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« Dicembre 21, 2009 - Gennaio 20, 2010 »
 
12 / 21
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

12 / 22
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

Start: 17:00
End: 21:00

EXTRAPERTURE!

Il Malatesta sta, resta aperto e si apre di più per essere luogo di incontro
e discussione sull'anarchismo e l'anarchia a 365°,
spazio di memoria viva e di approfondimento,
luogo di relazioni antiautoritarie.
Distribuzione anarchica di giornali, riviste, musica, grafica e altro.
Ogni martedì dalle ore 17!

Gruppo anarchico E.Malatesta – Via Bixio 62, 00185 Roma

12 / 23
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

Start: 15:00
Start: 23/12/2009 - 15:00
End: 24/12/2009 - 20:00

Offensiva natalizia contro le pellicce da MaxMara ed Escada
23 e 24 Dicembre - proteste a Milano
===========================================================

I giorni antecedenti il Natale sono quelli dello shopping più frenetico,
quelli in cui le persone fanno corse agli acquisti in negozi del centro, in cui
il consumismo attira con luci, colori e musica. Dietro a questa frenesia
consumista e alle scintillanti vetrine dei negozi si nasconde un mondo di
sofferenza e di sfruttamento, sia per gli animali che per gli esseri umani.

Non c’è periodo migliore per rovinare la festa ai negozianti che lucrano
sulla pelle di milioni di animali continuando a finanziare l’industria della
pelliccia.
Negozi come MaxMara ed Escada sono parte di questa enorme catena di
sfruttamento e di dolore. Vendono capi di abbigliamento sporchi di sangue e
hanno il coraggio di chiamare eleganza quella che è solo crudeltà.
Dietro ai loro colletti c’era la vita di un animale, nato in gabbia, vissuto
in gabbia, morto tra atroci sofferenze.

Da tempo queste aziende sono oggetto di proteste e di campagne internazionali
per vedere la fine della moda sanguinaria che continuano a proporre nelle loro
collezioni.

Questa settimana di Natale vuole essere un momento per unire le forze e
continuare a informare sulla realtà dell’industria della pelliccia,
invitando a non comprare capi contenenti pelo animale, a riflettere sui propri
acquisti e sul proprio stile di vita, a boicottare aziende che si macchiano di
uno sterminio.

MERCOLEDI 23 DICEMBRE
=====================

Ore 15.00/16.30 Escada, Corso Matteotti 22

ore 17.00/19.00 MaxMara, Via Vittorio Emanuele

GIOVEDI 24 dicembre: DEMOTHLON
=============================

Ore 14.00/15.00 Max&Co, Via Dante

Ore 15.30/16.30 MaxMara, Via Orefici

Ore 17.00/18.00 Max&Co, Corso Vercelli

Ore 18.30/20.00 MaxMara, Via Vittorio Emanuele

***Laboratorio Antispecista***
Mail: laboratorioantispecista@yahoo.it
Infoline: 340-6368139

Start: 17:00
End: 19:00

«La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana. Hanno incrementato a dismisura l’aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi “sviluppati”, ma hanno destabilizzato la società, reso la vita insoddisfacente, assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni, diffuso sofferenze psicologiche indiscriminatamente (nel terzo mondo anche fisiche), e hanno inflitto danni notevoli al mondo naturale. Il continuo sviluppo della tecnologia peggiorerà la situazione. Sicuramente sottometterà gli esseri umani a trattamenti sempre più abbietti, infliggerà al mondo naturale danni sempre maggiori, condurrà probabilmente ad una maggiore disgregazione sociale, sofferenza psicologica e potenzialmente a incrementare la sofferenza fisica anche nei paesi “sviluppati”.» Da FC “La società industriale e il suo futuro” Fra il maggio del 1978 e l’aprile del 1995, si verificarono negli Stati Uniti sedici attentati esplosivi ai danni di professori universitari, centri di ricerche e dirigenti di industrie responsabili di disastri ecologici, otto dei quali vennero rivendicati dalla sigla “FC”. Il 3 aprile 1996 Theodore Kaczynski, un professore di matematica dell’università della California, venne arrestato nel Montana, dove viveva come eremita da decenni, per il possesso di componenti utili alla fabbricazione di bombe. È sospettato dagli inquirenti di essere FC, il cosiddetto “Unabomber”, responsabile dei suddetti attentati.

Start: 20:00
End: 23:59

"Ci sono giorni e notti...città e persone...e dietro tutto ciò, una guerra senza fine..."

 

Dalle 22

Proiezione del documentario video autoprodotto "La potenzialità di un assalto al cielo", sulle rivolte in Grecia del Dicembre 2008

Infoshop e distribuzione opuscoli.

Baretto e cucina attivi.

 

L38 Squat, via Giuliotti 8, VI ponte, bus 776 da Metro Laurentina

Start: 21:00
End: 23:59

Così arrivò e la girammo...

23 dicembre 2009 alle Macerie Baracche Ribelli a Molfetta

Concerto Benefit inguaiati colla legge dopo i fatti di genova 2001

12 / 24
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

End: 20:00
Start: 23/12/2009 - 15:00
End: 24/12/2009 - 20:00

Offensiva natalizia contro le pellicce da MaxMara ed Escada
23 e 24 Dicembre - proteste a Milano
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I giorni antecedenti il Natale sono quelli dello shopping più frenetico,
quelli in cui le persone fanno corse agli acquisti in negozi del centro, in cui
il consumismo attira con luci, colori e musica. Dietro a questa frenesia
consumista e alle scintillanti vetrine dei negozi si nasconde un mondo di
sofferenza e di sfruttamento, sia per gli animali che per gli esseri umani.

Non c’è periodo migliore per rovinare la festa ai negozianti che lucrano
sulla pelle di milioni di animali continuando a finanziare l’industria della
pelliccia.
Negozi come MaxMara ed Escada sono parte di questa enorme catena di
sfruttamento e di dolore. Vendono capi di abbigliamento sporchi di sangue e
hanno il coraggio di chiamare eleganza quella che è solo crudeltà.
Dietro ai loro colletti c’era la vita di un animale, nato in gabbia, vissuto
in gabbia, morto tra atroci sofferenze.

Da tempo queste aziende sono oggetto di proteste e di campagne internazionali
per vedere la fine della moda sanguinaria che continuano a proporre nelle loro
collezioni.

Questa settimana di Natale vuole essere un momento per unire le forze e
continuare a informare sulla realtà dell’industria della pelliccia,
invitando a non comprare capi contenenti pelo animale, a riflettere sui propri
acquisti e sul proprio stile di vita, a boicottare aziende che si macchiano di
uno sterminio.

MERCOLEDI 23 DICEMBRE
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Ore 15.00/16.30 Escada, Corso Matteotti 22

ore 17.00/19.00 MaxMara, Via Vittorio Emanuele

GIOVEDI 24 dicembre: DEMOTHLON
=============================

Ore 14.00/15.00 Max&Co, Via Dante

Ore 15.30/16.30 MaxMara, Via Orefici

Ore 17.00/18.00 Max&Co, Corso Vercelli

Ore 18.30/20.00 MaxMara, Via Vittorio Emanuele

***Laboratorio Antispecista***
Mail: laboratorioantispecista@yahoo.it
Infoline: 340-6368139

Start: 16:00
End: 20:00
In questo periodo le vie di Lugano, come quelle di ogni ogni città, sono piene di vetrine addobbate per il consumo e di persone alienate dalla necessità di comprare e spendere, ipnotizzate dal clima natalizio-consumistico.

Con ghirlande luccicanti e lucine di mille colori si prova a coprire il malessere che tutto l'anno
pesa sulle fasce sociali piu' emarginate, convincendole che visto che é "Natale", alleggerendo i loro borselli si alleggirerà parallelamente anche la  precarietà della loro vita quotidiana. Vogliono che per un paio di giorni la gente incarti con carte regalo e fiocchi dorati la difficoltà sempre piu estesa di arrivare a fine mese, dimenticando la routine oppressiva del lavoro, le guerre tra poveri pianificate nei salotti del potere e rimbalzate dai loro burattini-media.

Sono essi infatti che propongono quotidianamente allarmismi d'islamizzazione culturale, d' invasioni d'oltre confine e molti altri "timori" populisti su cui chi ci vuole governare fa perno per soggiogare il popolo e conseguentemente in nome dello stesso, erigere muri di repressione, controllo securitario e leggi liberticide.

Abbiamo deciso di invadere le loro vie luccicanti il 24 dicembre, momento apice del consumismo,
con un aperitivo itinerante per il centro di Lugano. Ricordando che nonostante i fiocchetti e i gingilli, viviamo sempre nello stesso mondo di merda.

Non ci saranno ne servitori ne serviti, ne soldi ne scontrini; porta quello che vuoi bere e condividilo con tutti e tutte!

12 / 25
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

Start: 18:00
End: 23:59

Venerdì 25 dicembre, come ogni anno,allo spazio anarchico "il Guastafeste" (via dei messapi 51 Latina) ci sarà la bisca di natale.
Dalle 18.00 in poi, gioco d'azzardo, beveraggi e quant'altro per l'autofinanziamento dello spazio.

Start: 22:30

Lugano 25.12.09

festa trash benefit  "collettivo selva"

dalle 22.30 entrata 5 fr / 3 euro

Dj Tarzanello e Djea metteranno tutta la peggior musica anni 60/70/80/90/00

presso il centro sociale il molino

via cassarate Lugano

piu info selvatica.noblogs.org

Scarica il flyer

12 / 26
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

12 / 27
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

Start: 14:30
End: 17:30

27 DICEMBRE 2008 – 27 DICEMBRE 2009

12 / 28
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

Start: 20:00
Start: 28/12/2009 - 20:00
End: 01/01/2010 - 07:00

Torino 2009/2010

http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs071.snc3/13831_1217193282941_1622137522_566506_2499371_n.jpg

domenica 27 dicembre'09: accoglienza nelle case e cinepizza al Barocchio Squat (per chi vuole arrivare in anticipo)

lunedì 28 dicembre
: Contest di Cocktails e Antipasti alla Boccia e Presentazione del libro "Il Rogo delle Vanità" sulla rivolta delle Banlieu, con l'autore Alessi dell'Umbria da marsiglia - Autoproduzioni Fenix!
(la parte colta della situazione)

martedì 29 dicembre
: Contest di Primi all'Asilo

mercoledì 30 dicembre
: Contest di Secondi e Dolci al Barocchio

giovedì 31 dicembre
: la grande truffa della Boxe al Mezcal + Fuochi artificiali davanti al Carcere + Festa finale Bellavita e pugni tutta la notte (porta da bbere)

Inutile accennare che è tutto bellavita e che non vi saranno clienti ma solo complici, quindi: il tegame ce l'abbiamo noi qua (anche quello di tua madre) voi ripulite supermercati e autogrill, cucite le tasche nuove alle giacche e arrivate farciti di idee da cucinare!! Niente si vende, niente si paga, si partecipa e si porta!!!
La Boxe è a scommesse ed è una vera e propria truffa, chi vuole potrà anche scazzottare, quindi fate un pò di palestra!!!!
Metteremo anche in pratica quello che più ci piace, l'azione diretta… ma questa è una sorpresa…

se mi mandate in mail degli indirizzi postali a cui spedire i volantini presto potrete darci anche voi una mano per gli inviti e la pubblicità.. sicuri che ci riinviterete a primavera a firenze per un bel Firenze VS Torino Ritorno vi salutiamo..

Torino Squatters

P.S.: girate la mail e l'invito è aperto a tutti quelli che volete anche fuori firenze, le città sono solo convenzioni..
per contatti indirizzi email: cymex@libero.it oppure fenix-occupato@inventati.org

12 / 29
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

(all day)
Start: 28/12/2009 - 20:00
End: 01/01/2010 - 07:00

Torino 2009/2010

http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs071.snc3/13831_1217193282941_1622137522_566506_2499371_n.jpg

domenica 27 dicembre'09: accoglienza nelle case e cinepizza al Barocchio Squat (per chi vuole arrivare in anticipo)

lunedì 28 dicembre
: Contest di Cocktails e Antipasti alla Boccia e Presentazione del libro "Il Rogo delle Vanità" sulla rivolta delle Banlieu, con l'autore Alessi dell'Umbria da marsiglia - Autoproduzioni Fenix!
(la parte colta della situazione)

martedì 29 dicembre
: Contest di Primi all'Asilo

mercoledì 30 dicembre
: Contest di Secondi e Dolci al Barocchio

giovedì 31 dicembre
: la grande truffa della Boxe al Mezcal + Fuochi artificiali davanti al Carcere + Festa finale Bellavita e pugni tutta la notte (porta da bbere)

Inutile accennare che è tutto bellavita e che non vi saranno clienti ma solo complici, quindi: il tegame ce l'abbiamo noi qua (anche quello di tua madre) voi ripulite supermercati e autogrill, cucite le tasche nuove alle giacche e arrivate farciti di idee da cucinare!! Niente si vende, niente si paga, si partecipa e si porta!!!
La Boxe è a scommesse ed è una vera e propria truffa, chi vuole potrà anche scazzottare, quindi fate un pò di palestra!!!!
Metteremo anche in pratica quello che più ci piace, l'azione diretta… ma questa è una sorpresa…

se mi mandate in mail degli indirizzi postali a cui spedire i volantini presto potrete darci anche voi una mano per gli inviti e la pubblicità.. sicuri che ci riinviterete a primavera a firenze per un bel Firenze VS Torino Ritorno vi salutiamo..

