Vaglia, lamette e botte

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Carcere di Quarto Inferiore, Asti

Quando ad un detenuto di questa prigione arriva un vaglia passano almeno due settimane prima che possa spendere i soldi ricevuti.
Bisogna infatti attendere che l’agente responsabile si rechi all’ufficio postale, prelevi la somma e poi la depositi sul conto corrente.
Accade quindi molto spesso che un detenuto non possa neppure comprarsi le sigarette benché disponga del denaro necessario. Lunedì, giorno della settimana in cui vengono appunto consegnati tabacco e sigarette, un ragazzo marocchino appena arrivato nella sezione B2 si è trovato proprio in questa situazione. Dopo aver ricevuto dalle guardie solo risposte sbrigative e provocazioni, lui si rifiuta di entrare in cella per protesta. I secondini cercano di intimidirlo fino a che il clima non si esaspera, portandolo ad afferrare qualche lametta da barba e minacciare di ingoiarla in mezzo al corridoio. Soltanto dopo alcune ore, quando tutti gli altri detenuti sono ormai chiusi nelle celle, una “squadretta” irrompe in sezione. Ma basta tendere leggermente uno specchio oltre le sbarre per osservare riflessa la scena di cinque uomini in divisa che atterrano il ragazzo, gli levano le lamette di mano e lo colpiscono ripetutamente per poi trascinarlo in isolamento. Chi prova ad intervenire, anche soltanto per chiedere cosa stia succedendo, viene bruscamente zittito. Nelle mattine dei giorni successivi tutti lo sentono urlare in cerca d’aiuto, ma presto viene trasferito in un altro carcere. D’altronde ci è capitato di sentire il consiglio professionale rivolto, all’ora del cambio turno, da un secondino navigato al giovane collega “ Trattali pure come bestie perché questo sono…”. Anche se oggi le guardie si fanno chiamare “assistenti”, i costumi del mestiere uniscono le generazioni.

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