Area ex Diana De Silva: nutrire Diana Bracco, affamare i precari

 

Il post-Expo a Rho inizia da qui!

Questa mattina gli attivisti del centro sociale SOS Fornace hanno segnalato con l’affissione di striscioni, l’accesione di fumogeni e l’attacchinaggio di manifesti il cantiere dell’ex Diana De Silva, area di proprietà della presidente di Expo e vicepresidente di Confindustria Diana Bracco, per protestare contro l’assenza – nella convenzione urbanistica – di una quota di alloggi da cedere al Comune per finalità di edilizia residenziale pubblica.
L’azione si è svolta in pochi minuti, gli striscioni recitavano “+ case popolari – appalti dorati”, “Speculazione in corso”, “Il post expo inizia da qui: nutrire la Bracco, affamare i precari”.

Le decine di appartamenti – tra cui anche attici di lusso – che verranno realizzati sull’area (assieme a un teatro comunale di 800 posti), non rispondono al fabbisogno abitativo del territorio e rischiano di diventare solamente un “vuoto speculativo” rimanendo di fatto sfitte o invendute, andando così ad incrementare il patrimonio residenziale sfitto presente sul territorio comunale (oltre 2000 alloggi).

Il Sindaco Romano dovrebbe sapere che l’amministrazione comunale possiede solo 480 abitazioni – a cui si aggiungono i 150 appartamenti gestiti da Aler assieme al Comune di Rho – e una lista di attesa di oltre 400 famiglie. A fronte di questa situazione, ogni anno si liberano solamente circa 15 abitazioni. E questo senza considerare tutti quei soggetti che, pur non avendo i requisiti per un alloggio ERP, sono in difficoltà nel sostenere il costo dell’affitto e delle utenze.

Il post-Expo nella città di Rho inizia dalla speculazione di Diana Bracco, un’occasione per nutrire le tasche del presidente di Expo 2015 (nonché vicepresidente di Confindustria), mentre i lavoratori del grande evento vengono sfruttati per contenere il costo della manodopera.

Lo scorso Consiglio comunale ha, inoltre, delegato alla proprietà dell’area dell’ex Diana De Silva il ruolo di stazione appaltante, dando così la possibilità a Bracco Real Estate – il cui presidente Pietro Mascherpa, assieme alla stessa Diana Bracco, sono stati rinviati a giudizio per evasione fiscale ed appropriazione indebita – di gestire i soldi dei rhodensi. Una scelta quantomeno azzardata in termini di opportunità politica, ma che dimostra senza ombra di dubbio una certa “convergenza di interessi” tra i poteri pubblici e gli speculatori e affaristi che stanno mettendo le mani sulla città.

Centro Sociale SOS Fornace
sosfornace.org

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