Torino Squatters

P.S.: girate la mail e l'invito è aperto a tutti quelli che volete anche fuori firenze, le città sono solo convenzioni..
per contatti indirizzi email: cymex@libero.it oppure fenix-occupato@inventati.org

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(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

(all day)
Start: 28/12/2009 - 20:00
End: 01/01/2010 - 07:00

Torino 2009/2010

http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs071.snc3/13831_1217193282941_1622137522_566506_2499371_n.jpg

domenica 27 dicembre'09: accoglienza nelle case e cinepizza al Barocchio Squat (per chi vuole arrivare in anticipo)

lunedì 28 dicembre
: Contest di Cocktails e Antipasti alla Boccia e Presentazione del libro "Il Rogo delle Vanità" sulla rivolta delle Banlieu, con l'autore Alessi dell'Umbria da marsiglia - Autoproduzioni Fenix!
(la parte colta della situazione)

martedì 29 dicembre
: Contest di Primi all'Asilo

mercoledì 30 dicembre
: Contest di Secondi e Dolci al Barocchio

giovedì 31 dicembre
: la grande truffa della Boxe al Mezcal + Fuochi artificiali davanti al Carcere + Festa finale Bellavita e pugni tutta la notte (porta da bbere)

Inutile accennare che è tutto bellavita e che non vi saranno clienti ma solo complici, quindi: il tegame ce l'abbiamo noi qua (anche quello di tua madre) voi ripulite supermercati e autogrill, cucite le tasche nuove alle giacche e arrivate farciti di idee da cucinare!! Niente si vende, niente si paga, si partecipa e si porta!!!
La Boxe è a scommesse ed è una vera e propria truffa, chi vuole potrà anche scazzottare, quindi fate un pò di palestra!!!!
Metteremo anche in pratica quello che più ci piace, l'azione diretta… ma questa è una sorpresa…

se mi mandate in mail degli indirizzi postali a cui spedire i volantini presto potrete darci anche voi una mano per gli inviti e la pubblicità.. sicuri che ci riinviterete a primavera a firenze per un bel Firenze VS Torino Ritorno vi salutiamo..

Torino Squatters

P.S.: girate la mail e l'invito è aperto a tutti quelli che volete anche fuori firenze, le città sono solo convenzioni..
per contatti indirizzi email: cymex@libero.it oppure fenix-occupato@inventati.org

Start: 15:00
End: 19:00

Mercoledì 30 dicembre dalle ore 15 alle 19

PRESIDIO FUORI LE MURA DEL CARCERE

via Daste Spalenga zona "Ortofrutta Ravellini"

SOLIDARITA' E COMPLICITA' CON I PRIGIONIERI/E ANARCHICI IN SCIOPERO DELLA FAME DA 20 DICEMBRE AL 1 GENNAIO

SOLIDARIETA' AI DETENUTI/E RINCHIUSI, TORTURATI E SOTTOMESSI NELLE GALERE E NEI LAGER ITALIANI C.I.E./C.P.T. (Centri d'Identificazione e d'Espulsione)

Comitato Contro il Carcere e la Repressione -BG-

c/o USI   Fermo Posta 24020 Fiorano al Serio (Bergamo)

c.c.c.r.bg@gmail.com

12 / 31
(all day)
Start: 30/11/2009 - 19:00
End: 30/11/2009 - 23:59

Lunedì 30 Novembre '09
No cena benefit, ma Apericena Bellavita: porta da bere ed i cibi già cucinati.
A seguire Assemblea Coordinamento antisgomberi. Si discuterà delle prossime iniziative da fare in comune con le altre realtà torinesi.

Presso il Nuovo Fenix Occupato, piazza Arbarello 8, Turin

(all day)
Start: 28/12/2009 - 20:00
End: 01/01/2010 - 07:00

Torino 2009/2010

http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs071.snc3/13831_1217193282941_1622137522_566506_2499371_n.jpg

domenica 27 dicembre'09: accoglienza nelle case e cinepizza al Barocchio Squat (per chi vuole arrivare in anticipo)

lunedì 28 dicembre
: Contest di Cocktails e Antipasti alla Boccia e Presentazione del libro "Il Rogo delle Vanità" sulla rivolta delle Banlieu, con l'autore Alessi dell'Umbria da marsiglia - Autoproduzioni Fenix!
(la parte colta della situazione)

martedì 29 dicembre
: Contest di Primi all'Asilo

mercoledì 30 dicembre
: Contest di Secondi e Dolci al Barocchio

giovedì 31 dicembre
: la grande truffa della Boxe al Mezcal + Fuochi artificiali davanti al Carcere + Festa finale Bellavita e pugni tutta la notte (porta da bbere)

Inutile accennare che è tutto bellavita e che non vi saranno clienti ma solo complici, quindi: il tegame ce l'abbiamo noi qua (anche quello di tua madre) voi ripulite supermercati e autogrill, cucite le tasche nuove alle giacche e arrivate farciti di idee da cucinare!! Niente si vende, niente si paga, si partecipa e si porta!!!
La Boxe è a scommesse ed è una vera e propria truffa, chi vuole potrà anche scazzottare, quindi fate un pò di palestra!!!!
Metteremo anche in pratica quello che più ci piace, l'azione diretta… ma questa è una sorpresa…

se mi mandate in mail degli indirizzi postali a cui spedire i volantini presto potrete darci anche voi una mano per gli inviti e la pubblicità.. sicuri che ci riinviterete a primavera a firenze per un bel Firenze VS Torino Ritorno vi salutiamo..

Torino Squatters

P.S.: girate la mail e l'invito è aperto a tutti quelli che volete anche fuori firenze, le città sono solo convenzioni..
per contatti indirizzi email: cymex@libero.it oppure fenix-occupato@inventati.org

Start: 14:00
End: 19:08

PRESIDIO AL CARCERE DI SAN MICHELE ALESSANDRIA

In solidarietà ai prigionieri rivoluzionari in lotta

GIOVEDÌ 31 DICEMBRE ORE 14

Start: 16:00
End: 19:10

Presidio sotto le mura del carcere a partire dalle 16.00.
Per prendere contatto con i detenuti ed estendere la solidarietà.

 

 

Start: 21:00

SALUTO DI CAPODANNO AI COMPAGNI ARRESTATI A BOLOGNA

Ore 21: Aperitivo a Fuoriluogo (via san Vitale 80, Bologna)

Ore 23: Saluto di capodanno a Robbi e Nicu e a tutti i detenuti del carcere della Dozza

Start: 22:30
Start: 31/12/2009 - 22:30
End: 01/01/2010 - 01:00

E' da piu di un anno che portiamo avanti periodicamente i presidi sotto il carcere di Lugano. Nonostante il blocco delle lettere in uscita verso il nostro indirizzo da parte della direzione, la risposta dei e delle detenute è sempre  forte. All'ultimo presidio, carte infuocate lanciate dalle finestre hanno riscaldato gli animi congelati dal freddo.

Il carcere di Lugano in questo periodo è in sovraffollamento, di conseguenza nelle celle stanno aggiungendo letti a castello, nonostante le grandezze delle celle siano  "ideate" per una persona.

Il 31 dicembre dalle 22.30  torneremo sotto quelle odiate mura

01 / 1
End: 07:00
Start: 28/12/2009 - 20:00
End: 01/01/2010 - 07:00

Torino 2009/2010

http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc3/hs071.snc3/13831_1217193282941_1622137522_566506_2499371_n.jpg

domenica 27 dicembre'09: accoglienza nelle case e cinepizza al Barocchio Squat (per chi vuole arrivare in anticipo)

lunedì 28 dicembre
: Contest di Cocktails e Antipasti alla Boccia e Presentazione del libro "Il Rogo delle Vanità" sulla rivolta delle Banlieu, con l'autore Alessi dell'Umbria da marsiglia - Autoproduzioni Fenix!
(la parte colta della situazione)

martedì 29 dicembre
: Contest di Primi all'Asilo

mercoledì 30 dicembre
: Contest di Secondi e Dolci al Barocchio

giovedì 31 dicembre
: la grande truffa della Boxe al Mezcal + Fuochi artificiali davanti al Carcere + Festa finale Bellavita e pugni tutta la notte (porta da bbere)

Inutile accennare che è tutto bellavita e che non vi saranno clienti ma solo complici, quindi: il tegame ce l'abbiamo noi qua (anche quello di tua madre) voi ripulite supermercati e autogrill, cucite le tasche nuove alle giacche e arrivate farciti di idee da cucinare!! Niente si vende, niente si paga, si partecipa e si porta!!!
La Boxe è a scommesse ed è una vera e propria truffa, chi vuole potrà anche scazzottare, quindi fate un pò di palestra!!!!
Metteremo anche in pratica quello che più ci piace, l'azione diretta… ma questa è una sorpresa…

se mi mandate in mail degli indirizzi postali a cui spedire i volantini presto potrete darci anche voi una mano per gli inviti e la pubblicità.. sicuri che ci riinviterete a primavera a firenze per un bel Firenze VS Torino Ritorno vi salutiamo..

Torino Squatters

P.S.: girate la mail e l'invito è aperto a tutti quelli che volete anche fuori firenze, le città sono solo convenzioni..
per contatti indirizzi email: cymex@libero.it oppure fenix-occupato@inventati.org

End: 01:00
Start: 31/12/2009 - 22:30
End: 01/01/2010 - 01:00

E' da piu di un anno che portiamo avanti periodicamente i presidi sotto il carcere di Lugano. Nonostante il blocco delle lettere in uscita verso il nostro indirizzo da parte della direzione, la risposta dei e delle detenute è sempre  forte. All'ultimo presidio, carte infuocate lanciate dalle finestre hanno riscaldato gli animi congelati dal freddo.

Il carcere di Lugano in questo periodo è in sovraffollamento, di conseguenza nelle celle stanno aggiungendo letti a castello, nonostante le grandezze delle celle siano  "ideate" per una persona.

Il 31 dicembre dalle 22.30  torneremo sotto quelle odiate mura

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Start: 21:00
End: 23:59

CONCERTO BENEFIT PER DARIO E INES ACCUSATI DI AVER PARTECIPATO ALLA MOBILITAZIONE DEL G8 DI GENOVA 2001

SOLIDARIETà A TUTTI I RECLUSI per l'interesse di pochi CAPITALISTI!!
10 100 1000 DEVASTAZIONI E SACCHEGGI!!
concerto con
HOBOPHOBIC (crispiano hardcore)
A TESTA BASSA (mola old school)
ZAT (Salerno hc)
ENTACT (Massafra black punk)
DJ ALL NIGHT LONG
MASSERIA AUTOGESTITA VALENTE CRISPIANO (TA)
PER ARRIVARE DA CRISPIANO, SEGUIRE PER IL PARCO DELLE QUERCE
2 KM PRIMA CI SIAMO NOI
01 / 6
01 / 7
Start: 17:30
End: 22:30
Lo Sconfino
spazio di documentazione
via Rossini 45, s.Grato- Ivrea
appuntamenti:
Giovedì 7 gennaio 2010
dalle ore 17:30
Incontro e discussione sulla "sorveglianza speciale"
Venerdì 15 gennaio 2010
dalle ore 17:30
serata.

Start: 21:00
End: 23:59

presentazione del libro

Miguel Amoros: La città totalitaria. Nautilus, pagine
56, , € 3,00

Un programma radicale deve opporsi allo sviluppo e reclamare un
ritorno alla città, cioè all’agorà, all’assemblea. Deve proporsi di fissare
limiti allo spazio urbano, restituirgli la forma, ridurre le dimensioni,
frenare la mobilità. Riunire i frammenti, ricostruire i luoghi, ristabilire
relazioni solidali e vincoli fraterni, ricreare la vita pubblica.
Demotorizzarsi, vivere senza fretta. Dimenticarsi del mercato, rilocalizzare la
produzione, mantenere un equilibrio con la campagna, demolire tre quarti del
costruito, decementificare il territorio. L’economia deve tornare a essere una
semplice faccenda domestica. Uscire dall’anonimato. L’individuo deve evolversi
fino a trovare il proprio posto nella collettività e mettere radici. La città
deve generare un’aria che renda liberi gli abitanti che la respirano.

Giovedì
7 gennaio 2010
Ore 21,00
Calusca City Lights
Via Conchetta 18 - Milano

Venerdì 8 gennaio 2010
ore 19,30 aperitivo
ore 21 presentazione libro
Sala
Pasquale Cavaliere, via Palazzo di Città 14 - Torino

01 / 8
Start: 19:00
End: 23:30

A ROBBI, NICU E ANDREA, CHE A DISTANZA DI UN MESE SONO ANCORA RECLUSI, VA TUTTO IL NOSTRO AMORE E LA NOSTRA COMPLICITA'.

LA RABBIA DELL'AZIONE NON SI SPEGNE.

Lunedì 25/1 ore 19.00, allo spazio di documentazione Fuoriluogo di via san vitale 80 aperitivo benefit, a seguire presentazione del libro "Gli Arditi del Popolo" di Luigi Balsamini. Presentano Gigi e Francesco.

Start: 19:30
End: 23:59

Presentazione di

LA CITTA’ TOTALITARIA come affrontare le nocività urbane e chi le produce

interviene l'autore
Miguel Amoros

01 / 9
Start: 12:00
Start: 09/01/2010 - 12:00
End: 10/01/2010 - 12:00

ASSEMBLEA ANTICARCERARIA NAZIONALE

Come compagni de “ La Bella” quest’estate abbiamo organizzato degli incontri in varie realtà italiane per verificare la fattività della proposta, nata dall’assemblea anticarceraria tenuta a Napoli nel maggio 2009 (vedi n° 16 e 17 de La Bella), che individuava principalmente il sistema economico che regge le carceri come aspetto da contrastare.
Le proposte dei detenuti stessi infatti riguardavano, ad esempio, l’attuazione di scioperi dei lavoranti, sciopero dello spesino, sospensione di tutte le attività trattamentali ecc., per rivendicare l’abolizione dell’ergastolo, del 41 bis e di tutti i regimi di isolamento e contro la presenza dei bambini in carcere.
Nonostante molti compagni abbiano dato la loro disponibilità a sostenere questa lotta, la difficoltà della comunicazione con l’interno, al momento quasi interrotta del tutto, non ci consente un confronto e un coordinamento adeguati con i detenuti.
Anche per questo motivo abbiamo deciso di convocare un incontro nazionale per valutare se esistono ancora le basi per attuare una mobilitazione che riesca ad esprimere una forza reale e dia incisività alla lotta.
Invitiamo tutti i detenuti e i compagni che interverranno ad esprimere le loro proposte e le loro perplessità per dare concretezza a questo percorso.

