Cartoline dalla Grecia

Intervista ad una attivista dei collettivi universitari E.A.A.K. (Grecia)

1. La situazione in Grecia è arrivata a un punto estremo: come si è arrivati a questo? È possibile individuare le origini della crisi? E il suo rapporto con il debito pubblico?
Per rispondere bene a questa domanda ci vorrebbe un dibattito di ore ma proverò a fare una sintesi. L’attuale crisi del capitalismo è una crisi strutturale e non una crisi del debito dei Paesi. L’enorme accumulazione di profitto degli ultimi anni è all’origine di questo crollo. La gente accendeva mutui per le vacanze, per le scarpe, per la casa, per la macchina,… per tutto, insomma; i mutui erano facilmente accessibili, la circolazione dei soldi “virtuali” era enorme, le borse in crescita. Era la Grecia dei giochi olimpici (che vedeva la costruzione di opere imponenti e inutili), la Grecia dell’Unione Europea.
La crisi comunque non significa la fine del sistema. Per rinascere, per andare avanti, rigenerarsi ancora una volta, il capitalismo, oltre a “bruciare” capitale, deve trovare altre via di uscita: i tagli alla spesa pubblica, l’annullamento di diritti conquistati in anni di lotte, le guerre. È emblematico il fatto che l’unico settore in cui la Grecia non ha dovuto/voluto fare dei tagli sia stato quello militare.

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Lunedì 26 Marzo 2012 Assemblea metropolitana sugli obiettivi della manifestazione del 31 marzo

Milano – Lunedì 26 Marzo  al Liceo Carducci,  Via Beroldo 9 (MM1 2 Loreto) ore 21
Assemblea metropolitana sugli obiettivi della manifestazione del 31 marzo: debito, lavoro, reddito, lotta alla precarietà, opposizione al governo Monti, difesa dei diritti, dei territori e dei beni comuni.

La contro-riforma del lavoro avanza a passo spedito, dietro la maschera di provvedimenti pseudo-tecnici. Ad esclusione del movimento No-Tav e dello sciopero della Fiom, non sembra ci sia qualcuno che alzi e provi ad opporsi ai velenosi frutti del governo Monti.
I dettagli allarmanti che trapelano dai mezzi di informazione prefigurano un peggioramento delle già precarie condizioni di tutte le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese. E ciò dopo che già era stato ridotto il livello delle pensioni e allungata l’età lavorativa. E’ la conferma finale che la precarietà e l’incertezza di reddito sono oggi le  caratteristiche salienti del rapporto di lavoro, a prescindere da qualsiasi contratto o condizione professionale.

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La soluzione al problema per il lavoro delle donne? Sposare il marito della Fornero!

“Se vi diamo il reddito voi non fate nulla per il paese, vi sedete e mangiate pasta e pomodoro”  “Brillante” dichiarazione della Ministra Fornero

Ieri mattina (8 Marzo ’12) un gruppo di precari e precarie è entrato nel Ministero del Lavoro e del Welfare.
L’occupazione simbolica del Ministero che a giorni si appresterà a varare la prossima riforma del mercatio del lavoro, aveva l’obiettivo di far emergere l’invisibilità della “questione precarietà” in questi giorni di concertazione.
La ministra ha accettato di ricevere le donne, ha ascoltato le richieste per poi articolare quelle che secondo lei sono le soluzioni.
Sostanzialmente per le politiche sociali e del lavoro non c’è disponibilità economica a causa del debito pubblico.

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Ma la giunta Pisapia ci è o ci fa?

Se c’è un’allegoria in grado di descrivere in estrema sintesi la vertenza dei rilevatori del Censimento Istat 2011 è quella del “muro di gomma”. Ovviamente ci riferiamo all’atteggiamento tenuto dall’amministrazione comunale nei confronti appunto dei lavoratori, una strategia che ha imposto alla trattativa un continuo temporeggiamento. Nel calcio si chiamerebbe melina.

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Lettera aperta al governo sul mercato del lavoro

Caro
Mario Monti e Ministri Tutti,

A marzo regalerete la riforma del mercato del lavoro mentre avete rimandato al 2013 il riordino del sistema iniquo e arretrato degli ammortizzatori sociali.
Il pacco Monti-Fornero  è un passaggio fondamentale nelle politiche di flessibilizzazione realizzate negli ultimi due decenni. I progetti alla base della riforma provengono tutti e tre dal Partito Democratico – Ichino, Damiano, Nerozzi alias Boeri – e sono un esempio di “ingegneria normativa” che porterà a 47 il numero di tipologie contrattuali utilizzate nella giungla della precarietà. Tutto cambia perché niente cambi, soprattutto per i precari.

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