EXPO 2015, CHIUDERE LA FIERA NEI 6 MESI DELL’EVENTO PER RIDURRE TRAFFICO, INQUINAMENTO E COSTI

 

La manovra economica voluta dall’Unione Europea ed approvata dal Governo sarà l’ennesima “macelleria sociale” che colpirà indiscriminatamente le fasce sociali più deboli di questo Paese tagliando diritti, servizi pubblici e cancellando in un sol colpo decenni di conquiste dei lavoratori e delle lavoratrici. Nonostante questo cupo scenario all’orizzonte e i drastici tagli ai trasferimenti agli enti locali, Expo 2015, seppur ridimensionato, rimane ancora in piedi, non viene ancora considerato come spesa superflua. Questo perché ancora molti ci devono guadagnare e soprattutto perché i poteri politici ed economici che governano il territorio non riescono ad immaginare alternative. In primis, Fiera Milano che nei 6 mesi di Expo 2015 utilizzerà parte dei padiglioni del polo espositivo per ospitare manifestazioni fieristiche che non c’entrano nulla con l’evento principale e con il solo fine di aumentare i propri profitti, con conseguente aumento di traffico e inquinamento. A questo proposito è importante ricordare che i Comuni di Rho e di Milano, in occasione dell’approvazione dell’accordo di programma di Expo 2015 hanno approvato delle mozioni che esigono la– con un minore impatto per l’ambiente e il territorio. Sicuramente nei prossimi tempi si cercherà di “dimenticare” quanto approvato dai Comuni che ospiteranno Expo 2015 perché a Fiera Milano interessano principalmente incrementare i dividendi da dare agli azionisti piuttosto che la qualità della vita di chi vive nella nostra città. Proprio per questo, il centro sociale Sos Fornace e il Comitato No Expo vigileranno per garantire i diritti di questo territorio con iniziative di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza. Lungi da noi suggerire modalità con cui salvare il grande evento scippa futuro e fondi pubblici, vorremmo però capire se c’è quanto meno la volontà di chiedere sacrifici a chi se lo può permettere, Fiera in primis.

 

 

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