L’area Expo è inquinata. Il Comune di Milano faccia chiarezza su termini e costi di bonifica e sulla valutazione delle aree

 

Qualche mese fa il fatto che l’area Expo fosse inquinata era solo un nostro timore, basato sul fatto che è adiacente all’area della Fiera in cui per decenni era stata attiva una raffineria. Per questo avevamo presentato un’osservazione all’accordo di programma che sarà sottoposto ai consigli comunali di Rho e Milano, in cui si sottolineava la necessità di bonificare l’area. E proprio nella risposta alla nostra osservazione, di cui abbiamo preso visione solo in questi giorni, emerge che i nostri timori erano fondati: “Al   fine   di   procedere   alla   verifica   di   suolo,   sottosuolo   ed   acque   di   falda   del   sito,   nel   maggio 2010 è stato predisposto un piano d’indagine ambientale preliminare, parzialmente eseguito nei mesi di novembre e dicembre 2010. Poiché dai primi risultati è emersa la presenza di alcuni superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione, per la destinazione d’uso futura è in fase di predisposizione il piano di caratterizzazione ex art. 242 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.” (pag. 77 – Allegato 4 scaricabile al link a fondo pagina)
Ma se ora è chiaro che l’area è inquinata, ancora non è chiaro quali siano le fonti di inquinamento, per quale estensione e a quale profondità. E’ evidente che se una parte consistente dell’area Expo necessitasse di una bonifica, ciò avrebbe una notevole incidenza sia sui tempi sia sui costi di realizzazione del sito Expo. Ed è altrettanto evidente che si aprirebbe di conseguenza un ulteriore problema con i proprietari delle aree (Cabassi e la Fiera) sugli oneri della bonifica e sul valore commerciale di acquisizione delle stesse, anche se prima ancora di verificare se i terreni fossero inquinati, nella predisposizione dell’Accordo di Programma si individuava già nella società di gestione di Expo 2015 il soggetto che si sarebbe dovuto fare carico delle bonifiche eventuali. Una scelta discutibile, soprattutto se si considera che le aree in questione sono state valutate molto al di sopra dell’attuale destinazione d’uso agricola e che a questi costi gli enti pubblici dovranno sommare gli oneri di bonifica.
Ciò che più ci sorprende è che l’area in questione è stata individuata già in fase di candidatura e dopo anni passati a litigare per le poltrone dei consigli di amministrazione della società de gestione di Expo 2015, veniamo a sapere a poche settimane dalla discussione nei consigli comunali sulla variante urbanistica di Expo e a pochi giorni dalla chiusura definitiva della partita di acquisizione dell’area, che stiamo parlando di terreni contaminati e lo veniamo a sapere solo perché il Comune di Milano ha dovuto rispondere ad una precisa osservazione in merito. Non solo, ma veniamo a conoscenza di un fatto senza avere elementi approfonditi a riguardo e lo stesso Comune di Milano sostiene di avere realizzato solo parzialmente l’indagine ambientale predisposta nel maggio del 2010. Dunque attendiamo risposte dal Comune di Milano sulle questioni sollevate e vogliamo capire anche perché queste indagini ambientali non siano state effettuate con il dovuto anticipo, utile a determinare anche i costi di acquisizione delle aree.
Richiesta di chiarimento che porteremo avanti con forza anche in occasione del No Expo Climate Camp che si terrà a Milano dal 17 al 19 giugno, in cui si riuniranno tutte le organizzazioni che hanno a cuore il destino futuro dell’ambiente e del territorio milanese per produrre momenti assembleari, workshop di approfondimento e azioni comunicative sul tema di Expo 2015.

Link alle risposte alle osservazioni: cliccare ultimo allegato a fondo pagina.
http://www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/0/eab8fd3c83fc6293c125764e003362d7?OpenDocument

 

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