L’incontro si terrà a Napoli il 9 (ore 12) e 10 Gennaio
Presso lo spazio anarchico 76 A
Via ventaglieri 76 a  (Montesanto)

Start: 18:00
End: 23:59

la presentazione di la città totalitaria si farà anche in valsusa

Sabato 9
gennaio 2010
ore 18 presentazione libro
a seguire buffet
Piazza del Popolo,
locale "la pescheria" Avigliana

Start: 21:30
End: 23:59

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End: 12:00
Start: 09/01/2010 - 12:00
End: 10/01/2010 - 12:00

ASSEMBLEA ANTICARCERARIA NAZIONALE

Come compagni de “ La Bella” quest’estate abbiamo organizzato degli incontri in varie realtà italiane per verificare la fattività della proposta, nata dall’assemblea anticarceraria tenuta a Napoli nel maggio 2009 (vedi n° 16 e 17 de La Bella), che individuava principalmente il sistema economico che regge le carceri come aspetto da contrastare.
Le proposte dei detenuti stessi infatti riguardavano, ad esempio, l’attuazione di scioperi dei lavoranti, sciopero dello spesino, sospensione di tutte le attività trattamentali ecc., per rivendicare l’abolizione dell’ergastolo, del 41 bis e di tutti i regimi di isolamento e contro la presenza dei bambini in carcere.
Nonostante molti compagni abbiano dato la loro disponibilità a sostenere questa lotta, la difficoltà della comunicazione con l’interno, al momento quasi interrotta del tutto, non ci consente un confronto e un coordinamento adeguati con i detenuti.
Anche per questo motivo abbiamo deciso di convocare un incontro nazionale per valutare se esistono ancora le basi per attuare una mobilitazione che riesca ad esprimere una forza reale e dia incisività alla lotta.
Invitiamo tutti i detenuti e i compagni che interverranno ad esprimere le loro proposte e le loro perplessità per dare concretezza a questo percorso.

L’incontro si terrà a Napoli il 9 (ore 12) e 10 Gennaio
Presso lo spazio anarchico 76 A
Via ventaglieri 76 a  (Montesanto)

01 / 11
Start: 21:30
End: 23:59

La guerra in tutte le sue forme

Secondo ciclo cinematografico settimanale sulle guerre degli Stati contro
gli oppressi:
Lunedì 4 Gennaio – Il leone del deserto (1981, 205 mm, Moustapha Akkad)
Lunedì 11 Gennaio – Uomini contro (1970, 100 mm, Francesco Rosi)
Lunedì 18 Gennaio - La battaglia di Algeri (1966, 120 mm, Gillo Pontecorvo)
Lunedì 25 Gennaio - Storie di scorie (pièce teatrale sul nucleare,
Ulderico Pesce, 70 mm)
Lunedì 1 Febbraio – Queimada (1969, 120 mm, Gillo Pontecorvo)
Lunedì 8 Febbraio – The fog of war (2003, 95 mm, Errol Morris)
Lunedì 15 Febbraio – Tepepa (1968, 136 mm, Giulio Petroni)
Lunedì 22 Febbraio – L’odio (1995, 95 mm, Mathieu Kassovitz)

NB: Lunedì 4 gennaio il film verrà proiettato alle 20:30 invece che alle 21

Dalle ore 21 presso lo spazio di documentazione “Il Grimaldello”
VIA DELLA MADDALENA 81 R – grimaldellogeibero.it

01 / 12
01 / 13
Start: 18:00
End: 23:59

Ore 18 - Assemblea a palazzo nuovo

Successivamente - Assemblea al presidio notav di Collegno (in Via Martiri 30 Aprile - alla rotonda fra Via Torino e via 27
Marzo, al sottopasso della stazione ferroviaria).
A seguire cena bellavita (spostata dal Mezcal al presidio)

01 / 14
Start: 17:30
End: 22:30
Lo Sconfino
spazio di documentazione
via Rossini 45, s.Grato- Ivrea
appuntamenti:
Giovedì 7 gennaio 2010
01 / 15
Start: 09:00
Start: 15/01/2010 - 09:00
End: 21/01/2010 - 23:59

15-21 Febbraio 2010
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI LOTTA
ALLE BIOTECNOLOGIE

“Quando la striscia tecnologica dell'arco alpino,
nei suoi baricentri costituiti da Ginevra e Grenoble,
si illuminerà completamente,
quando le punte dei poli di competenza
come le biotecnologie di Losanna,
la fisica e l'informatica del CERN a Ginevra,
l'energia solare  di Chambery e le nanotecnologie di Grenoble
formeranno una lunga colonna vertebrale,
noi avremo vinto”
Jean Therme, responsabile della ricerca tecnologica
e direttore  del CEA - Grenoble

L'urgenza di fermare l'avanzata delle biotecnologie non può più permettersi di rimanere soltanto in uno specifico ambito territoriale.     
La manipolazione in atto ha la forma di un cerchio che con ogni mezzo prova a chiudersi, le ramificazioni del suo controllo e intervento hanno assunto dimensioni globali.
Ogni stato è chiamato a preparare le condizioni per una totale accettazione di questa   ingegnerizzazione del vivente, con tutta la ricerca pubblica diretta a far uscire dai propri laboratori le chimere “che dovranno salvare il mondo”. Questo con il sostegno della finanza internazionale,  della Banca Mondiale e delle organizzazioni per il commercio. Ma il sostegno maggiore deriva dall'attuale devastazione ambientale e bisogno di continue risorse in cui le così dette “scienze della vita” si pongono come una nuova soluzione verde.   
Nel mentre poche multinazionali detengono il monopolio e reggono le fila di tutto questo, questa nuova “rivoluzione verde” rappresenta una possibilità quasi illimitata di sviluppare profitti, dove in un sistema ciclico la nocività crea altre nocività. La loro gestione diventa più certa con il massiccio impiego dei brevetti e delle varie patenti, che di fatto trasformano la manipolazione in laboratorio di una pianta, di un animale e di esseri umani in diritto di proprietà. Dalle monocolture delle coltivazioni OGM, fino ad animali transgenici e modificazioni della linea germinale:  qualcosa di più di un prodotto OGM che potremmo trovare su uno scaffale di un supermercato, rappresentano l'attacco e il dominio sul vivente che si fa totale.     
Nei paesi del sud del mondo il dominio delle multinazionali si manifesta con l'imposizione ai contadini di semi sterili OGM, con la conseguente distruzione di antiche varietà originarie e di ecosistemi. Un mondo naturale fulcro di una biodiversità unica che sta scomparendo per sempre, come grandi parti della foresta amazzonica, per far posto alle piantagioni OGM e ai biocarburanti.
Distruzione di antichi saperi per poi rinchiudere semi antichi e parti di vita selvaggia nelle banche di conservazione del germoplasma, la faccia della stessa medaglia di un sistema che mentre distrugge cerca di preservare. Ma un seme congelato tra due vetrini a centinaia di metri dentro il permafrost  artico diventa solo l'immagine reificata di un mondo artificializzato che nulla ha più della sua naturalità, un sistema che ha bisogno di circoscrivere,  rinchiudere il naturale e il selvaggio che rimane, rinchiuderlo per poterlo meglio controllare e farlo diventare oggetto di proprietà, per poterlo usare come strumento di ricatto e potere partendo dalle basi delle odierne varietà.
C'è un filo che lega i paesi del sud a quelli del nord, proprio da noi le multinazionali hanno i loro centri di ricerca e le loro sedi. Anche il loro potere qua si manifesta, ma  più subdolamente, con la creazione di illusioni e di falsi bisogni, rendendo necessarie e accettate le innumerevoli innovazioni-protesi tecnologiche. Come imprigionano i semi nel ghiaccio imprigionano le nostri menti in  un eterno presente di consumo e merci.     
Si fanno spazio con l'approvazione di ricerche biotech in campo medico, facendo leva sul ricatto della salute, conquistano terreno con la creazione di semi arricchiti di vitamina A “che salverebbero la fame del mondo”, facendo leva sulla carità dei paesi ricchi per poter poi lavarsi la coscienza. Passata una ricerca, qualunque essa sia, piantato un OGM, in qualunque parte del mondo, il loro cerchio si restringerà sempre più fino a chiudersi.
Così qua vediamo i ricercatori dell'Idea's Lab di Minatech pensare a come bloccare in origine un dissenso verso le nanotecnologie, evitando gli errori fatti con gli OGM. Vediamo gli investimenti miliardari in nuove ricerche, i forum internazionali tra scienziati e industriali, e incominciamo anche a vedere anche i campi sperimentali OGM.
Tutto questo non si può ridurre alla scelta di voler o meno consumare un cibo OGM, dobbiamo capire l'immensa portata dell'ingegneria genetica nella continua distruzione di questo mondo e quanto è necessaria allo stesso sistema per sopravvivere. Con la comprensione di tutte le fitte maglie del potere interconnesse: biotecnologie, nanotecnologie, neuroscienze, informatica.
Un attacco al vivente dalle dimensioni globali non può non aver come risposta una lotta che anch'essa si fa globale.   
Dal sud al nord dobbiamo spezzare quel cerchio che vogliono rendere ineluttabile.
Per questo abbiamo  pensato a una chiamata internazionale di mobilitazione, una settimana di lotta in cui ciascuno può portare il proprio contributo secondo le proprie priorità contro l'ingegneria genetica e le sue ampie manifestazioni mortifere.
Come Coalizione contro le nocività abbiamo identificato come punto di partenza l'EFSA, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, organo centrale a cui la Commissione Europea fa riferimento per l'approvazione e il passaggio di varie nocività tra cui gli OGM.  Proprio adesso L'EFSA, che a livello europeo sta dando il via libera a un OGM dietro l'altro, dovrà esprimersi per l'autorizzazione dell'ennesimo mais ogm della Monsanto MON810 e del riso ogm della Bayer LLRICE62.     

CONTRO EFSA MONSANTO E  BAYER
FERMIAMO L'INGEGNERIA GENETICA ADESSO!

Coalizione contro le nocività

MBE 222, C.so Diaz 51, 471OO, Forlì
www.inventati.org/contronocivita
email: nonanobio@inventati.org

Start: 17:30
End: 22:30
VENERDI’ 15
GENNAIO 2010
RITROVO DALLE ORE
17:30 puntuali
SERATA :
PACCHETTO
SICUREZZA”
DISCUSSIONE SULLA
REPRESSIONE
INTERVERRA’
L’AVVOCATO

Start: 21:00
End: 23:59

SERATA ANTIPSICHIATRICA
Presentazione del libro “Il Sopravvissuto. Cronache di sofferenze” di e con Sabatino Catapano
(Durante la serata… proiezione video & performance teatrale)

VENERDI’ 15 GENNAIO 2010 ore 21.00
c/o Csa Capolinea (Via Volta n.9 – FAENZA)

SABATO 16 GENNAIO 2010 ore 21.00
c/o Spazio libertario “Sole e Baleno” (Sobborgo Valzania n.27 – CESENA vicino Porta Santi)

IL SOPRAVVISSUTO
Cronache di sofferenze
(Libro e DVD, 2009)
di e con Sabatino Catapano

Un giorno i fiori nasceranno dalle labbra e profumeranno di libertà.
Il grido di libertà spaventa il potere, che impugna l’arma spietata e impersonale della legge per piegare chi osa ribellarsi all’ordine perverso costituito. Come macchina schiacciasassi calpesta e umilia diritti e sentimenti, fino a violare la più Profonda intimità. Prima la crudeltà del sistema carcerario, poi il sadismo dell’istituzione manicomiale non sono riusciti in quindici lunghi anni, ad assopire il desiderio di libertà in Sabatino e tanto meno ad annichilire la sua gioia di vivere e la sua voglia di partecipare alle battaglie in difesa dei maltrattati e degli umiliati dall’arroganza del potere. Al contrario, proprio queste tristi esperienze hanno alimentato la fiamma dell’ideale e fatto emergere tutta l’essenza di un animo libertario. La dignità diventa mezzo di sopravvivenza nella vita di Sabatino e per sopravvivere bisogna resistere con tutte le proprie forze. La lucida analisi che Sabatino propone nel suo italo-napoletano raggiunge punte di sottile indagine psicologica quando descrive la deriva sadica, maniacale, deviata a cui giungono direttori e secondini, mettendo in atto loro stessi quelle pratiche e quei comportamenti che lo stato afferma di voler correggere o sopprimere attraverso la detenzione.

