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Appello per la liberazione delle antifasciste e degli antifascisti
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Aderire – sostenere – diffondere Saturday, Apr. 29, 2006 at 4:36 PM |
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Aderire – sostenere – diffondere
Per una vasta mobilitazione per la liberazione degli antifascisti
http://liberaregliantifascisti.splinder.com solidali-antifa@libero.it
Appello per la liberazione delle antifasciste e degli antifascisti arrestati l’11 marzo a Milano.
“Prima di tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare..."
Bertold Brecht
A tutti i democratici, a tutti gli antifascisti
[Partiti, sindacati, associazioni, collettivi studenteschi, centri sociali, singoli]
Ai fascisti non deve essere consentito di sfilare nelle nostre città: oltre ad essere illegale, vietato dalla Costituzione nata dalla Resistenza, è un oltraggio indicibile alla memoria di tutti coloro (donne, uomini, giovani, operai, lavoratori) che hanno dato la loro vita per liberare il nostro Paese dal fascismo, di tutti coloro che hanno giurato col loro sangue che i fascisti non avrebbero mai più avuto alcuna agibilità politica in Italia.
Eppure ai fascisti oggi, in Italia, viene consentito di sfilare. E chi vi si oppone viene incarcerato. Questa è la realtà attuale, una realtà alla quale vogliamo opporci e per questo sottoscriviamo questo appello.
Non possiamo accettare silenziosamente che i fascisti di Salò e i partigiani caduti combattendo il fascismo vengano messi sullo stesso piano [come ha fatto l’on. Luciano Violante definendo i fascisti repubblichini “ragazzi di Salò che hanno combattuto per un ideale al pari dei partigiani”].
Non possiamo accettare silenziosamente che una strada di una qualsiasi città italiana sia dedicata a Fabrizio Quattrocchi, mercenario fascista al servizio degli sterminatori del popolo iracheno.
Se da un lato troviamo “normale” che loschi individui come Berlusconi, Fini e compagnia promuovano sempre più apertamente la riabilitazione del fascismo fino a riconoscerne legittimità politica con le alleanze elettorali, troviamo vergognoso che i dirigenti dei partiti del Centro-sinistra gli prestino il fianco mantenendo il silenzio, specialmente quei dirigenti di partiti che ancora si dicono comunisti o democratici di sinistra.
A questi dirigenti domandiamo: perché l’11 marzo a Milano non avete messo in campo le grandi risorse di cui disponete (organizzative, economiche, politiche e istituzionali) per impedire la parata fascista? Perché avete voluto lasciare soli i giovani antifascisti che si sono opposti alla vergognosa marcia dei neonazisti? L’11 marzo a Milano, città medaglia d’oro alla Resistenza, hanno sfilato, protetti da ingenti forze di polizia, le squadracce che accoltellano, incendiano, aggrediscono immigrati, assaltano le sedi dei partiti e dei sindacati, ostentando fasci littori, svastiche e saluti romani. Non è stata solo una provocazione: è stato un oltraggio!
I giovani antifascisti scesi in piazza l’11 marzo sono gli stessi che in questi ultimi anni hanno subito innumerevoli aggressioni fisiche (accoltellamenti e agguati), lutti (l’omicidio del compagno DAX) e attentati ai loro luoghi di ritrovo (attentati incendiari e devastazioni) per mano di bande fasciste cui il governo Berlusconi ha dato mano libera nell’indifferenza del Centro-sinistra.
Quei giovani antifascisti, l’11 marzo, non andavano lasciati soli e oggi li vogliamo tutti fuori dal carcere, li vogliamo tutti liberi e tutte libere perché la galera non è il posto dove devono stare gli antifascisti. Perché l’antifascismo è un elemento costitutivo e insostituibile della coscienza democratica e dello spirito di lotta delle masse popolari italiane, quella coscienza e quello spirito espressisi nella vittoriosa Resistenza antifascista, nelle dure lotte contro i governi Scelba e Tambroni, nelle mobilitazioni contro l’MSI di Almirante: i fascisti e i loro padrini politici hanno sempre trovato una resistenza popolare determinata ogni volta che hanno messo il muso fuori dalle loro sedi. E, statene certi, la troveranno ancora.
