Guatemala: elezioni senza speranza.
La popolazione guatemalteca si trova, per la seconda volta dopo gli Accordi
di Pace, di fronte alle urne per votare il nuovo
Presidente del Congresso
oltre a deputati, sindaci e membri del Parlamento Centroamericano.
Il Guatemala è un Paese che è stato stravolto
dalle
dittature militari che si
sono insediate dopo il 1954, anno del Colpo di Stato ideato, finanziato,
appoggiato e realizzato (come ammettono documenti ormai resi pubblici della
CIA) dagli Stati Uniti con l'appoggio di vertici militari e grandi
proprietari terrieri del paese centroamericano.
Da allora si è aspettato il 1996 per siglare gli Accordi di Pace tra
Esercito e
Guerriglia con la mediazione dell'ONU. I governi che da allora si sono
succeduti (Arzù 96-00 e Portillo 00-03) non hanno rispettato gli impegni
per
costruire una vera pace nel
paese. Il clima
pre-elettorale non consente di avere speranze. Rios Montt, ex dittatore ed
uno
dei maggiori responsabili del genocidio in
Guatemala, concorre democraticamente, sebbene la Costituzione della Repubblica affermi che gli ex dittatori non possono candidarsi alle
elezioni presidenziali.
Negli ultimi sondaggi
Montt è
fermo all'11% dei consensi ,ma c’è comunque il rischio che vinca
le
elezioni. Altri due candidati si contendono la poltrona di Presidente. Il
primo
è Berger al 33%, il candidato della destra ultraliberista, il secondo,
invece è
Colom, con il
30% (alle scorse presidenziali ha ottenuto il 13% con la sinistra) sempre di
destra ma più moderato.
In una popolazione dalla stragrande maggioranza di etnia indigena non c'è
un candidato indigeno ed è significativa la testimonianza di un indigeno, in
una comunità dell'altopiano che afferma: per noi la guerra continua, gli
eserciti non sparano piú, ma continua la guerra della violenza e della
miseria nella nostra comunitá
Approfondimenti
visione generale sulla situazione (in inglese) | sondaggi e informazione(in inglese)
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