01 / 16
(all day)
Start: 15/01/2010 - 09:00
End: 21/01/2010 - 23:59

15-21 Febbraio 2010
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI LOTTA
ALLE BIOTECNOLOGIE

“Quando la striscia tecnologica dell'arco alpino,
nei suoi baricentri costituiti da Ginevra e Grenoble,
si illuminerà completamente,
quando le punte dei poli di competenza
come le biotecnologie di Losanna,
la fisica e l'informatica del CERN a Ginevra,
l'energia solare  di Chambery e le nanotecnologie di Grenoble
formeranno una lunga colonna vertebrale,
noi avremo vinto”
Jean Therme, responsabile della ricerca tecnologica
e direttore  del CEA - Grenoble

L'urgenza di fermare l'avanzata delle biotecnologie non può più permettersi di rimanere soltanto in uno specifico ambito territoriale.     
La manipolazione in atto ha la forma di un cerchio che con ogni mezzo prova a chiudersi, le ramificazioni del suo controllo e intervento hanno assunto dimensioni globali.
Ogni stato è chiamato a preparare le condizioni per una totale accettazione di questa   ingegnerizzazione del vivente, con tutta la ricerca pubblica diretta a far uscire dai propri laboratori le chimere “che dovranno salvare il mondo”. Questo con il sostegno della finanza internazionale,  della Banca Mondiale e delle organizzazioni per il commercio. Ma il sostegno maggiore deriva dall'attuale devastazione ambientale e bisogno di continue risorse in cui le così dette “scienze della vita” si pongono come una nuova soluzione verde.   
Nel mentre poche multinazionali detengono il monopolio e reggono le fila di tutto questo, questa nuova “rivoluzione verde” rappresenta una possibilità quasi illimitata di sviluppare profitti, dove in un sistema ciclico la nocività crea altre nocività. La loro gestione diventa più certa con il massiccio impiego dei brevetti e delle varie patenti, che di fatto trasformano la manipolazione in laboratorio di una pianta, di un animale e di esseri umani in diritto di proprietà. Dalle monocolture delle coltivazioni OGM, fino ad animali transgenici e modificazioni della linea germinale:  qualcosa di più di un prodotto OGM che potremmo trovare su uno scaffale di un supermercato, rappresentano l'attacco e il dominio sul vivente che si fa totale.     
Nei paesi del sud del mondo il dominio delle multinazionali si manifesta con l'imposizione ai contadini di semi sterili OGM, con la conseguente distruzione di antiche varietà originarie e di ecosistemi. Un mondo naturale fulcro di una biodiversità unica che sta scomparendo per sempre, come grandi parti della foresta amazzonica, per far posto alle piantagioni OGM e ai biocarburanti.
Distruzione di antichi saperi per poi rinchiudere semi antichi e parti di vita selvaggia nelle banche di conservazione del germoplasma, la faccia della stessa medaglia di un sistema che mentre distrugge cerca di preservare. Ma un seme congelato tra due vetrini a centinaia di metri dentro il permafrost  artico diventa solo l'immagine reificata di un mondo artificializzato che nulla ha più della sua naturalità, un sistema che ha bisogno di circoscrivere,  rinchiudere il naturale e il selvaggio che rimane, rinchiuderlo per poterlo meglio controllare e farlo diventare oggetto di proprietà, per poterlo usare come strumento di ricatto e potere partendo dalle basi delle odierne varietà.
C'è un filo che lega i paesi del sud a quelli del nord, proprio da noi le multinazionali hanno i loro centri di ricerca e le loro sedi. Anche il loro potere qua si manifesta, ma  più subdolamente, con la creazione di illusioni e di falsi bisogni, rendendo necessarie e accettate le innumerevoli innovazioni-protesi tecnologiche. Come imprigionano i semi nel ghiaccio imprigionano le nostri menti in  un eterno presente di consumo e merci.     
Si fanno spazio con l'approvazione di ricerche biotech in campo medico, facendo leva sul ricatto della salute, conquistano terreno con la creazione di semi arricchiti di vitamina A “che salverebbero la fame del mondo”, facendo leva sulla carità dei paesi ricchi per poter poi lavarsi la coscienza. Passata una ricerca, qualunque essa sia, piantato un OGM, in qualunque parte del mondo, il loro cerchio si restringerà sempre più fino a chiudersi.
Così qua vediamo i ricercatori dell'Idea's Lab di Minatech pensare a come bloccare in origine un dissenso verso le nanotecnologie, evitando gli errori fatti con gli OGM. Vediamo gli investimenti miliardari in nuove ricerche, i forum internazionali tra scienziati e industriali, e incominciamo anche a vedere anche i campi sperimentali OGM.
Tutto questo non si può ridurre alla scelta di voler o meno consumare un cibo OGM, dobbiamo capire l'immensa portata dell'ingegneria genetica nella continua distruzione di questo mondo e quanto è necessaria allo stesso sistema per sopravvivere. Con la comprensione di tutte le fitte maglie del potere interconnesse: biotecnologie, nanotecnologie, neuroscienze, informatica.
Un attacco al vivente dalle dimensioni globali non può non aver come risposta una lotta che anch'essa si fa globale.   
Dal sud al nord dobbiamo spezzare quel cerchio che vogliono rendere ineluttabile.
Per questo abbiamo  pensato a una chiamata internazionale di mobilitazione, una settimana di lotta in cui ciascuno può portare il proprio contributo secondo le proprie priorità contro l'ingegneria genetica e le sue ampie manifestazioni mortifere.
Come Coalizione contro le nocività abbiamo identificato come punto di partenza l'EFSA, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, organo centrale a cui la Commissione Europea fa riferimento per l'approvazione e il passaggio di varie nocività tra cui gli OGM.  Proprio adesso L'EFSA, che a livello europeo sta dando il via libera a un OGM dietro l'altro, dovrà esprimersi per l'autorizzazione dell'ennesimo mais ogm della Monsanto MON810 e del riso ogm della Bayer LLRICE62.     

CONTRO EFSA MONSANTO E  BAYER
FERMIAMO L'INGEGNERIA GENETICA ADESSO!

Coalizione contro le nocività

MBE 222, C.so Diaz 51, 471OO, Forlì
www.inventati.org/contronocivita
email: nonanobio@inventati.org

Start: 09:00
Start: 16/01/2010 - 09:00
End: 24/01/2010 - 23:59

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

Un processo esemplare
Per impedire che questo tipo di rivolta si diffonda, lo Stato deve colpire duramente, trovare dei responsabili. Queste dieci persone sono state arrestate per servire come esempio. Non importa che siano “innocenti” o “colpevoli”. Lo Stato, punendoli, desidera veder scomparire la contestazione, la ribellione, gli atti di resistenza di quelli che si trovano, o si troveranno un giorno, rinchiusi fra le mura di questi centri.
La rivolta di Vincennes non è isolata. Ovunque esistano questi centri di reclusione, scoppiano rivolte, avvengono incendi, evasioni, scioperi della fame, ammutinamenti, devastazioni. È successo in Francia (Nantes, Bordeaux, Toulouse dove sono bruciati dei centri) e in numerosi paesi europei (Italia, Belgio, Olanda, Germania) o nei paesi dove i controlli delle frontiere avvengono alla partenza, come in Libia e in Turchia.
L’incendio del centro di Vincennes non è solo simbolico: la scomparsa di 280 posti all’interno del centro ha avuto come conseguenza immediata una importante diminuzione delle retate e delle espulsioni nei dintorni di Parigi, durante il periodo successivo. In concreto, migliaia di arresti sono stati evitati. Con il loro agire, i detenuti hanno bloccato per un lasso di tempo il funzionamento del meccanismo di espulsione.

Prigione per stranieri: rinchiudere, espellere, dissuadere l’immigrazione
I centri di trattenimento sono una delle tappe tra l’arresto e l’espulsione. Servono a tenere rinchiusi gli stranieri per il tempo necessario a preparare le condizioni necessarie alle espulsioni, che si tratti di un passaporto o di un lasciapassare rilasciato da un consolato e un posto in aereo o in nave. Più uno Stato vuole espellere, più sono i centri di reclusione che costruisce. Ovunque, il loro numero continua ad aumentare. In Europa, c’è la tendenza ad allungare i tempi di trattenimento, il che permette di aumentare le espulsione, ma anche di dissuadere l’immigrazione. Di fatto, questi luoghi di trattenimento sono strutture punitive. Vengono sempre più costruiti come fossero carceri: video-sorveglianza, unità ridotte, celle d’isolamento… In Francia, ad esempio, il più grande centro in costruzione a Mesnil-Amelot (240 posti), che aprirà tra qualche settimana, ha adottato questo modello. In Olanda, dove i suicidi e i decessi ‘inspiegabili’ sono frequenti nei centri, la detenzione dura 18 mesi e può essere riconfermata una volta tornati in libertà, le persone sono rinchiuse singolarmente in cellule molto piccole, oppure su battelli- prigione, con scarse possibilità di accedere all’esterno.

Clandestini: mano d’opera fatta su misura…
I centri di reclusione sono parte della politica di “gestione dei flussi migratori”, elaborata secondo i criteri della “immigrazione scelta” ossia in funzione dei bisogni di mano d’opera dei paesi europei. Non è da oggi che il padronato dei paesi ricchi fa ricorso ai lavoratori immigrati per accrescere i profitti. In modo legale come nel caso del lavoro a termine, di quello che era il contratto OMI (che permette di adeguare il diritto di presenza sul territorio al tempo dei lavori stagionali) oppure con il lavoro nero, dove gli stranieri sono impiegati molto spesso nei settori più difficili (BTP, lavori nei ristoranti, pulizie, lavori stagionali, …). Questi settori richiedono una mano d’opera flessibile, da adattare ai bisogni immediati della produzione. Oltre all’assenza di diritti legati al loro statuto, per esempio in caso di infortunio, la costante minaccia di arresto e di espulsione che pesa sui clandestini, permette ovviamente ai padroni di pagarli di meno, se non addirittura di non pagarli per niente (non è poi così raro). Questo abbassamento dei salari e delle condizioni di lavoro permette al padronato di rafforzare lo sfruttamento di tutti. Gli innumerevoli scioperi dei lavoratori privi di documenti mostrano a che punto padroni e Stato hanno bisogno di questa mano d’opera, ma anche che organizzandosi insieme, i clandestini possono talvolta tenere loro testa ed ottenere di essere messi in regola.

… e capro espiatorio ideale
La politica migratoria, e i centri di reclusione che fanno parte dell’ingranaggio, serve soprattutto a stigmatizzare chi non ha documenti. Lo Stato ne fa il capro espiatorio delle difficoltà che incontra oggi il popolo francese. L’utilizzo spettacolare delle espulsioni di Stato contribuisce a dimostrare da una parte l’ampiezza del “pericolo” che l’immigrazione irregolare rappresenta per la Francia e dall’altra l’efficacia di uno Stato che protegge i propri concittadini contro questo pericolo.
Lo Stato utilizza artifici come le cosiddette “minacce dell’immigrazione clandestina”, la “feccia delle periferie”, le “donne che portano il velo”, o la campagna sull’identità nazionale, per suscitare i peggio rigurgiti xenofobi e razzisti e tentare di creare consenso intorno al potere e al mondo che produce.

Frontiere ovunque
I centri di reclusione costituiscono un elemento indispensabile per applicare una politica europea di controllo dei flussi migratori che, mentre pretende abolire le frontiere all’interno dello spazio di Schengen, all’esterno le rafforza, in particolare con il dispositivo Frontex. Così il controllo inizia aldilà delle porte dell’Europa in accordo con paesi come la Libia, la Mauritania, la Turchia o l’Ucraina, dove vengono finanziati campi di detenzione per stranieri decretati indesiderabili, prima ancora che abbiano avuto la possibilità di mettere piede in Europa.
Allo stesso tempo dentro questo spazio territoriale le frontiere si moltiplicano, si spostano e quindi sono ovunque: ogni controllo di identità può portare all’espulsione. Perché la frontiera non è solo una linea che demarca un paese, ma soprattutto un posto di controllo, di pressione, di scelta. Così la strada, i trasporti, le amministrazioni, le banche, le agenzie di lavoro a termine, di fatto funzionano come frontiere.
I centri di reclusione, come tutti i campi per migranti, sono particole di frontiere assassine dell’Europa di Schengen. Sono luoghi dove si aspetta, rinchiusi, a volte senza scadenza e senza sentenza, dove si muore per mancanza di cure, dove ci si suicida piuttosto che essere espulsi. Bisogna farla finita con le frontiere!
Per tutte queste ragioni e perché la gestione dei flussi migratori non è “giusta”. Perché ciascuno deve poter decidere di vivere dove gli pare. Noi siamo solidali con gli accusati della rivolta e dell’incendio del centro di reclusione di Vincennes.

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ACCUSATI!
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI INSEDIAMENTO!
CHIUSURA DEI CENTRI DI RECLUSIONE!
BASTA COI DOCUMENTI!

SETTIMANA DI SOLIDARIETÀ DAL 16 AL 24 GENNAIO 2010
Primo appuntamento il 16 gennaio 2010: Documentari, Dibattito,
Informazioni alle 19.00 al CICP (21 ter, rue Voltaire, 75011 Paris)

Start: 10:00
End: 16:00

Sabato 16 gennaio 2010

Concentramento alle Ore 10.00
in

Piazza della Repubblica - Livorno

Manifestazione 16-01-2010 Livorno
Manifestazione 16-01-2010 Livorno
Hanno confermato la presenza:
MARIA CIUFFI per MARCELLO LONZI
HAIDI GIULIANI per CARLO GIULIANI
PATRIZIA ALDROVANDI per FEDERICO ALDROVANDI
ORNELLA GEMINI per NIKI APRILE GATTI
BIANZINO per ALDO BIANZINO
RITA CUCCHI per STEFANO CUCCHI
MARIA IANNUCCI per IAIO
INFORMIAMO ED INVITIAMO I FAMILIARI DELLE ALTRE VITTIME di STATO
A PARTECIPARE ADERENDO

Start: 16:00
End: 20:00
A BARI c'è un LAGER:
il Centro Identificazione ed Espulsione di Bari-Palese
SABATO 16 GENNAIO DALLE 16 ALLE 20
PRESIDIO SOTTO IL CIE DI BARI PALESE
in viale europa

IN SOLIDARIETA’ AI RECLUSI E AI MIGRANTI DI ROSARNO

Start: 17:00
End: 23:59

 

Sabato 16 Gennaio (programma provvisorio)
Dalle 17:00 fiera del libro anarchico in trasferta dal Circolo dei Malfattori di Milano.
dalle 18:00 Presentazione dell'opuscolo antimilitarista - Chi fa la
guerra non va lasciato in pace - con alcuni dei compagni che hanno
partecipato alla sua stesura
dalle 20:30 buffet vegan
dalle 21:30 concerto benefit HC per le spese dell'opuscolo, con:
Kalashnikov Collective (Milano romantic punx)
Vivere Merda (Udine Chaos Punx)
Into The Baobab (Bologna Anarchopunk)
Reparto 7-7 (Lecco Militant punk)
Land Of Devastation (Ovunque D-Beat Crust)

tutto ciò ovviamente
@ TeLOSquat
in Via Milano 17
Saronno - VA

http://collafenice.wordpress.com // collettivolafenice@email.it

allegati i flyer.
Qui il programma:

Dal 15 al 17 Gennaio tra il Circolo dei malfattori di Milano e il TeLOS di Saronno si svolgerà la seconda fiera dell’editoria libertaria, organizzata dai compagni di Milano e i9n trasferta a Saronno per la presentazione dell’opuscolo antimilitarista “Chi fa la guerra non va lasciato in pace”

Start: 17:00
End: 20:00

Un saluto solidale a Nicu che è stato trasferito a Sollicciano e a tutti gli altri reclusi.

