Esprimiamo solidarietà alle famiglie, ai singoli, ai compagni della Rete Diritti in Casa e ai militanti No Inceneritore che ieri sono stati brutalmente malmenati e sottoposti in stato di fermo dagli agenti della Questura di Parma, al seguito della protesta alla sede dell’Iren finalizzata a richiedere una moratoria contro i distacchi delle utenze per morosità incolpevole.
Questo tipo di intervento repressivo, per le sue modalità e per la sua sostanziale illegittimità, si è configurato come un vero e proprio ABUSO da parte delle forze di polizia. L’intento della questura è ovviamente la criminalizzazione di una sacrosanta battaglia; l’intervento, che poteva concludersi con una semplice identificazione, si è invece trasformato nella messinscena di un arresto in grande stile: botte, manette, sirene spiegate, divieto di incontrare gli avvocati, fino alle impronte digitali e le foto segnaletiche. Troppo, sinceramente, di fronte ad un presidio pacifico che non ha provocato nemmeno l’interruzione del servizio. La cosa grave è che nemmeno il contesto di crisi riesce a scalfire l’idea imperante che i diritti minimi debbano sottostare al potere e alle regole del mercato e della moneta.
Sicuramente, questa risposta denota un certo “nervosismo” da parte della questura per dover far fronte, senza peraltro riuscirci, alle tante azioni di riappropriazione e di protesta nate in città in questi mesi; ma tutto questo è il risultato generale dell’aver imposto la privatizzazione spinta dei diritti essenziali, educazione, trasporti, acqua, energia, sottomettendoli completamente a chi fa di essi una fonte di profitto. È chiaro che in questo panorama gli interessi difesi dalle multiutilities come Iren non possono che essere diametralmente opposti agli interessi popolari.
Dirigenti e amministratori non sanno che casa, lavoro, diritti, non sono merce, ma i principi fondamentali che, dotati di gratuità, regolano la vita e il benessere di una comunità.
Per questo motivo, saremo sempre al fianco della Rete Diritti in Casa, dei lavoratori, di chiunque si opponga alla svendita di ciò che ci spetta, di chiunque pratichi azioni di riappropriazione dei propri diritti negati.
Quello che noi abbiamo è quello che ci siamo presi e quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di quello di cui abbiamo bisogno.
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