25 Aprile 2011 …ripartiamo dal 1947

«Anche tu Sal­ta­pa­sti ci cre­devi! Sal­tavi, eri alle­gro, can­tavi con noi… hai sof­ferto anche te la tua parte in quella guerra che ci doveva far con­qui­stare giu­sti­zia …insomma, hai anche te rischiato la pelle …e …per que­sto, avreb­bero dovuto farti un monu­mento …Sicuro, un monu­mento a te Sal­ta­pa­sti per­chè, come noi par­ti­giani, con­ta­dini e popolo, anche tu hai fatto la Resi­stenza.. e per­ché, come noi pastori e con­ta­dini poveri, appar­tieni ai più umili della tua spe­cie, a quelli a cui la giu­sti­zia è stata sem­pre pro­messa e mai data. Invece del monu­mento, ti hanno dato col­lare e catena… Ras­se­gnati, dun­que, Sal­ta­pa­sti, come mi ras­se­gno io, Giua­nin, come si ras­se­gnano gli altri com­pa­gni…».
«Ma ti voglio dire anche: il sole dell’aprile con­ti­nuerà a sor­gere, con la sua luce, nel cielo azzurro, nell’aria leg­gera e tersa, sui boschi e sui pascoli verdi e pro­fu­mati e in festa di colori, di voli, di canti di uccelli e ron­zio d’api… l’aprile è la pri­ma­vera, e la pri­ma­vera, a noi pastori, porta la voglia di vivere e la spe­ranza di vivere meglio… non da servi sfrut­tati e umi­liati, ma da uomini liberi… come si can­tava nelle nostre can­zoni, lassù… sul Pog­gio di Bedin …ricordi?».
Sal­ta­pa­sti rispose con un balzo che forzò la catena e il collare.

Già alla fine della Libe­ra­zione vi era la con­sa­pe­vo­lezza da parte di molti par­ti­giani che qual­cosa non tor­nava e che i loro ideali veni­vano disat­tesi.
A con­so­li­dare que­sta pro­fonda ama­rezza furono signi­fi­ca­tivi nel giu­gno del 1946 il decreto di amni­stia, fir­mato dal segre­ta­rio del PCI Pal­miro Togliatti, che rimise in libertà innu­me­re­voli assas­sini e tor­tu­ra­tori fasci­sti in attesa di pro­cesso e nel 1947 la can­cel­la­zione (per volontà della DC e del PCI) dalla bozza di Costi­tu­zione dell’articolo «Quando i poteri pub­blici vio­lano le libertà fon­da­men­tali e i diritti garan­titi dalla Costi­tu­zione, la resi­stenza all’oppressione è un diritto e un dovere del cit­ta­dino».
Una pagina della sto­ria poco gra­dita alle isti­tu­zioni fu la pro­se­cu­zione della lotta par­ti­giana dopo il 1945 e fino al 1947 soprat­tutto in Pie­monte, Ligu­ria e Toscana nono­stante l’imposizione da parte del governo di deporre le armi.
Al di là delle ste­rili com­me­mo­ra­zioni isti­tu­zio­nali di tutti que­sti anni è da lì, da quelle migliaia di par­ti­giani che non si pie­ga­rono che occorre ripar­tire per rilan­ciare la lotta sem­pre più neces­sa­ria con­tro l’attuale dit­ta­tura “democratica” .

Il figlio del par­ti­giano cen­te­na­rio “Passatempo”

I commenti non sono attivi per questo post