Civitavecchia non vuole tornare al carbone
A Civitavecchia la lotta contro la conversione della centrale continua. L'Enel sta convertendo a carbone la centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Nord: mentre si diffonde l'allarme globale per le emissioni di anidride carbonica, la maggiore azienda energetica italiana fa un salto all'indietro di cento
anni e rispolvera una delle fonti di calore piu' inquinanti ed anti-economiche.
La centrale attuale, a petrolio, gia' provoca conseguenze
gravi sull'ambiente e sulla salute della regione, come dimostrano
numerosi studi e analisi svolte in questi ultimi anni. Le morti
sospette, riconducibili all'inquinamento della zona, sono anche piu' di
quelle rilevate. Proprio per questo, medici e avvocati riapriranno le
cartelle cliniche del passato per individuare casi nascosti per
proteggere dalle accuse l'Enel.
La riconversione della centrale aumentera'
ancora la quantita' di fumi emessi dall'impianto, e per questo ha
incontrato l'opposizione dei
cittadini, dei lavoratori
e di tecnici
del settore. La carretta Enel, infatti, preferisce investire in
tecnologie a basso costo e fortemente inquinanti piuttosto che puntare
sull'innovazione delle fonti energetiche.
Contro la centrale sono
nati comitati e associazioni non solo a Civitavecchia ma in tutto il litorale laziale.
Manifestazioni,
referendum stravinti e risoluzioni degli enti locali della zona contro
l'Enel si sono susseguite in questi anni, ma il progetto va
avanti.
I movimenti pero' tengono il passo: sabato 11 febbraio ore 11 appuntamento davanti alla stazione ferroviaria di Tarquinia.
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