Porteremo un po' di musica sotto le mura di quel carcere agghiacciante, saluti e interventi.

Tutti liberi

Fuoco alle galere

Start: 18:00
End: 21:00

Presentazione del libro "Delta In rivolta" Edizioni Porfido con la presenza dell'autore  e proiezione film "Delta oil’s dirty business".

A seguire dibattito.

SABATO 16 GENNAIO 2010 ORE 18.00
presso Libreria EDISON - Via C. Del Fante, 5 Livorno

per contatti: anarchicisolidali@virgilio.it

Start: 20:00
End: 23:59

SPAZIO LIBERTARIO ‘SOLE&BALENO’

SABATO 16/01/2010 DALLE ORE 20.00

 

CENA VEGAN A BUFFET

Start: 21:00
End: 23:59

Sabato 16 Gebbaio al CSOA Auro si terrà una serata benefit per i compagni arrestati nell'operazione Tramonto.

controinformazione, videoproiezioni e dj set drum n bass.

 

CSOA Auro

Via S.M. del Rosario 28 - Catania

01 / 17
(all day)
Start: 15/01/2010 - 09:00
End: 21/01/2010 - 23:59

15-21 Febbraio 2010
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI LOTTA
ALLE BIOTECNOLOGIE

“Quando la striscia tecnologica dell'arco alpino,
nei suoi baricentri costituiti da Ginevra e Grenoble,
si illuminerà completamente,
quando le punte dei poli di competenza
come le biotecnologie di Losanna,
la fisica e l'informatica del CERN a Ginevra,
l'energia solare  di Chambery e le nanotecnologie di Grenoble
formeranno una lunga colonna vertebrale,
noi avremo vinto”
Jean Therme, responsabile della ricerca tecnologica
e direttore  del CEA - Grenoble

L'urgenza di fermare l'avanzata delle biotecnologie non può più permettersi di rimanere soltanto in uno specifico ambito territoriale.     
La manipolazione in atto ha la forma di un cerchio che con ogni mezzo prova a chiudersi, le ramificazioni del suo controllo e intervento hanno assunto dimensioni globali.
Ogni stato è chiamato a preparare le condizioni per una totale accettazione di questa   ingegnerizzazione del vivente, con tutta la ricerca pubblica diretta a far uscire dai propri laboratori le chimere “che dovranno salvare il mondo”. Questo con il sostegno della finanza internazionale,  della Banca Mondiale e delle organizzazioni per il commercio. Ma il sostegno maggiore deriva dall'attuale devastazione ambientale e bisogno di continue risorse in cui le così dette “scienze della vita” si pongono come una nuova soluzione verde.   
Nel mentre poche multinazionali detengono il monopolio e reggono le fila di tutto questo, questa nuova “rivoluzione verde” rappresenta una possibilità quasi illimitata di sviluppare profitti, dove in un sistema ciclico la nocività crea altre nocività. La loro gestione diventa più certa con il massiccio impiego dei brevetti e delle varie patenti, che di fatto trasformano la manipolazione in laboratorio di una pianta, di un animale e di esseri umani in diritto di proprietà. Dalle monocolture delle coltivazioni OGM, fino ad animali transgenici e modificazioni della linea germinale:  qualcosa di più di un prodotto OGM che potremmo trovare su uno scaffale di un supermercato, rappresentano l'attacco e il dominio sul vivente che si fa totale.     
Nei paesi del sud del mondo il dominio delle multinazionali si manifesta con l'imposizione ai contadini di semi sterili OGM, con la conseguente distruzione di antiche varietà originarie e di ecosistemi. Un mondo naturale fulcro di una biodiversità unica che sta scomparendo per sempre, come grandi parti della foresta amazzonica, per far posto alle piantagioni OGM e ai biocarburanti.
Distruzione di antichi saperi per poi rinchiudere semi antichi e parti di vita selvaggia nelle banche di conservazione del germoplasma, la faccia della stessa medaglia di un sistema che mentre distrugge cerca di preservare. Ma un seme congelato tra due vetrini a centinaia di metri dentro il permafrost  artico diventa solo l'immagine reificata di un mondo artificializzato che nulla ha più della sua naturalità, un sistema che ha bisogno di circoscrivere,  rinchiudere il naturale e il selvaggio che rimane, rinchiuderlo per poterlo meglio controllare e farlo diventare oggetto di proprietà, per poterlo usare come strumento di ricatto e potere partendo dalle basi delle odierne varietà.
C'è un filo che lega i paesi del sud a quelli del nord, proprio da noi le multinazionali hanno i loro centri di ricerca e le loro sedi. Anche il loro potere qua si manifesta, ma  più subdolamente, con la creazione di illusioni e di falsi bisogni, rendendo necessarie e accettate le innumerevoli innovazioni-protesi tecnologiche. Come imprigionano i semi nel ghiaccio imprigionano le nostri menti in  un eterno presente di consumo e merci.     
Si fanno spazio con l'approvazione di ricerche biotech in campo medico, facendo leva sul ricatto della salute, conquistano terreno con la creazione di semi arricchiti di vitamina A “che salverebbero la fame del mondo”, facendo leva sulla carità dei paesi ricchi per poter poi lavarsi la coscienza. Passata una ricerca, qualunque essa sia, piantato un OGM, in qualunque parte del mondo, il loro cerchio si restringerà sempre più fino a chiudersi.
Così qua vediamo i ricercatori dell'Idea's Lab di Minatech pensare a come bloccare in origine un dissenso verso le nanotecnologie, evitando gli errori fatti con gli OGM. Vediamo gli investimenti miliardari in nuove ricerche, i forum internazionali tra scienziati e industriali, e incominciamo anche a vedere anche i campi sperimentali OGM.
Tutto questo non si può ridurre alla scelta di voler o meno consumare un cibo OGM, dobbiamo capire l'immensa portata dell'ingegneria genetica nella continua distruzione di questo mondo e quanto è necessaria allo stesso sistema per sopravvivere. Con la comprensione di tutte le fitte maglie del potere interconnesse: biotecnologie, nanotecnologie, neuroscienze, informatica.
Un attacco al vivente dalle dimensioni globali non può non aver come risposta una lotta che anch'essa si fa globale.   
Dal sud al nord dobbiamo spezzare quel cerchio che vogliono rendere ineluttabile.
Per questo abbiamo  pensato a una chiamata internazionale di mobilitazione, una settimana di lotta in cui ciascuno può portare il proprio contributo secondo le proprie priorità contro l'ingegneria genetica e le sue ampie manifestazioni mortifere.
Come Coalizione contro le nocività abbiamo identificato come punto di partenza l'EFSA, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, organo centrale a cui la Commissione Europea fa riferimento per l'approvazione e il passaggio di varie nocività tra cui gli OGM.  Proprio adesso L'EFSA, che a livello europeo sta dando il via libera a un OGM dietro l'altro, dovrà esprimersi per l'autorizzazione dell'ennesimo mais ogm della Monsanto MON810 e del riso ogm della Bayer LLRICE62.     

CONTRO EFSA MONSANTO E  BAYER
FERMIAMO L'INGEGNERIA GENETICA ADESSO!

Coalizione contro le nocività

MBE 222, C.so Diaz 51, 471OO, Forlì
www.inventati.org/contronocivita
email: nonanobio@inventati.org

(all day)
Start: 16/01/2010 - 09:00
End: 24/01/2010 - 23:59

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

Un processo esemplare
Per impedire che questo tipo di rivolta si diffonda, lo Stato deve colpire duramente, trovare dei responsabili. Queste dieci persone sono state arrestate per servire come esempio. Non importa che siano “innocenti” o “colpevoli”. Lo Stato, punendoli, desidera veder scomparire la contestazione, la ribellione, gli atti di resistenza di quelli che si trovano, o si troveranno un giorno, rinchiusi fra le mura di questi centri.
La rivolta di Vincennes non è isolata. Ovunque esistano questi centri di reclusione, scoppiano rivolte, avvengono incendi, evasioni, scioperi della fame, ammutinamenti, devastazioni. È successo in Francia (Nantes, Bordeaux, Toulouse dove sono bruciati dei centri) e in numerosi paesi europei (Italia, Belgio, Olanda, Germania) o nei paesi dove i controlli delle frontiere avvengono alla partenza, come in Libia e in Turchia.
L’incendio del centro di Vincennes non è solo simbolico: la scomparsa di 280 posti all’interno del centro ha avuto come conseguenza immediata una importante diminuzione delle retate e delle espulsioni nei dintorni di Parigi, durante il periodo successivo. In concreto, migliaia di arresti sono stati evitati. Con il loro agire, i detenuti hanno bloccato per un lasso di tempo il funzionamento del meccanismo di espulsione.

Prigione per stranieri: rinchiudere, espellere, dissuadere l’immigrazione
I centri di trattenimento sono una delle tappe tra l’arresto e l’espulsione. Servono a tenere rinchiusi gli stranieri per il tempo necessario a preparare le condizioni necessarie alle espulsioni, che si tratti di un passaporto o di un lasciapassare rilasciato da un consolato e un posto in aereo o in nave. Più uno Stato vuole espellere, più sono i centri di reclusione che costruisce. Ovunque, il loro numero continua ad aumentare. In Europa, c’è la tendenza ad allungare i tempi di trattenimento, il che permette di aumentare le espulsione, ma anche di dissuadere l’immigrazione. Di fatto, questi luoghi di trattenimento sono strutture punitive. Vengono sempre più costruiti come fossero carceri: video-sorveglianza, unità ridotte, celle d’isolamento… In Francia, ad esempio, il più grande centro in costruzione a Mesnil-Amelot (240 posti), che aprirà tra qualche settimana, ha adottato questo modello. In Olanda, dove i suicidi e i decessi ‘inspiegabili’ sono frequenti nei centri, la detenzione dura 18 mesi e può essere riconfermata una volta tornati in libertà, le persone sono rinchiuse singolarmente in cellule molto piccole, oppure su battelli- prigione, con scarse possibilità di accedere all’esterno.

Clandestini: mano d’opera fatta su misura…
I centri di reclusione sono parte della politica di “gestione dei flussi migratori”, elaborata secondo i criteri della “immigrazione scelta” ossia in funzione dei bisogni di mano d’opera dei paesi europei. Non è da oggi che il padronato dei paesi ricchi fa ricorso ai lavoratori immigrati per accrescere i profitti. In modo legale come nel caso del lavoro a termine, di quello che era il contratto OMI (che permette di adeguare il diritto di presenza sul territorio al tempo dei lavori stagionali) oppure con il lavoro nero, dove gli stranieri sono impiegati molto spesso nei settori più difficili (BTP, lavori nei ristoranti, pulizie, lavori stagionali, …). Questi settori richiedono una mano d’opera flessibile, da adattare ai bisogni immediati della produzione. Oltre all’assenza di diritti legati al loro statuto, per esempio in caso di infortunio, la costante minaccia di arresto e di espulsione che pesa sui clandestini, permette ovviamente ai padroni di pagarli di meno, se non addirittura di non pagarli per niente (non è poi così raro). Questo abbassamento dei salari e delle condizioni di lavoro permette al padronato di rafforzare lo sfruttamento di tutti. Gli innumerevoli scioperi dei lavoratori privi di documenti mostrano a che punto padroni e Stato hanno bisogno di questa mano d’opera, ma anche che organizzandosi insieme, i clandestini possono talvolta tenere loro testa ed ottenere di essere messi in regola.

… e capro espiatorio ideale
La politica migratoria, e i centri di reclusione che fanno parte dell’ingranaggio, serve soprattutto a stigmatizzare chi non ha documenti. Lo Stato ne fa il capro espiatorio delle difficoltà che incontra oggi il popolo francese. L’utilizzo spettacolare delle espulsioni di Stato contribuisce a dimostrare da una parte l’ampiezza del “pericolo” che l’immigrazione irregolare rappresenta per la Francia e dall’altra l’efficacia di uno Stato che protegge i propri concittadini contro questo pericolo.
Lo Stato utilizza artifici come le cosiddette “minacce dell’immigrazione clandestina”, la “feccia delle periferie”, le “donne che portano il velo”, o la campagna sull’identità nazionale, per suscitare i peggio rigurgiti xenofobi e razzisti e tentare di creare consenso intorno al potere e al mondo che produce.

Frontiere ovunque
I centri di reclusione costituiscono un elemento indispensabile per applicare una politica europea di controllo dei flussi migratori che, mentre pretende abolire le frontiere all’interno dello spazio di Schengen, all’esterno le rafforza, in particolare con il dispositivo Frontex. Così il controllo inizia aldilà delle porte dell’Europa in accordo con paesi come la Libia, la Mauritania, la Turchia o l’Ucraina, dove vengono finanziati campi di detenzione per stranieri decretati indesiderabili, prima ancora che abbiano avuto la possibilità di mettere piede in Europa.
Allo stesso tempo dentro questo spazio territoriale le frontiere si moltiplicano, si spostano e quindi sono ovunque: ogni controllo di identità può portare all’espulsione. Perché la frontiera non è solo una linea che demarca un paese, ma soprattutto un posto di controllo, di pressione, di scelta. Così la strada, i trasporti, le amministrazioni, le banche, le agenzie di lavoro a termine, di fatto funzionano come frontiere.
I centri di reclusione, come tutti i campi per migranti, sono particole di frontiere assassine dell’Europa di Schengen. Sono luoghi dove si aspetta, rinchiusi, a volte senza scadenza e senza sentenza, dove si muore per mancanza di cure, dove ci si suicida piuttosto che essere espulsi. Bisogna farla finita con le frontiere!
Per tutte queste ragioni e perché la gestione dei flussi migratori non è “giusta”. Perché ciascuno deve poter decidere di vivere dove gli pare. Noi siamo solidali con gli accusati della rivolta e dell’incendio del centro di reclusione di Vincennes.

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ACCUSATI!
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI INSEDIAMENTO!
CHIUSURA DEI CENTRI DI RECLUSIONE!
BASTA COI DOCUMENTI!

