Sono un compagno che ha molte esperienze di occupazione di spazi, nella città, in tutto il paese e in parte dell'Europa. Vorrei dire alcune cose sulle occupazioni di spazi, che vengono da una ricca, seppur piena di contraddizioni e limiti, esperienza. Le occupazioni più recenti, mi riferisco a quelle nate alla fine degli anni ottanta, e all'inizio degli anni novanta, a cavallo tra la nascita delle proteste operaie contro la cogestione dei sindacati confederali, e le proteste degli studenti contro la privatizzazione della scuola e dell'università, come l'occupazione dell'università del '90 contro la riforma Ruberti, queste occupazioni sono iniziate ma oggi hanno chiuso un ciclo. Da quelle esperienze sono fuorusciti alcune avanguardie rivoluzionarie impegnate oggi in istanze di lotta politica, avendo eseguito un salto nella crescita polica soggettiva. Ma non è su questo che ci dobbiamo soffermare, e soprattutto non dobbiamo esaltare esclusivamente gli aspetti positivi che hanno avuto queste esperienze. Anzi! è necessario analizzare i punti limiti che hanno avuto per evitarli nelle esperienze attuali e future. Il punto da sottolineare secondo il sottoscritto, è il limite delle componenti proletarie nel mantenere l'egemonia politica e sociale. Non ci dobbiamo più nascondere dietro un ipocrito senso democratico della gestione delle lotte cosiccome degli spazi, è solo un'arma in mano alla piccola borghesia che prima o poi ne farà da padrona e distrugge il genuino senso proletario della nascita delle occupazioni di spazi. Il proletariato è democratico solo dentro le sue fila, ma non con le classi che finora l'hanno sfruttato e oppresso. In tutte le lotte ci sono componenti piccolo- borghesi che cercano di calmierare il percorso di lotta stesso fino a portarlo nei gangli delle istituzioni dove non è possibile conquistare più niente da parte dei proleteri. E' un pò in tutti noi un limite, quello di aver timore di perdere lo spazio fisico, timore giusto e sacrosanto ma anche un limite, nel senso che la cultura dominante fa degli stessi proletari degli esseri che temono i soggetti che lottano, perchè dipinti come teppisti e terroristi criminali, quando arriva questo punto molti di noi, comitati, collettivi e organizzazioni opportunisticamente invece di respingere con forza le accuse infamanti delle forze statali borghesi, sviliscono i contenuti e le forme delle lotte, ed è qui che la piccola borghesia si insinua nelle nostre lotte per farne un contenitore vuoto di contenuti di liberazione e di emancipazione, e invece le riempie di politica e cultura che è facilmente controllabile dallo stato borghese, anche senza l'utilizzo della forza poliziesca. Ho scritto, perchè chi viene minacciato dalle istituzioni borghesi ha sicuramente dei contenuti positivi che vanno verso l'emancipazione, e perchè conosco politicamente e ideologicamente alcuni di voi, e li riconosco come compagni e compagne che si sono sempre sforzati di far emergere contenuti di emancipazione. Ma bisogna fare attenzione di questi tempi, compagni! nel senso che la piccola va tenuta fuori dalle lotte economiche, sociali e politiche, perchè è proprio quella classe schifosa che negli ultimi anni ha soffocato quelli che erano invece destinati ad essere percorsi ricchi di contenuti di liberazione e emancipazione proletaria. Nemmeno dobbiamo fare un'altro errare che è stato fatto nel recente passato delle occupazioni di spazi, quello di esasperare il percorso in un percorso soggettivistico, nel senso di vedere nelle occupazioni lo sviluppo della rivoluzione, non è possibile in questo mondo sviluppare isole liberate e emancipate. Un altro mondo non è possibile, come dicono i piccolo borghresi degli ultimi anni, ma bisogna costruirlo per iniziare a vedere e toccare con le mani l'emancipazione reale del proletariato. Il socialismo è una tappa necessaria per costruire una società senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dove gli operai possano produrre e usufruire della ricchezza prodotta, dove gli spazi sociali sono spazi collettivi in cui il singolo individuo può sviluppare la propria musica, il proprio cinema, il proprio sport, etc. Il potere politico è la chiave di tutto ciò, la sua conquista non avviene con lo strumento elettorale ma solo con la forza organizzata collettiva guidata dalle avanguardie comuniste e rivoluzionarie.
quindi dico avanti con l'occupazione dello spazio, con la sua ndifesa, ma fuori le componenti piccolo- borghesi.
sviluppo delle componenti proletarie
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