Di inchieste sugli appalti di Expo 2015 e politici rhodensi omertosi

 

 

‘Ndrangheta nelle istituzioni, mafia nei cantieri.

 

La notizia dell’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Milano sull’assegnazione del secondo appalto di Expo 2015, quello per la realizzazione della piastra tecnologica, va letta in relazione al secondo International Partecipants Meeting che si svolge in questi giorni a Milano.

Da un lato, la vetrina scintillante con i delegati di tutti gli Stati che parteciperanno ad Expo 2015 e i rappresentanti delle istituzioni pubbliche a riempirsi la bocca di belle parole sul tema “nutrire il pianeta, energia per la vita”. Dall’altro, la contiguità tra istituzioni pubbliche, grandi interessi privati ed organizzazioni criminali.

Dopo l’appalto assegnato alla C.M.C. di Ravenna, questo aggiudicato dalla Mantovani spa di Venezia è il secondo grande appalto oggetto di un’inchiesta della magistratura. Nel mezzo ci sono stati due provvedimenti di interdizione da parte della prefettura nei confronti, il primo, della società subappaltatrice Elios spa per illeciti ambientali con tentativo di infiltrazione mafiosa (successivamente è stata riammessa perché infondato il presupposto del tentativo di infiltrazione mafiosa) e, il secondo, nei confronti della Fondazioni Speciali spa subappaltatrice nel cantiere per la realizzazione della c.d. sottovia di Pero, questa volta perché dagli elementi in possesso della prefettura è risultata fondata la presenza di infiltrazioni mafiose.

Nel raggruppamento temporaneo di imprese guidato dalla Mantovani spa figura, tra le altre, la Socostramo s.r.l., società controllata dalla Romana Costruzioni di Erasmo Cinque, costruttore romano vicino alla destra della Capitale e promotore della ‘Fondazione della libertà peril bene comune’ del senatore Altero Matteoli e coinvolta in un’inchiesta relativa ai lavori di ristrutturazione della caserma Montebello, un mega appalto assegnato quando il Provveditore alle opere pubbliche per Lombardia e Liguria era Francesco Errichiello, attualmente consigliere per Expo 2015 del Ministro Corrado Passera.

A quanto si apprende in queste ultime ore, inoltre, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’Assessore regionale Zambetti, la ‘Ndrangheta ha tentato di infiltrarsi anche nel comune di Rho coinvolto nella gestione dell’evento del 2015, avvicinando prima delle elezioni comunali del 2011 la lista civica “Gente di Rho” sostenitrice del candidato sindaco della Lega Nord, l’attuale presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti, offrendogli voti certi.

Al di là degli encomi di rito per il rifiuto dell’aiuto malavitoso è assolutamente sconcertante e getta una pesante ombra sulla lista civica Gente di Rho e sulla Lega Nord che un fatto di tale gravità non sia stato denunciato dall’ex assessore al bilancio del Pdl (attualmente consigliere di minoranza) nonché capolista della lista civica Marco Tizzoni.

In merito a tale vicenda il sindaco di Rho Pietro Romano ha affermato che “è inquietante e preoccupante venire a conoscenza del tentativo di infiltrazione criminale nel comune di Rho” ma che “il tentativo è stato correttamente e immediatamente respinto il che dimostra che a Rho vi è una classe politica sana ed impermeabile ad ogni tentativo di infiltrazione criminale“.

A nostro avviso una classe politica sana avrebbe denunciato questo gravissimo episodio, mentre è tipico di una classe politica omertosa rimanere in silenzio.

Alla luce di questa ennesima dimostrazione dell’impossibilità di un Expo “pulito chiediamo una moratoria immediata sugli appalti di Expo per riflettere sull’opportunità di realizzare l’Esposizione universale, quando invece sarebbe un vantaggio per la comunità tutta rinunciare all’evento investendo il denaro pubblico per tutti gli abitanti della metropoli milanese colpiti da questa crisi di cui non hanno responsabilità.

 

Centro Sociale Sos Fornace

No Expo

 

 

 

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