La pace a parole
Nel primo giorno del nuovo governo nominato dal primo ministro palestinese
Abu Mazen è arrivata puntuale la risposta da parte dei gruppi
estremisti palestinesi, in dissenso con la posizione del primo ministro
considerata troppo morbida. Nella notte del 30 aprile un nuovo attacco suicida
ha fatto tremare il lungomare di Tel Aviv. Sia l'attentatore, morto
durante l'attacco costato la vita a tre civili israeliani, che il
suo complice erano cittadini
britannici: è la prima volta che accade dall'inizio della
seconda Intifada. Non si è fatta attendere la risposta dell'esercito
israeliano, entrato in forze in un quartiere di Gaza: 10 morti.
Continua intanto la presenza degli attivisti in Palestina, nonostante la dichiarazione del generale israeliano Ya'Alon's su un piano
di evacuazione di tutti gli internazionali presenti nei Territori.
Ed è stata presentata ieri a Sharon e Abu Mazen la fantomatica
"Road
Map", il piano di pace messo a punto dal quartetto Usa-Ue-Russia-Onu,
su cui sono in molti a riporre le speranze e in pochi a credere
che servirà a portare la pace nei fatti oltre che a parole.
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