aggiornamenti
Dopo giorni passati sotto un caldo torrido a montare le strutture nel parco, sono arrivati il freddo e la pioggia. Che non hanno pero' scoraggiato le centinaia di persone che stanno attraversando gli eventi del festival, che si sono fermati a dormire nel campeggio, che partecipano alle presentazioni e alle discussioni, facendo conoscere e incontrare vecchi e nuovi progetti.
Un'affollatissima cucina movimentata dai canti delle bande popolari, la libreria, il mediacenter, lo spazio lgbtiq, sono spazi vivi di questo festival.
Stiamo documentando con registrazioni audio e video tutti gli eventi, alcuni gia' presenti sul sito, altri lo saranno nei prossimi giorni. I materiali sono scaricabili da archive.org o dall'archivio arav. Qui alcune foto.
per un festival autogestito
Il primo Festival Sociale delle Culture antifasciste è un evento di 5 giorni che si
terrà a Bologna, nel parco delle Caserme Rosse, dal 29 maggio al 2 giugno.
E' organizzato da una rete informale di donne, uomini, singoli, gruppi, associazioni
e movimenti che si riconoscono nei valori dell'antifascismo.
Le giornate includono un lungo programma di attività culturali e performative
(scarica il pdf).
Il festival è autogestito, ed ha bisogno dell'aiuto di tutte e tutti per lo
svolgimento delle sue attività.
essere antifascista oggi
“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”. (Pier Paolo Pasolini, Vie Nuove n. 36, 6 settembre 1962)
Sono tempi difficili, e lo scenario odierno è assai peggiore di quello descritto da Pasolini. Ora che, con la crisi economica, il benessere va scemando, resta solo la stupidità, l’incultura, il perbenismo, l’arroganza, il grigiore di violenze e soprusi quotidiani. La marea dello “sviluppo” si ritira e lascia solo scorie e detriti.
In questo quadro, il neofascismo si manifesta con nuove forme, alcune evidenti, altre molto più subdole e mascherate, tutte aggressive e violente. Cerca di ricostruirsi una legittimità sociale, utilizzando immaginari e slogan dell’ideologia politico-istituzionale della “sicurezza” che semplifica, nasconde, mistifica, propaganda miti razzisti e istiga all’odio sociale.
L’incredibile aumento degli episodi di violenza in Italia nei confronti di attivisti politici, gay, lesbiche, trans, migranti, rom e sinti, senzatetto, mendicanti e di quanti appaiano “non allineati” sono solo la punta dell’iceberg di una diffusa cultura dell’intolleranza. Questi episodi trovano terreno fertile nel cortocircuito tra politica e società che fa dell’egoismo, dell’arroganza e della sopraffazione i nuovi valori culturali della “modernità”.
La reazione della società civile diventa più difficile e complessa e, certamente, molte delle forme note dell’attivismo e della contestazione antifascista risultano superate dall’evolversi del panorama sociale.