Il primo errore è stato lasciare da soli gli antifascisti l’11 marzo. Un errore ancora più grave sarebbe isolarli oggi. Facciamogli sentire il calore della nostra solidarietà antifascista, riportiamoli alle loro famiglie, ai loro compagni, ai loro amici.
Costruiamo una vasta mobilitazione in solidarietà con le antifasciste
e gli antifascisti arrestati l’11 marzo
Contro la riabilitazione del fascismo - ora e sempre Resistenza
Per la loro immediata liberazione
Per un corteo nazionale aperto dalla parola d’ordine:
Libertà immediata per gli antifascisti
SITO: http://liberaregliantifascisti.splinder.com mail: solidali-antifa@libero.it
Adesioni pervenute al 29.04.06
Circolo PRC – giovani comunisti "OTTOBRE ROSSO", Saronno (VA)
Centro di Documentazione Filorosso (MI)
Comitato elettorale Lista Comunista (MI)
Ass. Ladri di Cartapesta (MI)
Comitato Aldo Salvetti (MS)
Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Sindacato Lavoratori in Lotta
Associazione Solidarietà Proletaria
Sergio Sardo – coordinatore locale del PdCI per i comuni di Bollate, Senago, Rho, Garbagnate, Lainate (MI)
FrancoPiciucchi – iscritto al Circolo PRC “Che Guevara” di Garbagnate (MI)
Fabio Graggio – Portavoce Radicali di Sinistra Lombardia
Giacomo Bazzani – Resp. Comunicazioni Radicali di Sinistra Lombardia
Francesco Ciraci (tesserato PdCI) Pieve Emanuele (MI)
Simone Consonni – Sesto S. Giovanni(MI)
Gaspare Jean – Presidente Azienda Servizi di Utilità Sociale di Bollate
Filippo Arata
Valeria Tornese
Mario Palici
Davide Canonia
Giorgia Grosso
Ivan Piacemmi
Christian Ghilardi
Maria Arabetta
Gerlando Agliata
Roberto Bonacina
Tiziano Vigano – anarchico
Vittoriano Galbusera
Gatti Giulio
Sofia Scarnao (Torino)
Medhi Alem Falak
Pina Vitello (Torino)
Maffei Michele
Vittorio Gorotta
Jacques Gelmetti
Franzosi Roberta
Gianni Borrini - artigiano (MS)
Daniele Simi - operaio cavatore (MS)
Angeli Massimo - barista (MS)
Enrico Ricci - impiegato Sett. Sanità (MS)
Amadei Cesare - artigiano (MS)
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Comunicati di solidarietà con il compagno Valter Ferrarato
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solidarietà antifascista Saturday, Apr. 29, 2006 at 4:41 PM |
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L’indirizzo è:
Valter Ferrarato
c/o Carcere di San Vittore
Piazza Filangieri, 2 – 20123 Milano
E' molto importante promuovere la solidarietà attiva e militante per fare in modo che gesti repressivi di questo tipo non passino inosservato !
Liberi tutti/e subito !
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anticomunisti
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comunista Thursday, May. 11, 2006 at 7:33 AM |
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Liberi anche di essere anticomunisti,ricordandoti che in galera ci sono parecchi comunisti e quindi giocare sulle divisioni ideologiche o seguire il leader di qualche cs è un'emerita cazzata per non dire di peggio.
Chi ha le palle sotto e non era in piazza per giocare,dei pianistei dei figli di papa' ne avra'pieni i coglioni, e loroe solo loro hanno il diritto di rivendicare le scelte, senzai vostri giudizi o degli avvocatucoli che da Genova in poi hanno fatto solo chiacchere,gli sbirri sono stati promossi e le migliaia di persone con teste fracassate stanno ancora aspettando giustizia.
11 marzo 100 italiani si sono ricordati di cos'è il fascismo oltre ad averli lasciati soli avete il coraggio di giudicare?