SETTIMANA DI SOLIDARIETÀ DAL 16 AL 24 GENNAIO 2010
Primo appuntamento il 16 gennaio 2010: Documentari, Dibattito,
Informazioni alle 19.00 al CICP (21 ter, rue Voltaire, 75011 Paris)

Start: 15:01
End: 18:01

Un saluto solidale a Robbi che è stato trasferito a Pavia e a tutti gli altri reclusi.

Porteremo un po' di musica sotto le mura del carcere, saluti e interventi.

Tutti liberi

Fuoco alle galere

01 / 18
(all day)
Start: 15/01/2010 - 09:00
End: 21/01/2010 - 23:59

15-21 Febbraio 2010
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI LOTTA
ALLE BIOTECNOLOGIE

“Quando la striscia tecnologica dell'arco alpino,
nei suoi baricentri costituiti da Ginevra e Grenoble,
si illuminerà completamente,
quando le punte dei poli di competenza
come le biotecnologie di Losanna,
la fisica e l'informatica del CERN a Ginevra,
l'energia solare  di Chambery e le nanotecnologie di Grenoble
formeranno una lunga colonna vertebrale,
noi avremo vinto”
Jean Therme, responsabile della ricerca tecnologica
e direttore  del CEA - Grenoble

L'urgenza di fermare l'avanzata delle biotecnologie non può più permettersi di rimanere soltanto in uno specifico ambito territoriale.     
La manipolazione in atto ha la forma di un cerchio che con ogni mezzo prova a chiudersi, le ramificazioni del suo controllo e intervento hanno assunto dimensioni globali.
Ogni stato è chiamato a preparare le condizioni per una totale accettazione di questa   ingegnerizzazione del vivente, con tutta la ricerca pubblica diretta a far uscire dai propri laboratori le chimere “che dovranno salvare il mondo”. Questo con il sostegno della finanza internazionale,  della Banca Mondiale e delle organizzazioni per il commercio. Ma il sostegno maggiore deriva dall'attuale devastazione ambientale e bisogno di continue risorse in cui le così dette “scienze della vita” si pongono come una nuova soluzione verde.   
Nel mentre poche multinazionali detengono il monopolio e reggono le fila di tutto questo, questa nuova “rivoluzione verde” rappresenta una possibilità quasi illimitata di sviluppare profitti, dove in un sistema ciclico la nocività crea altre nocività. La loro gestione diventa più certa con il massiccio impiego dei brevetti e delle varie patenti, che di fatto trasformano la manipolazione in laboratorio di una pianta, di un animale e di esseri umani in diritto di proprietà. Dalle monocolture delle coltivazioni OGM, fino ad animali transgenici e modificazioni della linea germinale:  qualcosa di più di un prodotto OGM che potremmo trovare su uno scaffale di un supermercato, rappresentano l'attacco e il dominio sul vivente che si fa totale.     
Nei paesi del sud del mondo il dominio delle multinazionali si manifesta con l'imposizione ai contadini di semi sterili OGM, con la conseguente distruzione di antiche varietà originarie e di ecosistemi. Un mondo naturale fulcro di una biodiversità unica che sta scomparendo per sempre, come grandi parti della foresta amazzonica, per far posto alle piantagioni OGM e ai biocarburanti.
Distruzione di antichi saperi per poi rinchiudere semi antichi e parti di vita selvaggia nelle banche di conservazione del germoplasma, la faccia della stessa medaglia di un sistema che mentre distrugge cerca di preservare. Ma un seme congelato tra due vetrini a centinaia di metri dentro il permafrost  artico diventa solo l'immagine reificata di un mondo artificializzato che nulla ha più della sua naturalità, un sistema che ha bisogno di circoscrivere,  rinchiudere il naturale e il selvaggio che rimane, rinchiuderlo per poterlo meglio controllare e farlo diventare oggetto di proprietà, per poterlo usare come strumento di ricatto e potere partendo dalle basi delle odierne varietà.
C'è un filo che lega i paesi del sud a quelli del nord, proprio da noi le multinazionali hanno i loro centri di ricerca e le loro sedi. Anche il loro potere qua si manifesta, ma  più subdolamente, con la creazione di illusioni e di falsi bisogni, rendendo necessarie e accettate le innumerevoli innovazioni-protesi tecnologiche. Come imprigionano i semi nel ghiaccio imprigionano le nostri menti in  un eterno presente di consumo e merci.     
Si fanno spazio con l'approvazione di ricerche biotech in campo medico, facendo leva sul ricatto della salute, conquistano terreno con la creazione di semi arricchiti di vitamina A “che salverebbero la fame del mondo”, facendo leva sulla carità dei paesi ricchi per poter poi lavarsi la coscienza. Passata una ricerca, qualunque essa sia, piantato un OGM, in qualunque parte del mondo, il loro cerchio si restringerà sempre più fino a chiudersi.
Così qua vediamo i ricercatori dell'Idea's Lab di Minatech pensare a come bloccare in origine un dissenso verso le nanotecnologie, evitando gli errori fatti con gli OGM. Vediamo gli investimenti miliardari in nuove ricerche, i forum internazionali tra scienziati e industriali, e incominciamo anche a vedere anche i campi sperimentali OGM.
Tutto questo non si può ridurre alla scelta di voler o meno consumare un cibo OGM, dobbiamo capire l'immensa portata dell'ingegneria genetica nella continua distruzione di questo mondo e quanto è necessaria allo stesso sistema per sopravvivere. Con la comprensione di tutte le fitte maglie del potere interconnesse: biotecnologie, nanotecnologie, neuroscienze, informatica.
Un attacco al vivente dalle dimensioni globali non può non aver come risposta una lotta che anch'essa si fa globale.   
Dal sud al nord dobbiamo spezzare quel cerchio che vogliono rendere ineluttabile.
Per questo abbiamo  pensato a una chiamata internazionale di mobilitazione, una settimana di lotta in cui ciascuno può portare il proprio contributo secondo le proprie priorità contro l'ingegneria genetica e le sue ampie manifestazioni mortifere.
Come Coalizione contro le nocività abbiamo identificato come punto di partenza l'EFSA, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, organo centrale a cui la Commissione Europea fa riferimento per l'approvazione e il passaggio di varie nocività tra cui gli OGM.  Proprio adesso L'EFSA, che a livello europeo sta dando il via libera a un OGM dietro l'altro, dovrà esprimersi per l'autorizzazione dell'ennesimo mais ogm della Monsanto MON810 e del riso ogm della Bayer LLRICE62.     

CONTRO EFSA MONSANTO E  BAYER
FERMIAMO L'INGEGNERIA GENETICA ADESSO!

Coalizione contro le nocività

MBE 222, C.so Diaz 51, 471OO, Forlì
www.inventati.org/contronocivita
email: nonanobio@inventati.org

(all day)
Start: 16/01/2010 - 09:00
End: 24/01/2010 - 23:59

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

Un processo esemplare
Per impedire che questo tipo di rivolta si diffonda, lo Stato deve colpire duramente, trovare dei responsabili. Queste dieci persone sono state arrestate per servire come esempio. Non importa che siano “innocenti” o “colpevoli”. Lo Stato, punendoli, desidera veder scomparire la contestazione, la ribellione, gli atti di resistenza di quelli che si trovano, o si troveranno un giorno, rinchiusi fra le mura di questi centri.
La rivolta di Vincennes non è isolata. Ovunque esistano questi centri di reclusione, scoppiano rivolte, avvengono incendi, evasioni, scioperi della fame, ammutinamenti, devastazioni. È successo in Francia (Nantes, Bordeaux, Toulouse dove sono bruciati dei centri) e in numerosi paesi europei (Italia, Belgio, Olanda, Germania) o nei paesi dove i controlli delle frontiere avvengono alla partenza, come in Libia e in Turchia.
L’incendio del centro di Vincennes non è solo simbolico: la scomparsa di 280 posti all’interno del centro ha avuto come conseguenza immediata una importante diminuzione delle retate e delle espulsioni nei dintorni di Parigi, durante il periodo successivo. In concreto, migliaia di arresti sono stati evitati. Con il loro agire, i detenuti hanno bloccato per un lasso di tempo il funzionamento del meccanismo di espulsione.

Prigione per stranieri: rinchiudere, espellere, dissuadere l’immigrazione
I centri di trattenimento sono una delle tappe tra l’arresto e l’espulsione. Servono a tenere rinchiusi gli stranieri per il tempo necessario a preparare le condizioni necessarie alle espulsioni, che si tratti di un passaporto o di un lasciapassare rilasciato da un consolato e un posto in aereo o in nave. Più uno Stato vuole espellere, più sono i centri di reclusione che costruisce. Ovunque, il loro numero continua ad aumentare. In Europa, c’è la tendenza ad allungare i tempi di trattenimento, il che permette di aumentare le espulsione, ma anche di dissuadere l’immigrazione. Di fatto, questi luoghi di trattenimento sono strutture punitive. Vengono sempre più costruiti come fossero carceri: video-sorveglianza, unità ridotte, celle d’isolamento… In Francia, ad esempio, il più grande centro in costruzione a Mesnil-Amelot (240 posti), che aprirà tra qualche settimana, ha adottato questo modello. In Olanda, dove i suicidi e i decessi ‘inspiegabili’ sono frequenti nei centri, la detenzione dura 18 mesi e può essere riconfermata una volta tornati in libertà, le persone sono rinchiuse singolarmente in cellule molto piccole, oppure su battelli- prigione, con scarse possibilità di accedere all’esterno.

Clandestini: mano d’opera fatta su misura…
I centri di reclusione sono parte della politica di “gestione dei flussi migratori”, elaborata secondo i criteri della “immigrazione scelta” ossia in funzione dei bisogni di mano d’opera dei paesi europei. Non è da oggi che il padronato dei paesi ricchi fa ricorso ai lavoratori immigrati per accrescere i profitti. In modo legale come nel caso del lavoro a termine, di quello che era il contratto OMI (che permette di adeguare il diritto di presenza sul territorio al tempo dei lavori stagionali) oppure con il lavoro nero, dove gli stranieri sono impiegati molto spesso nei settori più difficili (BTP, lavori nei ristoranti, pulizie, lavori stagionali, …). Questi settori richiedono una mano d’opera flessibile, da adattare ai bisogni immediati della produzione. Oltre all’assenza di diritti legati al loro statuto, per esempio in caso di infortunio, la costante minaccia di arresto e di espulsione che pesa sui clandestini, permette ovviamente ai padroni di pagarli di meno, se non addirittura di non pagarli per niente (non è poi così raro). Questo abbassamento dei salari e delle condizioni di lavoro permette al padronato di rafforzare lo sfruttamento di tutti. Gli innumerevoli scioperi dei lavoratori privi di documenti mostrano a che punto padroni e Stato hanno bisogno di questa mano d’opera, ma anche che organizzandosi insieme, i clandestini possono talvolta tenere loro testa ed ottenere di essere messi in regola.

… e capro espiatorio ideale
La politica migratoria, e i centri di reclusione che fanno parte dell’ingranaggio, serve soprattutto a stigmatizzare chi non ha documenti. Lo Stato ne fa il capro espiatorio delle difficoltà che incontra oggi il popolo francese. L’utilizzo spettacolare delle espulsioni di Stato contribuisce a dimostrare da una parte l’ampiezza del “pericolo” che l’immigrazione irregolare rappresenta per la Francia e dall’altra l’efficacia di uno Stato che protegge i propri concittadini contro questo pericolo.
Lo Stato utilizza artifici come le cosiddette “minacce dell’immigrazione clandestina”, la “feccia delle periferie”, le “donne che portano il velo”, o la campagna sull’identità nazionale, per suscitare i peggio rigurgiti xenofobi e razzisti e tentare di creare consenso intorno al potere e al mondo che produce.

Frontiere ovunque
I centri di reclusione costituiscono un elemento indispensabile per applicare una politica europea di controllo dei flussi migratori che, mentre pretende abolire le frontiere all’interno dello spazio di Schengen, all’esterno le rafforza, in particolare con il dispositivo Frontex. Così il controllo inizia aldilà delle porte dell’Europa in accordo con paesi come la Libia, la Mauritania, la Turchia o l’Ucraina, dove vengono finanziati campi di detenzione per stranieri decretati indesiderabili, prima ancora che abbiano avuto la possibilità di mettere piede in Europa.
Allo stesso tempo dentro questo spazio territoriale le frontiere si moltiplicano, si spostano e quindi sono ovunque: ogni controllo di identità può portare all’espulsione. Perché la frontiera non è solo una linea che demarca un paese, ma soprattutto un posto di controllo, di pressione, di scelta. Così la strada, i trasporti, le amministrazioni, le banche, le agenzie di lavoro a termine, di fatto funzionano come frontiere.
I centri di reclusione, come tutti i campi per migranti, sono particole di frontiere assassine dell’Europa di Schengen. Sono luoghi dove si aspetta, rinchiusi, a volte senza scadenza e senza sentenza, dove si muore per mancanza di cure, dove ci si suicida piuttosto che essere espulsi. Bisogna farla finita con le frontiere!
Per tutte queste ragioni e perché la gestione dei flussi migratori non è “giusta”. Perché ciascuno deve poter decidere di vivere dove gli pare. Noi siamo solidali con gli accusati della rivolta e dell’incendio del centro di reclusione di Vincennes.

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ACCUSATI!
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI INSEDIAMENTO!
CHIUSURA DEI CENTRI DI RECLUSIONE!
BASTA COI DOCUMENTI!

SETTIMANA DI SOLIDARIETÀ DAL 16 AL 24 GENNAIO 2010
Primo appuntamento il 16 gennaio 2010: Documentari, Dibattito,
Informazioni alle 19.00 al CICP (21 ter, rue Voltaire, 75011 Paris)

Start: 19:00
End: 23:30

A ROBBI, NICU E ANDREA, CHE A DISTANZA DI UN MESE SONO ANCORA RECLUSI, VA TUTTO IL NOSTRO AMORE E LA NOSTRA COMPLICITA'.

LA RABBIA DELL'AZIONE NON SI SPEGNE.

