Cava Vailata: sempre più vicino lo stop alla discarica

Treviglio – Sembrebbe vicina alla fine la vicenda della ex cava Vailata di Treviglio. I dati forniti dall’Arpa sulle condizioni idrogeologiche della cava confermano la inadeguatezza del sito alla costruzione di una discarica di amianto, per la pericolosa vicinanza della falda alla base della cava dove i rifiuti dovrebbero essere stoccati. Per chi non conoscesse queste tematiche, come spesso ricordato dagli attivi comitati contro l’amianto presenti sul territorio bergamasco, il rischio maggiore di contaminazione che l’amianto possa produrre è infatti il percolato, ovvero un’infiltrazione d’acqua nella massa dei rifiuti che da questi potrebbe poi passare nel terreno e invadere le falde acquifere.

La regione Lombardia ha quindi disposto per la Team S.p.A., la ditta che vorrebbe costruire la discarica nella cava, dieci giorni per produrre le controinformazioni relative a questo caso. Molte personalità politiche della Regione al Comune di Treviglio, si sono espressi con toni positivi e a tratti trionfali sulla decisione presa dalla Regione: con un fermo rifiuto alla discarica hanno  ribadito quello per cui i comitati e gli enti locali di Treviglio da anni si battono e che la Regione, in contrasto con le attuali posizioni, aveva in precedenza approvato.

La Team S.p.A., però, in questi dieci giorni ha presentato i suoi documenti contro il preavviso di rigetto dell’Istanza per l’Autorizzazione Integrata Ambientale formulato dalla regione. La tesi del consiglio di amministrazione dell’impresa si fonda infatti sul fatto che le distanza di due metri tra la base della barriera e la falda non sia un criterio escludente in sé stesso, ma un criterio progettuale, che richiederebbe quindi un adeguamento in corso d’opera del fondo della cava alla finalità di costruzione della discarica. Aspetto che, come nota il vicesindaco di Treviglio, metterebbe in luce quanto fosse stato precedentemente viziato non solo il progetto iniziale, ma anche la Valutazione d’Impatto Ambientale fornita all’inizio dell’iter dalla Regione Lombardia.

Non mancano, inoltre, irregolarità nella gestione dell’accesso alle informazioni: Giovanna Galli, del Comitato contro la discarica d’amianto, fa notare come il fatto che la Team abbia richiesto all’Arpa che i documenti consegnati non fossero accessibili al Comitato neghi un fondamentale diritto di informazione e trasparenza per ciò che riguarda questioni di salute ambientale. Il comitato ha già mosso i propri avvocati per chiarire questa situazione.

Tra i 19 ricorrenti, intanto, iniziano a trapelare alcune prime perplessità formali e sostanziali su ciò che è stato presentato da Team S.p.A. La firma da parte di un architetto e non di un geologo non sarebbe consono alla procedura. Il rapporto presentato all’Arpa sorvolerebbe sulla presenza di rifiuti in 8 campionamenti su 10 fatti congiuntamente dai geologi dell’Arpa, del Comune di Treviglio e della Provincia. Queste “sviste”, a meno che altri ricorsi non risultino possibili, dovrebbero invalidare la loro istanza, effettuata negli ormai scaduti 10 giorni, decretando la fine di questo progetto.

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