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La casa (e la facoltà) è di chi l’abita

Si sve­gliano tardi e pas­sano le gior­nate in piazza Verdi, ogni tanto stu­diano e spesso si lamen­tano, ma si diver­tono un sacco lon­tano da mamma e papà. Tanti luo­ghi comuni accom­pa­gnano gli student@, ma la vita da fuori sede in una città come Bolo­gna non è tutta rose e fiori. L’Alma Mater Stu­dio­rum si pre­senta

Privatizzare facendo finta di liberalizzare

È cosa nota: nel les­sico poli­tico con­tem­po­ra­neo la tor­sione del lin­guag­gio è giu­sti­fi­cata dall’obiettivo di far pas­sare per buono ciò che è – per sua stessa defi­ni­zione – cat­tivo. Si direbbe: “addol­cire la pil­lola”. Così ciò che è restau­ra­zione dei pri­vi­legi e della dit­ta­tura di classe viene fatto pas­sare come “le riforme che l’Italia si

Per una camera del lavoro autogestita

Come labo­ra­to­rio sul lavoro — nato all’interno del movi­mento degli “insol­venti” bolo­gnesi sulla pro­po­sta di costruire una Camera del Lavoro auto­ge­stita — stiamo ragio­nando sulle pos­si­bi­lità di creare un luogo auto­ge­stito in cui affron­tare le espe­rienze della con­di­zione di vita e lavoro, pre­ca­rietà o disoc­cu­pa­zione di chi affronta que­sto periodo. La prio­rità è quella di

Why do we occupy? Sull’occupazione dell’Istituto d’Arte

Nel quasi gene­rale silen­zio dei media main­stream tra otto­bre e novem­bre diverse scuole bolo­gnesi sono state occu­pate dagli stu­denti in segno di pro­te­sta con­tro la cre­scente opera di deva­sta­zione dell’educazione pub­blica e del diritto allo stu­dio, ma anche per denun­ciare l’attacco fron­tale con­tro tutti – stu­denti, lavo­ra­tori, pre­cari, disoc­cu­pati – che le poli­ti­che di auste­rity

Verso l’11 Novembre e oltre

L’assemblea di gio­vedì scorso [3 novem­bre] in Sala Borsa è stata par­te­ci­pata, così come tutte quelle che si sono tenute in città dopo il 15 otto­bre, e si sono espressi come sem­pre diversi punti vista. Alcuni con­cetti però sono risul­tati di primo piano. È stato sot­to­li­neato come man­chi ancora la pre­senza di tante e tanti,

Ieri, oggi, domani. Riflessioni intorno al 15 Ottobre

Il lungo 15 otto­bre faceva appena in tempo a finire che già si sca­te­nava in rete una incre­di­bile ondata giu­sti­zia­li­sta, di con­danna e, infine, dela­to­ria. Migliaia e migliaia di com­menti, di post, anche su siti e por­tali di movi­mento con­dan­na­vano “senza se e senza ma” gli scon­tri di piazza S.Giovanni, chie­de­vano di arre­stare e “but­tare

La posta in gioco

E’ molto pro­ba­bile che que­sto scio­pero non sarà “gene­rale” anche se ci si aspetta che diversi milioni di per­sone scen­dano in piazza. La situa­zione è ancora con­fusa. Molti lavo­ra­tori (ma anche i disoc­cu­pati, i gio­vani, ecc..) non hanno espe­rienza di autoor­ga­niz­za­zione e si fidano sem­pre meno dei sin­da­cati uffi­ciali. Il qua­dro vede, poi, CISL e

Editoriale

Tagli a sti­pendi, sus­sidi sociali, pen­sioni e borse di stu­dio; i con­tratti sca­duti non sono rin­no­vati, la disoc­cu­pa­zione dilaga. Con il pre­te­sto della crisi i governi euro­pei stanno pro­ce­dendo a una macel­le­ria sociale senza pre­ce­denti. In Gre­cia, come in Spa­gna, come in Por­to­gallo, come in Ita­lia que­sto è lo sce­na­rio pre­sente e pros­simo ven­turo. La

Della situazione in Grecia

La Gre­cia si trova ora in un punto di svolta, e molti cam­bia­menti cri­tici si stanno veri­fi­cando, sia sul piano sociale, che poli­tico ed eco­no­mico. La disin­te­gra­zione e la dis­so­lu­zione del modello di potere e sfrut­ta­mento domi­nante – fino ad oggi – è più che evi­dente e que­sto è ciò che viene chia­mato ora gene­ral­mente