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Le parole non bastano per ricordarlo, splendida persona, splendido compagno e sincero antifascista.

Preferiamo, nel dolore, ricordarlo in mezzo a noi, nei cortei, nella musica, nel sorriso che chiunque l'abbia conosciuto non scorderà mai.

Le tue lotte, Bagna, sono le nostre lotte, il tuo pensiero verso gli sfruttati di questa società continuerà ad essere la benzina del nostro fuoco di ribellione, come te non accettiamo la menzogna e la sopraffazione del potere e dei potenti, e, con te, per te, e per tutti noi continueremo ancora a lottare per un ideale che non avrà mai fine.

Hasta Siempre Bagna

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Il Newroz

Sabato 21 marzo
alle ore 19.00
Piazzale Della Pace

I kurdi contano gli anni a partire dal 612 a.C. e il Capodanno è il 21 marzo,Newroz,il Nuovo Giorno. Per i kurdi questa è la data della rivolta popolare guidata dal fabbro Kawa contro il tiranno Dehok. Una leggenda narra che Dehok aveva sulle spalle due serpenti che doveva nutrire ogni giorno con il cervello di due giovani.
L’addetto all’ingrato compito decise di risparmiare almeno uno di essi, utilizzando il cervello di un montone.Dai giovani segretamente salvati, che dovevano scomparire per sempre nascondendosi tra i monti inaccessibili,è nato il popolo dei kurdi.
Dopo la vittoria, Kawa fa accendere fuochi sulle vette delle montagne per comunicare la buona notizia a tutto il paese . Le feste intorno ai falò nell’equinozio di primavera sono un’usanza remota comune ai popoli indoeuropei. Per i kurdi i fuochi del Newroz sono un simbolo di libertà.
Alle ore 19 partirà una fiaccolata da Piazzale della Pace che arriverà in Piazzale dell'Annunziata, con musiche e balli per celebrare il Newroz.
Per l'occasione verrà lanciata la campagna di raccolta farmaci promossa dalla Mezzaluna Rossa Curdistan Italia Onlus, verranno date informazioni sui punti di raccolta, le modalità e la lista completa dei farmaci che occorrono.

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Storie di Gap - Presentazione del libro di Santo Peli

Venerdì 3 aprile

ore 18.00

Libreria la Feltrinelli - Via Farini 17, Parma

I Gap, componente esigua ma rilevante del movimento di Resistenza, occupano un posto marginale nella memoria collettiva e nella storiografia resistenziale. Due ragioni spiegano tale marginalità: da un lato i Gap combattono secondo le modalità classiche del terrorismo, cioè con uccisioni mirate di singoli individui e con attentati dinamitardi; dall’altro sono organizzati e diretti dal Partito comunista, e dunque restano, durante e dopo la Resistenza, connotati politicamente in modo molto più marcato delle altre formazioni partigiane. Quella dei Gap viene dunque in prevalenza percepita come «un’altra storia», su cui si sono esercitati anatemi con più virulenza che sulla Resistenza in generale. Nell’immaginario collettivo, alcuni dei più intricati nodi politici ed etici della lotta resistenziale messi in evidenza dalla pratica del terrorismo urbano continuano, ancor oggi, ad essere schiacciati tra deprecazioni calunniose e acritiche esaltazioni, che prescindono da una reale conoscenza dei fatti. Per la prima volta, origini, sviluppo, difficoltà, successi e fallimenti dei Gap vengono analizzati nell’unico contesto che li rende comprensibili, nella storia della Resistenza. Le condizioni esistenziali e materiali nelle quali i Gap agiscono, le risorse di cui dispongono, la difficile decisione di uccidere a sangue freddo, e i diversi modi in cui si pongono il problema delle rappresaglie, della tortura, della morte, escono finalmente dal mito e dalla demonizzazione liquidatoria.

Santo Peli, docente di Storia contemporanea all’Università di Padova, divide i suoi interessi tra la Resistenza e l’antifascismo, e la storia della classe operaia tra le due guerre mondiali. Tra le sue pubblicazioni: L’altro esercito. Classe operaia durante la prima guerra mondiale (con Alessandro Camarda, Feltrinelli, 1980), La Resistenza difficile (Franco Angeli, 1999), La Resistenza in Italia. Storia e critica (Einaudi, 2004) e Storia della Resistenza in Italia (Einaudi, 2006).

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Presentazione dell'opuscolo "Ucraina. Golpe, guerra. resistenza" edito da Red Star Press, a cura della Rete Nazionale Noi Saremo Tutto
A seguire aperitivo con buffet a sostegno della campagna Non un passo indietro che poterò alcuni compagni in Donbass per dare solidarietà e raccogliere testimonianze dirette dai territori in guerra.

