Giovedì 21 novembre scorso, la Digos di Bergamo ha arrestato il compagno Bahar Kimyongur, cittadino belga di origini turche, in base ad una richiesta di estradizione da parte della Turchia. Bahar era appena arrivato all'aeroporto di Bergamo, proveniente da Bruxelles: il motivo della sua venuta in Italia era partecipare a due incontri pubblici sulla situazione in medioriente.
Bahar Kimyongur è un militante antimperialista, da molto tempo attivo nella solidarietà con i prigionieri politici in Turchia e nell'opposizione alle politiche del regime turco, soprattutto rispetto alla repressione e all'espansionismo nell'area mediorientale. Attualmente animava il Comitato contro l'ingerenza in Siria, rendendosi protagonista della lotta contro la guerra imperialista, condotta per procura, armando i cosiddetti “ribelli”, e direttamente dalle potenze della Nato, Turchia in primis, da Israele e dai regimi arabi reazionari (Arabia Saudita, Qatar, Giordania...).
Per questa sua militanza è già stato incarcerato in Olanda e Belgio, accusato dell'appartenenza al gruppo comunista turco Partito - Fronte di Liberazione del Popolo Rivoluzionario (DHKC-P), dove è stato processato e infine assolto. Quest'estate è stato arrestato in Spagna, ove si trovava in vacanza con la famiglia, sempre per l'estradizione richiesta dalla Turchia, successivamente liberato su cauzione ed ora in attesa di processo.
Martedì 3 dicembre il tribunale competente di Brescia ha deciso per l'obbligo di dimora in Italia del compagno Bahar, che ora si trova a Massa Carrara.
La vicenda del compagno Bahar dimostra ulteriormente come l'Italia sia un paese imperialista, uno dei maggiori partner economici della Turchia, il paese che ha consegnato Ocalan ai boia turchi, che in nome degli interessi economici e politici nell'area mediorientale “sacrifica” facilmente la vita di un compagno che lotta contro questa società. Quando la polizia di Erdogan, a giugno, massacrava le masse popolari che manifestavano a Piazza Taskim, la ministra degli esteri del governo di larghe intese, la presunta eroina dei “diritti umani” Emma Bonino, commentava “questa non è una primavera”, dando sostanzialmente appoggio ai massacri del regime fascista turco.
Esprimiamo la nostra massima solidarietà a Bahar Kimyongur ed esprimiamo il nostro dissenso contro questa operazione di polizia e contro l'estradizione di Bahar in Turchia.
Sabato 14 Dicembre presidio-volantinaggio a Venezia
dalle ore 10.00 a San Basilio
CON BAHAR KIMYONGUR CONTRO LE GUERRE E LA REPRESSIONE DELL'IMPERIALISMO!
MOBILITIAMOCI CON OGNI MEZZO PER LA SUA LIBERAZIONE!
Collettivo Tuttinpiedi