Brucia l’Alfa di Arese mentre domani è attesa una delegazione della regione che vuole trasfromare la destinazione urbanistica

 

Nella notte del 18 maggio e nella mattinata del 19 maggio è stato provocato l’ennesimo incendio doloso ad una delle aziende che sono all’interno dello stabilimento ex Alfa Romeo di Arese, proprio il giorno prima della visita di una delegazione del Consiglio della Regione Lombardia, prevista per venerdì 20 maggio alle ore 11.00, in cui i riflettori saranno puntati sul destino dell’area e dei 60 lavoratori di Innova Service licenziati, che da oltre tre mesi presidiano la portineria.
L’incendio, che è stato alimentato dal combustibile rimasto nei serbatoi delle auto rottamate e compresse trattate dall’azienda, segue di quattro mesi l’incendio doloso che devastò la Greenfluff, azienda che tratta rifiuti all’interno dell’area Alfa Romeo.
Un episodio inquietante visto che la società che tratta le auto rottamate (Rotamfer) era finita sotto inchiesta a settembre dello scorso anno perché coinvolta in un traffico per lo smaltimento di auto non bonificate. Ma l’area in cui continuano a ripetersi questi fatti è anche la zona limitrofa alla nuova collocazione che avrebbe il centro commerciale più grande d’Europa, dopo che ad ottobre del 2010 il consiglio comunale di Rho aveva bocciato l’Accordo di programma che ne variava la destinazione urbanistica e a dicembre la Giunta regionale aveva varato un nuovo iter per l’accordo di programma, escludendo Rho e traslandolo di fatto sugli altri due comuni coinvolti, Arese e Lainate.
E’ molto preoccupante che questi atti mafiosi si ripetano in un territorio in cui la ‘Ndrangheta è fortemente radicata e in particolare sull’area Alfa, legata ad Expo 2015, sulla quale gli appetiti degli speculatori riguardano sia il nuovo centro commerciale, sia la riconversione di parte dell’area industriale in nuovi alberghi e residenziale per migliaia di nuovi abitanti.

 

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