Bergamo – Circa 200 tra funzionari sindacali e lavoratori hanno partecipato quest’oggi al Flash Mob organizzato da CGIL CISL e UIL in occasione dello sciopero nazionale della Grande Distribuzione.
Lo sciopero a Bergamo ha coinvolto il 50% degli addetti su tutta la provincia in tutte le catene presenti sul territorio.
Non si sono però notati grandi disagi per le aziende coinvolte in quanto, secondo i funzionari sindacali, le grandi catene hanno sostituito i lavoratori assenti con personale da fuori provincia, sebbene questo sia vietato dallo Statuto dei Lavoratori.
Ad oggi la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici è pesante. Schiacciati da un lato dalla flessibilità, senza riconoscimento di salario aggiuntivo e senza maggiorazioni per lavoro domenicale e dall’altro impoveriti dalla disdetta unilaterale del CCNL da parte della neo associazione datoriale Federdistribuzione. La nuova realtà padronale è fuoruscita da Confcommercio seguendo le orme di Fiat quando – oramai 5 anni fa- uscii da Confindustria e smise di riconoscere come valido il contratto nazionale.
Il contratto nazionale del commercio, peraltro già tra i meno remunerativi nel panorama di tutti i CCNL italiani, non viene quindi riconosciuto da Federdistribuzione (nonostante le aziende aderenti l’abbiano sottoscritto a suo tempo). Questo comporta che la retribuzione che viene riconosciuta è quella del CCNL precedente ovvero il 2011. Per questo motivo viene ritenuta una provocazione proporre ulteriori tagli al salario dei lavoratori. Lavorare di più e guadagnare sempre meno, la ricetta in nome del profitto di Auchan, Carrefour, Esselunga e Coop.