La servitù volontaria

Vi è mai capi­tato di fare uno stage o un tiro­ci­nio gra­tuito? Vi è mai suc­cesso, insomma, di lavo­rare gra­tis? E avete accet­tato la cosa come dolo­rosa, ma neces­sa­ria, vero?!

Vi suc­cede mai di ascol­tare qual­che “capo”, a qual­siasi livello e, nono­stante i tanti dubbi, di obbe­dire? Vi capita di con­ti­nuare a seguire regole senza senso, ma, oltre­pas­sate le quali, scat­te­rebbe auto­ma­tica la punizione?

Non dite di no, è la vostra, la nostra vita. Una vita di ser­vitù, impo­sta a volte, ma spesso volon­ta­ria: la ser­vitù volon­ta­ria, appunto. Ecco ciò che regge il modello padrone-schiavo su cui si basa oggi come ieri il sistema eco­no­mico, poli­tico e sociale entro cui siamo costretti.

Cin­que­cento anni fa Étienne de La Boé­tie scri­veva che il popolo non sem­pre è tenuto a bada con la fru­sta, ma spesso potendo sce­gliere se essere servo o libero, abban­dona la libertà e si sot­to­mette al giogo, rite­nendo natu­rale la con­di­zione ser­vile. Una con­di­zione tal­mente nor­male che nasconde allo sguardo, e al pen­siero, la pos­si­bi­lità di “fare altri­menti”, di non ser­vire, di essere liberi. Eh sì, per­ché non sem­pre è neces­sa­rio scon­trarsi col potere per essere liberi. Baste­rebbe non soste­nerlo più, ed esso per­de­rebbe la pro­pria capa­cità di trat­tarci come servi.

Ma allora per­ché ciò non suc­cede? Qual’è il trucco che usano i governi per con­ti­nuare a otte­nere la fidu­cia dei pro­pri sud­diti? In altri ter­mini: per­ché il popolo con­ti­nua a soste­nere il potere? Per­ché, ci dice de La Boé­tie, ogni forma di governo sot­to­mette i sud­diti coop­tan­done alcuni per met­terli con­tro gli altri. Non che i primi smet­tano in que­sto modo di essere oppressi dal potere: lo sono sem­pre, eccome, ma hanno l’illusione di fare parte della cer­chia degli eletti e dimen­ti­cano così la pro­pria con­di­zione di oppressi, avendo tro­vato qual­cuno più in basso di loro su cui eser­ci­tare una simile oppressione.

Que­sto libri­cino del Cin­que­cento è un’analisi acuta dei mec­ca­ni­smi di domi­nio moderni; ci con­ferma che la libe­ra­zione, indi­vi­duale e col­let­tiva, è cosa com­plessa. E che senza libertà non si è dav­vero né uomini né donne, ma solo mec­ca­ni­smi di un ingra­nag­gio bestiale.

La ser­vitù volon­ta­ria di Étienne de La Boé­tie merita una let­tura. Lo tro­vate in biblio­teca e in libre­ria in varie edi­zioni, ristam­pato più volte anche recen­te­mente e sca­ri­ca­bile qui.

I commenti non sono attivi per questo post