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LIBERATE GLI ARRESTATI
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da il Manifesto del 12 maggio 2006 Friday, May. 12, 2006 at 2:13 PM |
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11 marzo LIBERATE GLI ARRESTATI Sono passati due mesi esatti da quell’11 marzo in cui una manifestazione di protesta contro l’indecente sfilata nazi-fascista della “Fiamma Tricolore” si era trasformata in un mezzogiorno di follia. Oggi, 27 persone si trovano ancora in carcere in attesa di un processo, del quale non è stata nemmeno fissata la data. Il problema non è il giudizio da dare di quei fatti. Quell’esplosione di violenza ha riproposto una modalità della politica rispetto alla quale non possiamo che avvertire tutta la nostra lontananza e tutta la nostra incomprensione. Il problema sta nel fatto che 27 persone stanno pagando ancora oggi un prezzo inaccettabile e smisurato, in omaggio non tanto alla legge, quanto piuttosto al clima politico avvelenato -e a tratti isterico- che si era instaurato in campagna elettorale. Le accuse contro i 27 ragazzi e ragazze sono pesantissime, come quella di devastazione, eppure loro sono in carcere anzitutto perché erano presenti quel giorno in corso Buenos Aires, indistintamente e non per quello che ognuno di loro ha effettivamente fatto. Insomma, sembra scomparso quel principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico, per cui la responsabilità penale è personale. Pertanto, essere stati lì, aver indossato un passamontagna o aver portato una bottiglietta d’acqua è diventato indizio sufficiente per essere privati della libertà personale a tempo indeterminato. Lungi da noi voler insegnare il mestiere ai magistrati, ma ci pare urgente e necessario ristabilire in città un clima politico più equilibrato e razionale attorno a quei fatti. Per questo e per non veder marcire in carcere inutilmente 27 ragazzi e ragazze, ci permettiamo oggi di dire che è arrivato il momento di restituire gli arrestati dell’11 marzo alla loro vita e al loro lavoro. E ci permettiamo altresì di invitare quella tanta parte della città, rimasta finora in silenzio, a fare altrettanto.
(Luciano Muhlbauer, consigliere regionale del Prc)
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Speriamo che......
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Fascio & Martello Sunday, May. 14, 2006 at 11:10 PM |
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Speriamo che rimangano a lungo in galera e che a nessuno venga voglia di liberarli, altrimenti faranno quello che hanno fatto la volta scorsa, cioè comportamenti criminali, e tentato omicidio della libertà e della democrazia. Balordi, andate a lavorare!
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Liberati !
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CARC Monday, May. 15, 2006 at 10:38 PM |
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Cari compagni,
vi comunichiamo con grandissimo entusiasmo la fine della carcerazione di Valter e della compagna arrestata con lui, Marta.
Ancora una volta, grazie alla mobilitazione in sua solidarietà e grazie alla sua fermezza e condotta impeccabile di comunista antifascista e rivoluzionario, la borghesia
è stata costretta a liberarlo. La sua presenza nelle carceri imperialiste stava divenendo davvero scomoda e così la sua liberazione.
Non ci dilunghiamo troppo, seguirà comunicato con i particolari della vicenda e gli sviluppi.
Un saluto a tutti i compagni.
Libertà per tutti gli antifascisti arrestati!
Libertà per tutti i prigionieri rivoluzionari!
Maj e Czeppel liberi subito!!!
Uff. Segreteria della Direzione Nazionale dei CARC
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L'antifascismo non si arresta, non si processa e non si scomunica
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Compagni/e di Roma Saturday, Jun. 03, 2006 at 7:18 AM |
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L'antifascismo militante non si arresta, non si processa e non si scomunica
"Parigi sì, Milano no" Liberazione, 12 marzo 2006
25 compagne e compagni da quasi tre mesi sequestrati dallo Stato. Una situazione surreale, se non fosse in continuità con l'infamia della politica repressiva che negli ultimi anni ha incessantemente bersagliato chi non accetta di ridursi a spettatore passivo della putredine capitalista.
25 compagne e compagni che continuano a pagare la mobilitazione dell'11 marzo, punto di arrivo ed espressione di un importante percorso autorganizzato e determinato dei giorni precedenti.
Non giova a nessuno rievocare l'approssimazione e l'inesperienza di piazza che ha portato all'arresto delle compagne e dei compagni, oggetto dalla necessaria autocritica che i vari collettivi e individui hanno espresso nelle settimane successive; è importante, invece, ricordare con orgoglio quel percorso di costruzione della giornata di lotta antifascista militante, che ribadì l'urgenza e la necessità di una ferma e compatta risposta al dilagare delle violenze e alla conquista di spazi di visibilità e agibilità politica da parte delle più becere canaglie fasciste; un percorso autonomo, rispettoso delle differenze e poco interessato a dicotomie su violenza - nonviolenza, e per questo a volte poco compreso, altre decisamente contrastato e infamato dai più diversi rappresentanti del movimento paraistituzionale italiano e milanese.
