A Rho un corteo contro il piano Alfa. La lega decida se stare con i lavoratori e il territorio o con Zucchetti e gli speculatori

 

Il Centro Sociale Fornace promuoverà nelle prossime settimane, insieme alle realtà sindacali, associative, politiche e ai comitati cittadini, una manifestazione a Rho contro il Piano Alfa, perché venga bocciato l’Accordo di Programma nei Consigli Comunali chiamati a discuterlo e votarlo. Il progetto è identico a quello che qualche mese fa era stato rifiutato dal Consiglio Comunale di Rho, che aveva impegnato il Sindaco Zucchetti a contrattare condizioni migliori con proprietà e Regione Lombardia.
Evidentemente i Ciellini Zucchetti e Formigoni hanno deciso di fare una forzatura e di non tenere in alcuna considerazione le osservazioni del Consiglio Comunale, che si troverà ora in votazione, a seguito della firma da parte dei Sindaci dell’Accordo di programma, un testo non emendabile. Un aut aut per l’opposizione, decisa e compatta a votare contro, ma soprattutto per la Lega Nord, che aveva manifestato la propria contrarietà e che ora sarà chiamata ai fatti, si capirà infatti se si schiererà dalla parte del territorio, dei cittadini, dei commercianti e dei lavoratori, oppure se concederà il proprio voto (ma basta anche l’astensione) agli speculatori, i veri “padroni a casa nostra”. Il mega centro commerciale, gli alberghi, il residenziale, i parcheggi e il groviglio di strade che verrebbero edificate rappresenta una scelta che è la base stessa del Pgt che Zucchetti aveva presentato a Rho e poi ritirato, ovvero l’idea che questo territorio non debba più avere alcuna vocazione produttiva, ma che sia invece lasciato in mano a chi vuole fare investimenti immobiliari senza una reale contropartita di sviluppo economico e occupazionale sul territorio, a scapito di chi il territorio lo utilizza per vivere e non per fare semplicemente profitto. E’ infatti evidente che il proliferare di queste strutture, ancora di più nel pieno della crisi economica, non ha grosse possibilità di funzionare a pieno regime e, più che le attività che vi si svolgerebbero all’interno, ha una validità solo per chi realizza la valorizzazione immobiliare dell’area. Tanti soldi e subito!
Una scelta insomma che ripercorre l’idea di fondo che ha caratterizzato la proposta di Expo 2015, dove i contenuti sono spariti il giorno dopo l’assegnazione a Milano, per dare invece tutto lo spazio alla disputa sulle poltrone dei consigli di amministrazione e sulle aree da trasformare costruendo alberghi, grattacieli e centri commerciali.

 

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