento delle classi subalterne.

 

La querela del mercenario fascista a capo della Onlus "Popoli", Franco Nerozzi, nei confronti di "Umanità Nova" proprio per l'articolo riguardante lo schifo visto e vissuto qui a Tor Vergata grazie ai suoi "bravi" ingaggiati per l'occasione ci fa sentire ancor più vicini a chi raccontando la verità dei fatti senza troppi giri di parole cerca di squarciare il muro della disinformazione di massa subordinata alle esigenze dei padroni.

 

Gli stessi padroni di cui sono al servizio i "burattini del potere", siano essi in toga, in divisa o in borghese, comunque "conformi" a quanto prescritto dai loro padrini mafiosi e pidduisti.

 

Il gesto di due partigiani di 83 e 87 anni che a Grosio (Sondrio) hanno festeggiato il 25 luglio nel miglior modo possibile, per il quale è "ovviamente" scattata la denuncia, ci piace evidenziarlo come una sorta di continuità nelle idee e nelle azioni che esistono e resistono nel nostro Paese, spesso con differenze enormi tra singoli e strutture, all'interno delle stesse città, degli stessi luoghi di lavoro e delle stesse aule delle università

 

Se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo nella stretta repressiva, oltre ad accomunare ed appiattire le differenze enormi di cui sopra e con cui abbiamo a che fare continuamente, è nel ricevere sempre più spesso una risposta unitaria che si rigira come un boomerang contro i mandanti e i beneficiari di simili provvedimenti.

 

Un abbraccio e un saluto a pugno chiuso a tutti/e, in particolare ai compagni di Napoli!

 

Libertà per Tonino!

 

Libertà per Tutti/e!

 

Da Teramo, a Napoli, da Verona a Firenze, da L'Aquila a Roma, da Pistoia a Livorno, dalla Sardegna a Catanzaro, nessuno è solo.

 

Antifascisti e Antifasciste di Tor Vergata (Roma)

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