Duole notare che la ricchezza e le potenzialità di quel percorso, decisamente Antifa e autorganizzato, abbia trovato così poche possibilità di svilupparsi e rafforzarsi a livello locale e nazionale.
Da un lato si è affievolito quel sano spirito di radicale antifascismo espresso in quel mese; è vero, l'antifascismo non può esaurire in sé il lavoro quotidiano delle esperienze antagoniste. Bene hanno fatto i promotori della manifestazione del 17 giugno a ribadire i caratteri antiautoritari della pratica antifascista, per contrastare i connotati razzisti, sessisti, proibizionisti e omofobici della demenza destrorsa. Vanno però allo stesso tempo sottolineati i connotati classisti del diffuso autoritarismo, in particolare tramite i rapporti gerarchici nel variegato mondo della precarietà, strisciante, palese o sfacciata che sia, senza dimenticare la politica contro le immigrate e gli immigrati; precariato e chiusura delle frontiere (CPT), espressioni di politiche difficilmente risolvibile nella distinzione destrasinistra, come ben approfondito dall'appello di OLGa.
Questo discorso ci porta a un'altra considerazione; oltre il modello AlbertiniMoratti, "l'Italia, ed in particolare Milano, (.)laboratorio politico per la destra istituzionale ed estrema", parliamo del modello Veltroni, e di quello gemello Cofferati (certamente non meno reazionario sul concetto di "legalità"). La giunta romana è la responsabile del restringimento degli spazi sindacali autonomi, degli sgomberi dei migranti, dell'ossessione securitaria, dei sei (6!) spazi occupati dai non conformi fascisti capitolini. Espressioni anche della debolezza antagonista e rivoluzionaria, ma certo non frutto di una politica cittadina "aperta". Di più essa è sostenuta da un blocco di potere economico che è somministratore delle forme più estreme di precarietà: si pensi ad Alberto Tripi, padrone di Atesia e intimo di Veltroni o alle cooperative sociali, "rosse" o "bianche", che siano. Limitarsi a sottolineare la specificità del modello comunale milanese, significa sì avvicinare le opportunistiche opposizioni istituzionali locali, ma anche rendere difficile la comunicazione e il confronto a livello nazionale fra le realtà più affini.
Non si tratta dell'elogio dell'isolamento, tutt'altro; non si esce dall'angolo in cui siamo e, soprattutto, non si fanno uscire le compagne e i compagni in galera a colpi di tardivi e sospetti articoli dell'organo di disinformazione dei seguaci della terza carica dello Stato o salendo su carrozzoni di nani e saltimbanchi, più di quanto non contino percorsi autonomi, antiautoritari, autorganizzati e il quotidiano lavoro sociale e sindacale antifascista e anticapitalista. Ma questi utimi sono i SOLI percorsi che possano interessare in prospettiva Antifa, gli unici collegati alla tradizione europea dell'antifascismo militante, gli unici itinerari, che, seppure chissà quanto frammentari e discontinui, possano dare senso ai nostri salti nel buio, ai nostri errori e ai nostri sacrifici.
Quei sacrifici che hanno portato centinaia di militanti rivoluzionari, antagonisti, anarchici e comunisti a vivere tutti i giorni nella segregazione carceraria, fatta anche detenzione dura (41 bis) e dai reati associativi (art. 270), figli, non dimentichiamo, del regime fascista (codice Rocco).
Sia ben chiaro, lungi da noi qualsiasi desiderio di divisione, si tratta di contributi critici per la discussione di compagne e compagni, nella speranza che i giorni che precederanno e lo stesso 17 giugno possano essere l'occasione per creare o per rinsaldare solidarietà, pratica e teoria antifascista autonoma.
Né delegare, né compromettere il nostro antifascismo.
