Posizioni sulla manifestazione del 20 ottobre 2007

Rassegna stampa dal Corriere della Sera
e dal Manifesto settembre 2007

COSA FA LA COSA ROSSA PER COSARE IL
GOVERNO A DIRE QUALCOSA DI SINISTRA

CICLO DI INTERVISTE DEL MANIFESTO E DEL
CORRIERE

  1. Giannini (Partito della
    rifondazione comunista) 9/9/07 MANIFESTO

  2. Cento (Verdi) 11/9/07 MANIFESTO

  3. Niccolosi (CGIL lavoro e società)
    12/9/07 MANIFESTO

  4. Marco Revelli 13/9/07 MANIFESTO

  5. Alleva (Giuslavorista) 14/9/07
    MANIFESTO

  6. Rinaldini (FIOM)15/9/07 MANIFESTO

  7. Cremaschi (FIOM) 9/9/07 CORRIERE

  8. Giulietto Chiesa MANIFESTO

  9. Mussi (SINISTRA DEMOCRATICA)
    CORRIERE

Prosegui la lettura »

Report su City of gods

Torchiera Senz’acqua 14 luglio 2007

manifesto.pngCity of Gods è un progetto energizzante. Più lo mandi giù – e lo metabolizzi – più ti tira su. L’invenzione di City è stato un gesto ad alto potenziale liberatorio contro la macchina annoiante e triturante della falsificazione mediatica. Un percorso nel quale abbiamo profuso, con generosità e passione, parole, tempo, idee, quattrini. Poi, siccome ci credi, finisce che ti diverti anche.
Il tempo è volato: in pochi mesi, da dicembre a oggi, abbiamo prodotto tre diversi numeri di City of Gods, la voce precaria dell’informazione. Le relazioni che si sono create attraverso e intorno a City sono diventate un patrimonio prezioso. Così, sabato13 luglio a Milano, alla cascina Torchiera, ci siamo ritrovati in tanti a ragionare sul passato e sul futuro di questo giornale. Un’occasione che ha svelato, innanzitutto, la potenza implicita nella creazione collettiva.
Che cos’è City ci siamo domandati?

Prosegui la lettura »

E Polis, una storia che conosciamo

Epolis, quotidiano di Niki Grauso con 15 edizioni in altrettante città
italiane, sembra prossimo a chiudere i battenti: fine della corsa per 130
giornalisti, la maggioranza con contratto a termine, e per 300
collaboratori, tra scriventi e fotografi. I giornalisti precari, e i precari
tutti, che collaborano al free press City of Gods sanno bene di che cosa si
tratta. Il mercato del lavoro italiano si basa su una regola generale,
semplice ed efficace: prendi un precario, trattalo male, lascialo ad
aspettare la (magra) paga per mesi. Poiché non ha alternative (o così o
pomì) ti vorrà bene lo stesso, ti sarà fedele, si sbatterà per darti di più,
metterà a disposizione il suo sapere, la sua fantasia, la sua vita tutta
intera.

Più la situazione è instabile, fragile, scivolosa – ovvero più
aumentano gli stati di crisi, la chiusura di testate, le cessioni – più il
giornalista diverrà duttile, ragionevole, disponibile. E il collega assunto,
quello che ha ancora una scrivania, imparerà una lezioncina anche lui/lei e
sarà, a sua volta, un po’ più silenzioso, ragionevole, disponibile. Il
mercato dell’editoria, poi, è sempre più strozzato dagli inserzionisti, così
invadenti da snaturare la notizia, con il bene placido degli editori.
Mica male la situazione dell’informazione in Italia, che ne dite? Tra
ricattati e depressi, si allarga il terreno fertile per quei
"professionisti" che, visto lo stato dell’arte, decidono subito "la
posizione" adeguata, quella che gli dicono di prendere: chiamasi anche
"informazione di qualità".

Prosegui la lettura »

Serventi Longhi a Minchino: “Il contratto nazionale a tutela dei più deboli”

dal Corriere della Sera – 14/06/07 –

Caro Direttore, dalla scadenza del contratto dei giornalisti sono passati 837 giorni, e non pochi altri ne passeranno, se gli editori continueranno a rifiutarsi di sedere al tavolo. Ma i problemi non vengono mai da soli; e così ci tocca pure la bacchettata che ci rifila il professor Ichino, dalla prima pagina del Corriere

Sbagliano i sindacati, dunque sbaglia anche la Federazione della Stampa, quando parlano di un «diritto dei lavoratori al contratto». Questo diritto «non esiste proprio, ed è bene che non esista», argomenta l’editoriale, perché «se accordarsi fosse obbligatorio, avremmo un regime di cogestione». Non abbiamo certo le competenze del professor Ichino in materia di diritto del lavoro. Però non sono soltanto i sindacati a pensarla diversamente da lui. Ricordiamo le parole pronunciate in questi mesi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha sottolineato ripetutamente «il diritto primario dei giornalisti ad un contratto di lavoro regolarmente rinnovato». Concetti simili hanno espresso i Presidenti del Senato e della Camera. Nelle loro affermazioni abbiamo colto un riconoscimento del valore del lavoro – giornalistico e no – che poco traspare dalle tesi di Ichino.

Prosegui la lettura »

Le Minchinate: “Il contratto impossibile”

dal Corriere della Sera – 13 giungo 2007-
editoriale:

Relazioni industriali, il sistema non funziona più 
IL CONTRATTO IMPOSSIBILE 
di PIETRO ICHINO
   
 Che cosa sta accadendo al nostro sistema di relazioni sindacali? Da anni ormai i contratti collettivi nazionali di lavoro per la maggior parte si rinnovano con gravi difficoltà e in pesante ritardo o non si riescono a rinnovare affatto. Il più noto è quello dei giornalisti, che è scaduto da due anni e per il quale sono risultate inutili 15 giornate di sciopero; ma parliamo anche di quasi tutti i contratti del trasporto pubblico (i cui scioperi, con immancabile cadenza mensile, gravano pesantemente sull’intera economia del Paese), del settore statale e di numerose grandi categorie industriali e del terziario.

Prosegui la lettura »