Lunedì 18/1 ore 19.00, allo spazio di documentazione Fuoriluogo di via san vitale 80 aperitivo benefit, a seguire proiezione del film "The Experiment"

Start: 21:00
End: 23:59

La guerra in tutte le sue forme

Secondo ciclo cinematografico settimanale sulle guerre degli Stati contro
gli oppressi:
Lunedì 4 Gennaio – Il leone del deserto (1981, 205 mm, Moustapha Akkad)
Lunedì 11 Gennaio – Uomini contro (1970, 100 mm, Francesco Rosi)
Lunedì 18 Gennaio - La battaglia di Algeri (1966, 120 mm, Gillo Pontecorvo)
Lunedì 25 Gennaio - Storie di scorie (pièce teatrale sul nucleare,
Ulderico Pesce, 70 mm)
Lunedì 1 Febbraio – Queimada (1969, 120 mm, Gillo Pontecorvo)
Lunedì 8 Febbraio – The fog of war (2003, 95 mm, Errol Morris)
Lunedì 15 Febbraio – Tepepa (1968, 136 mm, Giulio Petroni)
Lunedì 22 Febbraio – L’odio (1995, 95 mm, Mathieu Kassovitz)

NB: Lunedì 4 gennaio il film verrà proiettato alle 20:30 invece che alle 21

Dalle ore 21 presso lo spazio di documentazione “Il Grimaldello”
VIA DELLA MADDALENA 81 R – grimaldellogeibero.it

01 / 19
(all day)
Start: 15/01/2010 - 09:00
End: 21/01/2010 - 23:59

15-21 Febbraio 2010
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI LOTTA
ALLE BIOTECNOLOGIE

“Quando la striscia tecnologica dell'arco alpino,
nei suoi baricentri costituiti da Ginevra e Grenoble,
si illuminerà completamente,
quando le punte dei poli di competenza
come le biotecnologie di Losanna,
la fisica e l'informatica del CERN a Ginevra,
l'energia solare  di Chambery e le nanotecnologie di Grenoble
formeranno una lunga colonna vertebrale,
noi avremo vinto”
Jean Therme, responsabile della ricerca tecnologica
e direttore  del CEA - Grenoble

L'urgenza di fermare l'avanzata delle biotecnologie non può più permettersi di rimanere soltanto in uno specifico ambito territoriale.     
La manipolazione in atto ha la forma di un cerchio che con ogni mezzo prova a chiudersi, le ramificazioni del suo controllo e intervento hanno assunto dimensioni globali.
Ogni stato è chiamato a preparare le condizioni per una totale accettazione di questa   ingegnerizzazione del vivente, con tutta la ricerca pubblica diretta a far uscire dai propri laboratori le chimere “che dovranno salvare il mondo”. Questo con il sostegno della finanza internazionale,  della Banca Mondiale e delle organizzazioni per il commercio. Ma il sostegno maggiore deriva dall'attuale devastazione ambientale e bisogno di continue risorse in cui le così dette “scienze della vita” si pongono come una nuova soluzione verde.   
Nel mentre poche multinazionali detengono il monopolio e reggono le fila di tutto questo, questa nuova “rivoluzione verde” rappresenta una possibilità quasi illimitata di sviluppare profitti, dove in un sistema ciclico la nocività crea altre nocività. La loro gestione diventa più certa con il massiccio impiego dei brevetti e delle varie patenti, che di fatto trasformano la manipolazione in laboratorio di una pianta, di un animale e di esseri umani in diritto di proprietà. Dalle monocolture delle coltivazioni OGM, fino ad animali transgenici e modificazioni della linea germinale:  qualcosa di più di un prodotto OGM che potremmo trovare su uno scaffale di un supermercato, rappresentano l'attacco e il dominio sul vivente che si fa totale.     
Nei paesi del sud del mondo il dominio delle multinazionali si manifesta con l'imposizione ai contadini di semi sterili OGM, con la conseguente distruzione di antiche varietà originarie e di ecosistemi. Un mondo naturale fulcro di una biodiversità unica che sta scomparendo per sempre, come grandi parti della foresta amazzonica, per far posto alle piantagioni OGM e ai biocarburanti.
Distruzione di antichi saperi per poi rinchiudere semi antichi e parti di vita selvaggia nelle banche di conservazione del germoplasma, la faccia della stessa medaglia di un sistema che mentre distrugge cerca di preservare. Ma un seme congelato tra due vetrini a centinaia di metri dentro il permafrost  artico diventa solo l'immagine reificata di un mondo artificializzato che nulla ha più della sua naturalità, un sistema che ha bisogno di circoscrivere,  rinchiudere il naturale e il selvaggio che rimane, rinchiuderlo per poterlo meglio controllare e farlo diventare oggetto di proprietà, per poterlo usare come strumento di ricatto e potere partendo dalle basi delle odierne varietà.
C'è un filo che lega i paesi del sud a quelli del nord, proprio da noi le multinazionali hanno i loro centri di ricerca e le loro sedi. Anche il loro potere qua si manifesta, ma  più subdolamente, con la creazione di illusioni e di falsi bisogni, rendendo necessarie e accettate le innumerevoli innovazioni-protesi tecnologiche. Come imprigionano i semi nel ghiaccio imprigionano le nostri menti in  un eterno presente di consumo e merci.     
Si fanno spazio con l'approvazione di ricerche biotech in campo medico, facendo leva sul ricatto della salute, conquistano terreno con la creazione di semi arricchiti di vitamina A “che salverebbero la fame del mondo”, facendo leva sulla carità dei paesi ricchi per poter poi lavarsi la coscienza. Passata una ricerca, qualunque essa sia, piantato un OGM, in qualunque parte del mondo, il loro cerchio si restringerà sempre più fino a chiudersi.
Così qua vediamo i ricercatori dell'Idea's Lab di Minatech pensare a come bloccare in origine un dissenso verso le nanotecnologie, evitando gli errori fatti con gli OGM. Vediamo gli investimenti miliardari in nuove ricerche, i forum internazionali tra scienziati e industriali, e incominciamo anche a vedere anche i campi sperimentali OGM.
Tutto questo non si può ridurre alla scelta di voler o meno consumare un cibo OGM, dobbiamo capire l'immensa portata dell'ingegneria genetica nella continua distruzione di questo mondo e quanto è necessaria allo stesso sistema per sopravvivere. Con la comprensione di tutte le fitte maglie del potere interconnesse: biotecnologie, nanotecnologie, neuroscienze, informatica.
Un attacco al vivente dalle dimensioni globali non può non aver come risposta una lotta che anch'essa si fa globale.   
Dal sud al nord dobbiamo spezzare quel cerchio che vogliono rendere ineluttabile.
Per questo abbiamo  pensato a una chiamata internazionale di mobilitazione, una settimana di lotta in cui ciascuno può portare il proprio contributo secondo le proprie priorità contro l'ingegneria genetica e le sue ampie manifestazioni mortifere.
Come Coalizione contro le nocività abbiamo identificato come punto di partenza l'EFSA, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, organo centrale a cui la Commissione Europea fa riferimento per l'approvazione e il passaggio di varie nocività tra cui gli OGM.  Proprio adesso L'EFSA, che a livello europeo sta dando il via libera a un OGM dietro l'altro, dovrà esprimersi per l'autorizzazione dell'ennesimo mais ogm della Monsanto MON810 e del riso ogm della Bayer LLRICE62.     

CONTRO EFSA MONSANTO E  BAYER
FERMIAMO L'INGEGNERIA GENETICA ADESSO!

Coalizione contro le nocività

MBE 222, C.so Diaz 51, 471OO, Forlì
www.inventati.org/contronocivita
email: nonanobio@inventati.org

(all day)
Start: 16/01/2010 - 09:00
End: 24/01/2010 - 23:59

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

Un processo esemplare
Per impedire che questo tipo di rivolta si diffonda, lo Stato deve colpire duramente, trovare dei responsabili. Queste dieci persone sono state arrestate per servire come esempio. Non importa che siano “innocenti” o “colpevoli”. Lo Stato, punendoli, desidera veder scomparire la contestazione, la ribellione, gli atti di resistenza di quelli che si trovano, o si troveranno un giorno, rinchiusi fra le mura di questi centri.
La rivolta di Vincennes non è isolata. Ovunque esistano questi centri di reclusione, scoppiano rivolte, avvengono incendi, evasioni, scioperi della fame, ammutinamenti, devastazioni. È successo in Francia (Nantes, Bordeaux, Toulouse dove sono bruciati dei centri) e in numerosi paesi europei (Italia, Belgio, Olanda, Germania) o nei paesi dove i controlli delle frontiere avvengono alla partenza, come in Libia e in Turchia.
L’incendio del centro di Vincennes non è solo simbolico: la scomparsa di 280 posti all’interno del centro ha avuto come conseguenza immediata una importante diminuzione delle retate e delle espulsioni nei dintorni di Parigi, durante il periodo successivo. In concreto, migliaia di arresti sono stati evitati. Con il loro agire, i detenuti hanno bloccato per un lasso di tempo il funzionamento del meccanismo di espulsione.

Prigione per stranieri: rinchiudere, espellere, dissuadere l’immigrazione
I centri di trattenimento sono una delle tappe tra l’arresto e l’espulsione. Servono a tenere rinchiusi gli stranieri per il tempo necessario a preparare le condizioni necessarie alle espulsioni, che si tratti di un passaporto o di un lasciapassare rilasciato da un consolato e un posto in aereo o in nave. Più uno Stato vuole espellere, più sono i centri di reclusione che costruisce. Ovunque, il loro numero continua ad aumentare. In Europa, c’è la tendenza ad allungare i tempi di trattenimento, il che permette di aumentare le espulsione, ma anche di dissuadere l’immigrazione. Di fatto, questi luoghi di trattenimento sono strutture punitive. Vengono sempre più costruiti come fossero carceri: video-sorveglianza, unità ridotte, celle d’isolamento… In Francia, ad esempio, il più grande centro in costruzione a Mesnil-Amelot (240 posti), che aprirà tra qualche settimana, ha adottato questo modello. In Olanda, dove i suicidi e i decessi ‘inspiegabili’ sono frequenti nei centri, la detenzione dura 18 mesi e può essere riconfermata una volta tornati in libertà, le persone sono rinchiuse singolarmente in cellule molto piccole, oppure su battelli- prigione, con scarse possibilità di accedere all’esterno.

Clandestini: mano d’opera fatta su misura…
I centri di reclusione sono parte della politica di “gestione dei flussi migratori”, elaborata secondo i criteri della “immigrazione scelta” ossia in funzione dei bisogni di mano d’opera dei paesi europei. Non è da oggi che il padronato dei paesi ricchi fa ricorso ai lavoratori immigrati per accrescere i profitti. In modo legale come nel caso del lavoro a termine, di quello che era il contratto OMI (che permette di adeguare il diritto di presenza sul territorio al tempo dei lavori stagionali) oppure con il lavoro nero, dove gli stranieri sono impiegati molto spesso nei settori più difficili (BTP, lavori nei ristoranti, pulizie, lavori stagionali, …). Questi settori richiedono una mano d’opera flessibile, da adattare ai bisogni immediati della produzione. Oltre all’assenza di diritti legati al loro statuto, per esempio in caso di infortunio, la costante minaccia di arresto e di espulsione che pesa sui clandestini, permette ovviamente ai padroni di pagarli di meno, se non addirittura di non pagarli per niente (non è poi così raro). Questo abbassamento dei salari e delle condizioni di lavoro permette al padronato di rafforzare lo sfruttamento di tutti. Gli innumerevoli scioperi dei lavoratori privi di documenti mostrano a che punto padroni e Stato hanno bisogno di questa mano d’opera, ma anche che organizzandosi insieme, i clandestini possono talvolta tenere loro testa ed ottenere di essere messi in regola.

… e capro espiatorio ideale
La politica migratoria, e i centri di reclusione che fanno parte dell’ingranaggio, serve soprattutto a stigmatizzare chi non ha documenti. Lo Stato ne fa il capro espiatorio delle difficoltà che incontra oggi il popolo francese. L’utilizzo spettacolare delle espulsioni di Stato contribuisce a dimostrare da una parte l’ampiezza del “pericolo” che l’immigrazione irregolare rappresenta per la Francia e dall’altra l’efficacia di uno Stato che protegge i propri concittadini contro questo pericolo.
Lo Stato utilizza artifici come le cosiddette “minacce dell’immigrazione clandestina”, la “feccia delle periferie”, le “donne che portano il velo”, o la campagna sull’identità nazionale, per suscitare i peggio rigurgiti xenofobi e razzisti e tentare di creare consenso intorno al potere e al mondo che produce.

Frontiere ovunque
I centri di reclusione costituiscono un elemento indispensabile per applicare una politica europea di controllo dei flussi migratori che, mentre pretende abolire le frontiere all’interno dello spazio di Schengen, all’esterno le rafforza, in particolare con il dispositivo Frontex. Così il controllo inizia aldilà delle porte dell’Europa in accordo con paesi come la Libia, la Mauritania, la Turchia o l’Ucraina, dove vengono finanziati campi di detenzione per stranieri decretati indesiderabili, prima ancora che abbiano avuto la possibilità di mettere piede in Europa.
Allo stesso tempo dentro questo spazio territoriale le frontiere si moltiplicano, si spostano e quindi sono ovunque: ogni controllo di identità può portare all’espulsione. Perché la frontiera non è solo una linea che demarca un paese, ma soprattutto un posto di controllo, di pressione, di scelta. Così la strada, i trasporti, le amministrazioni, le banche, le agenzie di lavoro a termine, di fatto funzionano come frontiere.
I centri di reclusione, come tutti i campi per migranti, sono particole di frontiere assassine dell’Europa di Schengen. Sono luoghi dove si aspetta, rinchiusi, a volte senza scadenza e senza sentenza, dove si muore per mancanza di cure, dove ci si suicida piuttosto che essere espulsi. Bisogna farla finita con le frontiere!
Per tutte queste ragioni e perché la gestione dei flussi migratori non è “giusta”. Perché ciascuno deve poter decidere di vivere dove gli pare. Noi siamo solidali con gli accusati della rivolta e dell’incendio del centro di reclusione di Vincennes.

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ACCUSATI!
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI INSEDIAMENTO!
CHIUSURA DEI CENTRI DI RECLUSIONE!
BASTA COI DOCUMENTI!

