Al buio, ripicche

buio pesto copia

Carcere di Quarto Inferiore, Asti

Le sera del 20 Agosto nella sezione B2 manca la luce.
Nulla di insolito, senonché un detenuto che versa in precarie condizioni di salute viene colto da un malore. Il secondino di turno non si trova al suo posto, ma ha lasciato la sezione vuota per andare a far quattro chiacchiere con i colleghi. Senza elettricità non funziona neppure il campanello che consente di richiamare l’attenzione delle guardie da dentro le celle, quindi non resta altra soluzione che battere con forza sulle sbarre e gridare per chiedere soccorso. Dopo un quarto d’ora abbondante il secondino si presenta, intimando stizzito di fare silenzio e percorrendo il corridoio con ostentata flemma.
“Si muova! C’è un ragazzo che sta male!” gli dicono in molti, a cui risponde con disinvoltura” Calma, non c’è nessuna fretta…”. Nonostante si trovi in evidente difetto, questo elemento non trova di meglio da fare che esibire carta e penna, minacciando un rapporto disciplinare a tutta la sezione per il trambusto fatto… tutto questo ancor prima di avvertire gli infermieri perché assistano il malato. Un detenuto prova a spiegargli la situazione e le circostanze d’emergenza che hanno inevitabile fare una battitura, ma è inutile. Il detenuto in questione non è uno abituato ad obbedire tacendo, perciò quando si sente perfino zittire con prepotenza reagisce 1e colma la guardia d’insulti.
Come risultato ottiene che il rapporto collettivo diventi solo per lui. Si è trovato un capro espiatorio su cui sfogare la frustrazione. Nel carcere di Asti i rapporti alla sezione vengono agitati continuamente, per ricattare i detenuti ogni volta che c’è una grana di cui non si trova il responsabile. Un po’ sono una ripicca e un po’ un incentivo a fare la spia. Ne abbiamo le tasche piene, tanto più laddove l’irresponsabile negligenza di chi ci controlla avrebbe potuto causare gravi conseguenze per uno di noi.

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