Venerdì 27 marzo
alle ore 18.30
Circolo Arci Pedale Veloce, b.go Bernabei 29, Parma

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In occasione della Giornata della Terra, che ricorre il 30 Marzo e ricorda il diritto del popolo palestinese a riconquistare la propria terra e la propria libertà, il GAP organizza la proiezione del documentario "The fading valley".
Diretto da Irit Gal, il documentario mostra la vita quotidiana dei contadini e degli abitanti della Valle del Giordano, che dall'occupazione israeliana del 1967 vivono sotto la pressione sionista. Il controllo militare, così come il furto di terra e risorse, sono finalizzati a rendere invivibile la vita dei palestinesi, così da costringerli a lasciare la propria terra e abbandonare la lotta di liberazione nazionale.
Ingresso libero.

Proiezione di "The Fading Valley" di Irit Gal

Lunedì 30 marzo
alle ore 17.00

Sala Lauree Facoltá Di Economia, Universitá Di Parma

 

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In merito all'articolo della Gazzetta di Parma di oggi, 14 marzo 2015 a firma Chiara Pozzati.

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La risposta all'articolo di attacco della Gazzetta di Parma nei confronti dello Spazio popolare autogestito Sovescio.

Quando IL BUE DICE CORNUTO ALL’ASINO...


Il signor Molossi dirige la Gazzetta di Parma giornale dell'Unione Industriali di Parma. Questo quotidiano, i suoi proprietari, il suo direttore, i suoi giornalisti sono stati compliciconsapevoli di tutte le porcherie, di tutte le schifezze, di tutti gli innumerevoli crack e delle ruberie realizzate in questi 12 anni che ci separano dal crack Parmalat, dal crack Guru, dal tracollo finanziario del Comune di Parma fino all'ultima incredibile frode realizzata dall'ex presidente Ghirardi e soci. La Gazzetta di Parma nel 2003 ha difeso Calisto Tanzi e il suo aiutante Tonna arrivando a censurare per tre giorni di fila la notizia del crack Parmalat, mentre tutti i giornali nazionali non parlavano d'altro. La Gazzetta di Parma fino al 2008 ha coccolato come un gioiellino e incensato in ogni modo possibile il signor Matteo Cambi, responsabile della bancarotta di GURU, individuo spregiudicato e rampante per non dir di peggio. La Gazzetta di Parma ha benedetto dal 2000 fino all'ultimo giorno la colata di cemento realizzata da Ubaldi Vignali e dall'Unione Industriali, costata al Comune un debito di 860 milioni di euro, censurando e tacitando nel contempo tutte le voci critiche che si alzavano contro il sistema di potere Ubaldi-Gazzetta-Unione Industriali. La Gazzetta di Parma infine non ha perduto occasione per esaltare acriticamente il signor Ghirardi, presuntomecenate bresciano accolto col tappeto rosso da Molossi e dai suoi pennivendoli, salvo poi quando le cose si son messe male, denigrarlo dalle colonne del quotidiano. Ma tutta questa marea di balle non provoca il minimo problema di coscienza ai disinformatori che lavorano alacremente in via Mantova per confezionare le nuove bugie da rifilare al credulone parmigiano. Molossi e company infatti sono specializzati anche nella ricerca di capri espiatori, di persone o situazioni scomodeda criminalizzare, falsi bersagli verso i quali indirizzare l’incazzatura popolare, costruendo campagne d'opinione forcaiole e martellanti. Il caso del Sovescio è uno di questi: l'odio viscerale che il signor Molossi nutre per questa realtàlo spinge fino al limite dell'idiozia e dell'autocontraddizione: infatti tra dicembre 2014 e gennaio 2015 la Gazzetta di Parma sviluppa una violenta polemica contro il trasferimento del Sovescio in via d'Azeglio presso la struttura degli ex Stimmatini, fomentando in tal senso tutti i gruppi di opposizione ai 5 Stelle. Più realista del re, il povero consigliere Pellacini dell'UDC giunge ad inoltrare un esposto alla Magistratura per bloccare l'atto di assegnazione degli ex Stimmatini al Sovescio. In effetti è quello che accade: il trasferimento del Sovescio praticamente si ferma a causa dell’esposto.A questo punto il signor Molossi – palesemente accecato dall'odio - inizia una campagna di stampa dai toniesattamente opposti, inveendo contro il Comune di Parma e l'assessore Rossi per il ritardo con cui il trasferimento non avviene!!!!

