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Domenica 25 settembre – ore 10.30
VAG61 – via Paolo Fabbri 110 (Bologna)
Siamo i precari e le precarie che si ritrovano da mesi negli Stati generali della precarietà, e che da gennaio stanno preparando uno sciopero precario, uno sciopero dentro e contro la precarietà che dimostri che se ci fermiamo noi si blocca il paese. Abbiamo intrapreso questo cammino con le mobilitazioni per il diritto all’insolvenza, la partecipazione allo sciopero dei migranti e alle battaglie contro il razzismo istituzionale, la Mayday di Milano, l’agitazione dei precari dell’editoria al Salone del libro di Torino, l’attività dei Punti San Precario, le giornate di piazza contro Brunetta, l’occupazione del teatro Valle a Roma, le mobilitazioni in Val di Susa e quelle studentesche dello scorso autunno, l’assemblea del 10 ottobre a Roma in difesa dei beni comuni. Il 23 luglio, a Genova, ci siamo incontrati per rilanciare questo percorso e per affermare, verso lo sciopero, il punto di vista precario.
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Mercoledì 9 marzo – ore 20.30 Xm24, via Fioravanti 24, Bologna
nell’ambito di MeryXm
I Quaderni di San Precario – Critica del diritto dell’economia della società.
con l apresenza dei redattori e dei delegati che hanno organizzato lo sciopero del lavoro migrante del 1° Marzo a Bologna
CONTRO LA CRISI E CONTRO IL RAZZISMO!
Campagna Nazionale “Da che parte stare”
MILANO – 23 MAGGIO 2009
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
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Comunicato n° 1
Testosterone partout, justice nulle part
Al termine della MayDay di Milano, il primo maggio scorso, è
avvenuto un fatto gravissimo: l’abuso di un uomo su una donna. Come
uomini e donne che partecipano al processo di costruzione della MayDay,
ci sentiamo direttamente coinvolt* in quello che è successo e siamo
rimasti colpiti nel cuore dal fatto che sia accaduto in uno dei nostri
spazi. Anzi, in quello che per noi è uno degli ultimi spazi residui di
libertà ed espressività della città di Milano.
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La crisi colpisce duro, la crisi
colpisce tutti: donne e uomini, italiani e migranti. Eppure, per
rispondere alla crisi, il governo produce e sancisce differenze. È
razzismo istituzionale: la legge Bossi-Fini e il "pacchetto
sicurezza" inseguono il sogno di una forza lavoro usa e getta,
vogliono ridurre i migranti e le migranti alla perenne espellibilità.
Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione, sospesi
dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di vita frantumarsi di
fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari con contratti a
termine e senza garanzie sono messi alla porta per primi. Tra i
lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il
permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una
minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre
presente. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.
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