Il 17 giugno tutte e tutti a Milano
Libere Tutte Liberi Tutti
Compagne e Compagni dell'assemblea del 27 maggio 2006 presso L. R. O. Gatto Selvaggio Roma
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BUFFON L'ORGOGLIONE
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STICAZZI Tuesday, Jul. 11, 2006 at 7:17 PM |
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ATTENZIONE! IL CARO BUFFON NON E' QUEL POVERO INGENUO KE ESPONE SIMBOLI FASCISTI SENZA CAPIRCI 1 CAZZO DI QUELLO KE FA: NELLA FESTA DI IERI HA ESPOSTO SUL PALCO UNO STRISCIONE, CON SU SCRITTO "FIERO DI ESSERE ITALIANO....", SOPRA ERA ANKE NOMINATO 1 QUARTIERE DI ROMA (LAZIALE, CREDO) E SOPRATTUTTO RECAVA UNA PICCOLA CROCE CELTICA.
OGGI SAPPIAMO KE IL GHETTO EBRAICO E' STATO IMBRATTATO DI SIMBOLI SIMILI... HA DATO L'ESEMPIO!
FORSE HA ALTRI SIMBOLI TATUATI SUL CORPO, MA NON NE HO LE PROVE...........
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[MI] Condannati a 4 anni 18 manifestanti
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da Repubblica Wednesday, Jul. 19, 2006 at 12:52 PM |
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Milano, disordini a corso Buenos Aires Condannati a 4 anni 18 manifestanti
Gli antagonisti cercarono di impedire una dimostrazione della Fiamma Tricolore Nove imputati assolti, a tutti concessi gli arresti domiciliari
MILANO - Quattro anni di reclusione. E' questa la pena inflitta dal Gup Giorgio Barbuto, con rito abbreviato, a 18 dei giovani accusati delle devastazioni avvenute l'11 marzo scorso in corso Buenos Aires a Milano. Nove imputati sono stati assolti mentre due hanno patteggiato per reati minori. Il giudice ha concesso gli arresti domiciliari a tutti i condannati.
Il gruppo, che gravita nell'area dei centri sociali milanesi, è stato condannato per accuse che variano dalla devastazione all'incendio, alle lesioni. Gli scontri ebbero luogo l'11 marzo scorso in centro a Milano nel corso di una manifestazione promossa dai centri sociali per contestare il raduno della Fiamma Tricolore in programma nel pomeriggio. L'ala più dura mise a ferro e fuoco il centralissimo corso Buenos Aires: ore di guerriglia con vetrine infrante, auto e moto incendiate, edicole date alle fiamme, palazzi anneriti dal fumo, barricate nelle strade, e un assalto a un punto elettorale di An che venne dato alle fiamme.
In attesa della sentenza davanti al tribunale si sono riunite circa 250 persone appartenenti all'area antagonista milanese che al grido di "Tutti liberi" si sono mossi in corteo verso piazza San Babila. Critiche le reazioni alla sentenza: "Oggi il giudice ha fatto felice qualcuno. Quelli di Fiamma tricolore e di Forza nuova".
"E' stato fatto un primo passo verso l'accertamento della verità definitiva. Anche rispetto alle condanne, di cui attendiamo le motivazioni e contro cui faremo appello", commenta l'avvocato Mirko Mazzali, difensore di 16 imputati.
(19 luglio 2006)
http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/cronaca/incidenti-milano/incidenti-milano/incidenti-milano.html
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dalle motivazioni vedremo se la sentenza è abnorme
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marcos Thursday, Jul. 20, 2006 at 1:16 PM |
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Se nelle motivazioni risulterà a carico dei condannati NON SOLO la prova della mera partecipazione al corteo MA ANCHE la prova concreta di aver partecipato e-o favorito la distruzione di macchine, vetrine incendi e quant'altro la sentenza è giusta ed ineccepibile, altrimenti sarebbe una cosa abnorme da peggiore stato di polizia. Se si sfasciano le vetrine e si appiccano incendi terrorizzando una città è giusto essere condannati e sarebbero vergognose manifestazioni di solidarità nei confronti di questi teppisti terroristi violenti e pure un po fascisti loro stessi nei metodi. Ma se si partecipa solamente ad un corteo non si può essere condannati "in blocco" solo per questo, per colpa di qualche delinquente facinoroso. Sarebe una sentenza ignobile, ingiusta, fascista e contraria allo stato di diritto, che sicuramente non reggerebbe nei successivi gradi di giudizio.
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