SETTIMANA DI SOLIDARIETÀ DAL 16 AL 24 GENNAIO 2010
Primo appuntamento il 16 gennaio 2010: Documentari, Dibattito,
Informazioni alle 19.00 al CICP (21 ter, rue Voltaire, 75011 Paris)

Start: 21:00
End: 23:59

VENERDI' 19 FEBBRAIO
dalle 21.00
Presentazione del libro:
Difendere la "razza"
di Nicoletta Poidimani (Ed. Sensibili alle foglie 2009)
...dalle politiche xenofobe e sessiste del ventennio ad oggi...
Incontro con l'autrice e dibattito
TUTTI I LUNEDI
dalle 21 alle 23
Assemblea di gestione
...partecipa anche tu!
Spazio Libertario "Sole&Baleno"
Sobb.Valzania, 27 - CESENA (vicino a Porta Santi)

01 / 20
(all day)
Start: 15/01/2010 - 09:00
End: 21/01/2010 - 23:59

15-21 Febbraio 2010
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI LOTTA
ALLE BIOTECNOLOGIE

“Quando la striscia tecnologica dell'arco alpino,
nei suoi baricentri costituiti da Ginevra e Grenoble,
si illuminerà completamente,
quando le punte dei poli di competenza
come le biotecnologie di Losanna,
la fisica e l'informatica del CERN a Ginevra,
l'energia solare  di Chambery e le nanotecnologie di Grenoble
formeranno una lunga colonna vertebrale,
noi avremo vinto”
Jean Therme, responsabile della ricerca tecnologica
e direttore  del CEA - Grenoble

L'urgenza di fermare l'avanzata delle biotecnologie non può più permettersi di rimanere soltanto in uno specifico ambito territoriale.     
La manipolazione in atto ha la forma di un cerchio che con ogni mezzo prova a chiudersi, le ramificazioni del suo controllo e intervento hanno assunto dimensioni globali.
Ogni stato è chiamato a preparare le condizioni per una totale accettazione di questa   ingegnerizzazione del vivente, con tutta la ricerca pubblica diretta a far uscire dai propri laboratori le chimere “che dovranno salvare il mondo”. Questo con il sostegno della finanza internazionale,  della Banca Mondiale e delle organizzazioni per il commercio. Ma il sostegno maggiore deriva dall'attuale devastazione ambientale e bisogno di continue risorse in cui le così dette “scienze della vita” si pongono come una nuova soluzione verde.   
Nel mentre poche multinazionali detengono il monopolio e reggono le fila di tutto questo, questa nuova “rivoluzione verde” rappresenta una possibilità quasi illimitata di sviluppare profitti, dove in un sistema ciclico la nocività crea altre nocività. La loro gestione diventa più certa con il massiccio impiego dei brevetti e delle varie patenti, che di fatto trasformano la manipolazione in laboratorio di una pianta, di un animale e di esseri umani in diritto di proprietà. Dalle monocolture delle coltivazioni OGM, fino ad animali transgenici e modificazioni della linea germinale:  qualcosa di più di un prodotto OGM che potremmo trovare su uno scaffale di un supermercato, rappresentano l'attacco e il dominio sul vivente che si fa totale.     
Nei paesi del sud del mondo il dominio delle multinazionali si manifesta con l'imposizione ai contadini di semi sterili OGM, con la conseguente distruzione di antiche varietà originarie e di ecosistemi. Un mondo naturale fulcro di una biodiversità unica che sta scomparendo per sempre, come grandi parti della foresta amazzonica, per far posto alle piantagioni OGM e ai biocarburanti.
Distruzione di antichi saperi per poi rinchiudere semi antichi e parti di vita selvaggia nelle banche di conservazione del germoplasma, la faccia della stessa medaglia di un sistema che mentre distrugge cerca di preservare. Ma un seme congelato tra due vetrini a centinaia di metri dentro il permafrost  artico diventa solo l'immagine reificata di un mondo artificializzato che nulla ha più della sua naturalità, un sistema che ha bisogno di circoscrivere,  rinchiudere il naturale e il selvaggio che rimane, rinchiuderlo per poterlo meglio controllare e farlo diventare oggetto di proprietà, per poterlo usare come strumento di ricatto e potere partendo dalle basi delle odierne varietà.
C'è un filo che lega i paesi del sud a quelli del nord, proprio da noi le multinazionali hanno i loro centri di ricerca e le loro sedi. Anche il loro potere qua si manifesta, ma  più subdolamente, con la creazione di illusioni e di falsi bisogni, rendendo necessarie e accettate le innumerevoli innovazioni-protesi tecnologiche. Come imprigionano i semi nel ghiaccio imprigionano le nostri menti in  un eterno presente di consumo e merci.     
Si fanno spazio con l'approvazione di ricerche biotech in campo medico, facendo leva sul ricatto della salute, conquistano terreno con la creazione di semi arricchiti di vitamina A “che salverebbero la fame del mondo”, facendo leva sulla carità dei paesi ricchi per poter poi lavarsi la coscienza. Passata una ricerca, qualunque essa sia, piantato un OGM, in qualunque parte del mondo, il loro cerchio si restringerà sempre più fino a chiudersi.
Così qua vediamo i ricercatori dell'Idea's Lab di Minatech pensare a come bloccare in origine un dissenso verso le nanotecnologie, evitando gli errori fatti con gli OGM. Vediamo gli investimenti miliardari in nuove ricerche, i forum internazionali tra scienziati e industriali, e incominciamo anche a vedere anche i campi sperimentali OGM.
Tutto questo non si può ridurre alla scelta di voler o meno consumare un cibo OGM, dobbiamo capire l'immensa portata dell'ingegneria genetica nella continua distruzione di questo mondo e quanto è necessaria allo stesso sistema per sopravvivere. Con la comprensione di tutte le fitte maglie del potere interconnesse: biotecnologie, nanotecnologie, neuroscienze, informatica.
Un attacco al vivente dalle dimensioni globali non può non aver come risposta una lotta che anch'essa si fa globale.   
Dal sud al nord dobbiamo spezzare quel cerchio che vogliono rendere ineluttabile.
Per questo abbiamo  pensato a una chiamata internazionale di mobilitazione, una settimana di lotta in cui ciascuno può portare il proprio contributo secondo le proprie priorità contro l'ingegneria genetica e le sue ampie manifestazioni mortifere.
Come Coalizione contro le nocività abbiamo identificato come punto di partenza l'EFSA, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, organo centrale a cui la Commissione Europea fa riferimento per l'approvazione e il passaggio di varie nocività tra cui gli OGM.  Proprio adesso L'EFSA, che a livello europeo sta dando il via libera a un OGM dietro l'altro, dovrà esprimersi per l'autorizzazione dell'ennesimo mais ogm della Monsanto MON810 e del riso ogm della Bayer LLRICE62.     

CONTRO EFSA MONSANTO E  BAYER
FERMIAMO L'INGEGNERIA GENETICA ADESSO!

Coalizione contro le nocività

MBE 222, C.so Diaz 51, 471OO, Forlì
www.inventati.org/contronocivita
email: nonanobio@inventati.org

(all day)
Start: 16/01/2010 - 09:00
End: 24/01/2010 - 23:59

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

Un processo esemplare
Per impedire che questo tipo di rivolta si diffonda, lo Stato deve colpire duramente, trovare dei responsabili. Queste dieci persone sono state arrestate per servire come esempio. Non importa che siano “innocenti” o “colpevoli”. Lo Stato, punendoli, desidera veder scomparire la contestazione, la ribellione, gli atti di resistenza di quelli che si trovano, o si troveranno un giorno, rinchiusi fra le mura di questi centri.
La rivolta di Vincennes non è isolata. Ovunque esistano questi centri di reclusione, scoppiano rivolte, avvengono incendi, evasioni, scioperi della fame, ammutinamenti, devastazioni. È successo in Francia (Nantes, Bordeaux, Toulouse dove sono bruciati dei centri) e in numerosi paesi europei (Italia, Belgio, Olanda, Germania) o nei paesi dove i controlli delle frontiere avvengono alla partenza, come in Libia e in Turchia.
L’incendio del centro di Vincennes non è solo simbolico: la scomparsa di 280 posti all’interno del centro ha avuto come conseguenza immediata una importante diminuzione delle retate e delle espulsioni nei dintorni di Parigi, durante il periodo successivo. In concreto, migliaia di arresti sono stati evitati. Con il loro agire, i detenuti hanno bloccato per un lasso di tempo il funzionamento del meccanismo di espulsione.

Prigione per stranieri: rinchiudere, espellere, dissuadere l’immigrazione
I centri di trattenimento sono una delle tappe tra l’arresto e l’espulsione. Servono a tenere rinchiusi gli stranieri per il tempo necessario a preparare le condizioni necessarie alle espulsioni, che si tratti di un passaporto o di un lasciapassare rilasciato da un consolato e un posto in aereo o in nave. Più uno Stato vuole espellere, più sono i centri di reclusione che costruisce. Ovunque, il loro numero continua ad aumentare. In Europa, c’è la tendenza ad allungare i tempi di trattenimento, il che permette di aumentare le espulsione, ma anche di dissuadere l’immigrazione. Di fatto, questi luoghi di trattenimento sono strutture punitive. Vengono sempre più costruiti come fossero carceri: video-sorveglianza, unità ridotte, celle d’isolamento… In Francia, ad esempio, il più grande centro in costruzione a Mesnil-Amelot (240 posti), che aprirà tra qualche settimana, ha adottato questo modello. In Olanda, dove i suicidi e i decessi ‘inspiegabili’ sono frequenti nei centri, la detenzione dura 18 mesi e può essere riconfermata una volta tornati in libertà, le persone sono rinchiuse singolarmente in cellule molto piccole, oppure su battelli- prigione, con scarse possibilità di accedere all’esterno.

Clandestini: mano d’opera fatta su misura…
I centri di reclusione sono parte della politica di “gestione dei flussi migratori”, elaborata secondo i criteri della “immigrazione scelta” ossia in funzione dei bisogni di mano d’opera dei paesi europei. Non è da oggi che il padronato dei paesi ricchi fa ricorso ai lavoratori immigrati per accrescere i profitti. In modo legale come nel caso del lavoro a termine, di quello che era il contratto OMI (che permette di adeguare il diritto di presenza sul territorio al tempo dei lavori stagionali) oppure con il lavoro nero, dove gli stranieri sono impiegati molto spesso nei settori più difficili (BTP, lavori nei ristoranti, pulizie, lavori stagionali, …). Questi settori richiedono una mano d’opera flessibile, da adattare ai bisogni immediati della produzione. Oltre all’assenza di diritti legati al loro statuto, per esempio in caso di infortunio, la costante minaccia di arresto e di espulsione che pesa sui clandestini, permette ovviamente ai padroni di pagarli di meno, se non addirittura di non pagarli per niente (non è poi così raro). Questo abbassamento dei salari e delle condizioni di lavoro permette al padronato di rafforzare lo sfruttamento di tutti. Gli innumerevoli scioperi dei lavoratori privi di documenti mostrano a che punto padroni e Stato hanno bisogno di questa mano d’opera, ma anche che organizzandosi insieme, i clandestini possono talvolta tenere loro testa ed ottenere di essere messi in regola.

… e capro espiatorio ideale
La politica migratoria, e i centri di reclusione che fanno parte dell’ingranaggio, serve soprattutto a stigmatizzare chi non ha documenti. Lo Stato ne fa il capro espiatorio delle difficoltà che incontra oggi il popolo francese. L’utilizzo spettacolare delle espulsioni di Stato contribuisce a dimostrare da una parte l’ampiezza del “pericolo” che l’immigrazione irregolare rappresenta per la Francia e dall’altra l’efficacia di uno Stato che protegge i propri concittadini contro questo pericolo.
Lo Stato utilizza artifici come le cosiddette “minacce dell’immigrazione clandestina”, la “feccia delle periferie”, le “donne che portano il velo”, o la campagna sull’identità nazionale, per suscitare i peggio rigurgiti xenofobi e razzisti e tentare di creare consenso intorno al potere e al mondo che produce.

Frontiere ovunque
I centri di reclusione costituiscono un elemento indispensabile per applicare una politica europea di controllo dei flussi migratori che, mentre pretende abolire le frontiere all’interno dello spazio di Schengen, all’esterno le rafforza, in particolare con il dispositivo Frontex. Così il controllo inizia aldilà delle porte dell’Europa in accordo con paesi come la Libia, la Mauritania, la Turchia o l’Ucraina, dove vengono finanziati campi di detenzione per stranieri decretati indesiderabili, prima ancora che abbiano avuto la possibilità di mettere piede in Europa.
Allo stesso tempo dentro questo spazio territoriale le frontiere si moltiplicano, si spostano e quindi sono ovunque: ogni controllo di identità può portare all’espulsione. Perché la frontiera non è solo una linea che demarca un paese, ma soprattutto un posto di controllo, di pressione, di scelta. Così la strada, i trasporti, le amministrazioni, le banche, le agenzie di lavoro a termine, di fatto funzionano come frontiere.
I centri di reclusione, come tutti i campi per migranti, sono particole di frontiere assassine dell’Europa di Schengen. Sono luoghi dove si aspetta, rinchiusi, a volte senza scadenza e senza sentenza, dove si muore per mancanza di cure, dove ci si suicida piuttosto che essere espulsi. Bisogna farla finita con le frontiere!
Per tutte queste ragioni e perché la gestione dei flussi migratori non è “giusta”. Perché ciascuno deve poter decidere di vivere dove gli pare. Noi siamo solidali con gli accusati della rivolta e dell’incendio del centro di reclusione di Vincennes.

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ACCUSATI!
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI INSEDIAMENTO!
CHIUSURA DEI CENTRI DI RECLUSIONE!
BASTA COI DOCUMENTI!

SETTIMANA DI SOLIDARIETÀ DAL 16 AL 24 GENNAIO 2010
Primo appuntamento il 16 gennaio 2010: Documentari, Dibattito,
Informazioni alle 19.00 al CICP (21 ter, rue Voltaire, 75011 Paris)

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