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LE PAROLE NON BASTANO AUTORGANIZZAZIONE UNICA SOLUZIONE

LE PAROLE NON BASTANO
AUTORGANIZZAZIONE UNICA SOLUZIONE

Parma, 13 novembre h.17, una delegazione della Rete Diritti in Casa sale in Comune per discutere dell'emergenza casa nella città ducale. Un nutrito gruppo di occupanti, attivisti e famiglie sotto sfratto forma un presidio davanti all'ingresso per dare visibilità ad un problema troppo spesso ignorato dalle istituzioni e dai media tradizionali.
Della delegazione che tratterà con il Comune fanno parte una madre appena sfrattata ed attualmente “residente” in strada, un occupante e un inquilino di casa popolare, moroso incolpevole, ognuno con la sua piccola storia di ordinaria disumanità di una città che non è più capace di tutelare i diritti.
Dall'altra parte in rappresentanza del Comune l'Assessore alle Politiche Sociali e alla Politica della Casa Laura Rossi (il Sindaco nonostante il nostro invito preferisce non incontrarci).

Sul piatto della trattativa, il primo punto è il blocco degli sfratti almeno per i mesi invernali, rivendicato in una mozione alla camera dallo stesso Movimento 5 Stelle, ma ci viene risposto che è compito del Prefetto attuare questo tipo di ordinanza. I nostri riferimenti normativi e giurisprudenziali dicono altro, ma non vengono presi in considerazione. Abbiamo l'impressione che le istituzioni facciano il gioco del cerino quando si tratta di fare scelte coraggiose. La giunta rivoluzionaria si nasconde dietro un dito. Il blocco degli sfratti sarebbe uno strumento immediato e gratuito con il quale la giunta potrebbe tamponare l'emergenza freddo.
L'Assessore però si impegna a convocare al più presto un tavolo con il Prefetto per fare pressione su questo punto, riconosce che l'emergenza è ormai ingestibile. Ci conferma quello che sappiamo di già: sia le strutture, compresi dormitori, sia le case popolari sono tutte piene.
Deve essere chiaro che non possiamo accettare che dividiate  famiglie con bambini piccoli e le mettiate in quelle carceri senza sbarre che chiamate dormitori.
L'Assessore ci tiene anche a sottolineare che sono state costruite ben 24 case popolari: complimenti!
La nostra proposta di requisire le case di proprietà di privati lasciate sfitte da diversi anni viene sostanzialmente ignorata.
Sugli altri punti della trattativa riusciamo a strappare generiche promesse: l'impegno sulla creazione di progetti di autorecupero, previa la formazione di una cooperativa, la requisizione degli immobili di proprietà pubblica inutilizzati e la loro trasformazione in case popolari, la possibilità per gli inquilini di case popolari morosi di saldare il loro debito facendo lavori di pubblica utilità.
Ci da anche la magra soddisfazione di riconoscere quello che andiamo dicendo da anni: il Social House è stato una follia e i fondi così spesi sarebbero stati meglio investiti in case popolari.
Non ci interessa sapere che avevamo ragione: vogliamo qualcosa di più che una semplice presa di posizione. Anche sulla questione consumo di suolo azzerato il comune si dimostra assolutamente concorde con noi, peccato che alla prova dei fatti poi preferisca non recedere dai contratti stipulati dalle precedenti giunte, dimostrando una sostanziale continuità con Vignali e Ubaldi e condannando la città ad un futuro prossimo di cementificazione e speculazione.
Non è questa la città che vogliamo vivere.
Ribadiamo quello che andiamo ripetendo da tempo: mentre il Comune si gira dall'altra parte, l'emergenza può essere risolta solo da una rete di solidarietà attiva per impedire sfratti e sgomberi. Solamente quando la nostra pressione diverrà insostenibile e superiore a quella che possono esercitare palazzinari e speculatori vedremo accolte le nostre istanze. Se 10 occupazioni non bastano per far riconoscere al comune la sua incapacità a gestire il problema facciamone altre 100!
La verità è che le case popolari ormai non ci sono più per nessuno e che le prossime dovranno essere per forza quelle dei grandi proprietari lasciate sfitte e abbandonate. Chi lascia una casa sfitta è un criminale al pari di chi specula sul prezzo del cibo: le vostre leggi di mercato non possono giustificare un attacco così feroce alla dignità umana. E fino a quando non le requisirà il comune lo faremo noi dal basso senza nessun problema, fino a quando sarà necessario.
Cercano di dividerci: non cadiamo nelle loro trappole.
Costruiamo insieme un percorso che ci permetta di uscire dall’incubo della precarietà, prendiamoci il lusso di sognare e costruire dal basso una società di eguali dove un tetto non sia negato a nessuno.
Nessuna delega. Nessun passo indietro. Nessun accordo al ribasso.         
Per una comunità libera, meticcia, ribelle.

RIPRENDIAMOCI LA CITTA’!

Rete Diritti in Casa, ogni martedì sportello su sfratti e diritto all’abitare dalle 18:30 alle 20:30 presso la Casa Cantoniera Autogestita di via Mantova 24

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