SE NON È PAZZIA QUESTA, COS'È???ECCO IL LORO LAVORO:

- Distogliere l'attenzione dai gravi problemi sociali della nostra città,

- Occultare le responsabilità proprie e dell'Unione Industriali nel disastro finanziario del Comune di Parma,


- Criminalizzare tutte le esperienze sociali non in linea col pensiero dominante

IL SIGNOR MOLOSSI È IL PERFETTO PROTOTIPO E CORIFEO DI UNA CLASSE DOMINANTE DI SCELLERATI E IRRESPONSABILI CHE CI GUIDA VERSO IL DISASTRO SOCIALE PROSSIMO VENTURO, INCURANTI DELLE CONSEGUENZE PER LE CLASSI POPOLARI


13 marzo 2015


Spazio Popolare Autogestito Sovescio

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Giovedì 26 marzo 2015, alle ore 20.00 allo spazio occupato Sovescio

Incontro con Giuseppe Bucalo del Comitato Iniziativa Antipsichiatrica

L'esperienza antipsichiatrica siciliana, la più longeva fra le esperienze italiane, si è sempre caratterizzata per una forte vocazione pratica e un forte legame con il territorio di riferimento, elaborando strategie legali per difendersi dagli attacchi psichiatrici senza tralasciare il soccorso e l'accoglienza in favore di quanti si trovano sotto ricatto psichiatrico. Per questa attività abbiamo coniato il nome di "soccorso viola" mettendo insieme la necessaria tutela legale e l'altrettanto indispensabile supporto logistico a quanti si vogliono liberare dal controllo psichiatrico e autogestire la propria esperienza.

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Sabato 7 Marzo, h. 10.00 in Piazza Garibaldi, presidio antirazzista.

Piccoli camaleonti crescono. E per cambiar colore cambiano le felpe. E forse è proprio da questa considerazione che bisogna partire per capire cos’è successo sabato 28 a Piazza del Popolo. L’elemento che ha maggiormente colpito di questa trasferta romana della Lega è stato lo smaccato trasformismo degli irriducibili padani del ”Roma ladrona” tramutatisi improvvisamente in fan della città eterna. Nel corteggiamento nei confronti della capitale, da sempre identificata come il covo della corruzione e del malaffare, non è mancato “Roma è una città civile, una città stupenda, colorata, arrabbiata ma pacifica”. Ma l’improvvisa infatuazione capitolina altro non è che uno degli effetti del cambio di colore del camaleonte: autonomia, federalismo, indipendentismo padano, la demonizzazione di un Sud ozioso e parassita hanno strategicamente ceduto il passo ad un decisamente più funzionale nazionalismo, coltivato all’ombra delle Le Pen in fiore. Vuoi mettere la presa di un nero, di un maghrebino, di un musulmano come nemico da incoronare rispetto ad un insipido ”terun napoletano”? Bisogna stare al passo coi tempi, tendere l’orecchio al borbottio delle pance delle masse; e cosa vuoi che attecchisca di più nelle viscere di un italiano impoverito e frustrato dell’odio verso l’immigrato che gli ruba il lavoro? La ricetta vincente è scegliere un nemico più lontano e numericamente molto più consistente, affinché numericamente molto più consistente diventi anche il consenso politico e l’armata Brancaleone dei difensori della patria. Poi c’è l’Islam, che anche quello aiuta: basta fare un po’di gioco delle tre carte tra jidahisti, profughi e clandestini ed ecco che i barconi diventano agli occhi dell’italiano, già diffidente di suo, le navette del Califfato.
Nel gioco delle tre carte, il K.O Game e l’arrivo di 350 profughi che scappano dalle guerre si fondono creando il pretesto utile alla Lega per scendere in piazza, in una Parma che ormai è diventata un ”far west”, per reclamare sicurezza. Sicurezza che, secondo il buon Fabio Rainieri (segretario della Lega Nord Emilia), verrebbe messa a repentaglio dal bando pubblicato dalla prefettura per l’accoglienza di queste persone.
Consapevoli del fatto che alla base di una società sicura ci sia la giustizia sociale, non possiamo fare altro che scendere in piazza contro chi discrimina seminando odio e paura .
Chiediamo a gran voce che i fondi vengano investiti realmente nell’accoglienza senza dare opportunità agli speculatori di turno di arricchirsi sulla pelle di centinaia di uomini e donne; chiediamo, inoltre che il monitoraggio dell’ utilizzo di questi finanziamenti venga sottoposta alla supervisione dei progetti e delle associazioni antirazziste che da anni lavorano realmente con i migranti e le migranti.
Pertanto, invitiamo la parte giusta della città, quella antirazzista, antisessista, antifascista e solidale, a prendere parte al presidio di sabato sette marzo alle ore 10 in piazza Garibaldi.

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