Expo 2015. Le nostre proposte per la riduzione del danno

 

Il 30 giugno saremo presenti con un presidio al consiglio comunale su Expo 2015

Domani 30 giugno il Centro Sociale Fornace sarà presente con un presidio al consiglio comunale in cui si discuterà di Expo 2015 e diffonderà in città le proprie posizioni sulle questioni in discussione nei tavoli istituzionali di Expo.

Fermo restando che rifiutiamo la logica dei grandi eventi, dei poteri speciali, della shock economy come motore di uno sviluppo economico, urbanistico e sociale drogato e falsato, come abbiamo già fatto anche in passato, portiamo alcune proposte sui temi in discussione nei tavoli decisionali in questa fase, con lo scopo di ridurre il danno irreversibile che Expo 2015 porterà al nostro territorio.
Ci rivolgiamo al neoeletto consiglio comunale di Rho e al Sindaco affinché la discussione si sposti radicalmente nell’ottica di rendere i 6 mesi di Expo meno caotici e invivibili per la città e per ritrovarsi nel dopo Expo con una rete di servizi per la mobilità pubblica più efficienti e ramificati, evitando il più possibile speculazioni, consumo di suolo e spreco di denaro pubblico.

1 – Il valore dei terreni di Expo e la bonifica
Il Sindaco Romano ha annunciato che il comune di Rho venderà i terreni per fare parte della società Arexpo Spa, di cui sarà socio. Entrare nella società di gestione, dovrebbe servire a consentire di potere seguire direttamente lo sviluppo delle opere di Expo, ma questo potrà accadere solo se fin da subito si chiarisce che Rho non ha firmato una cambiale in bianco.
Perciò chiediamo al sindaco Romano di pretendere che i terreni di Cabassi e di Fiera, proprietari di gran parte delle aree, siano valutati tanto quelli del Comune di Rho, perché Expo non deve essere l’occasione di speculazioni. E chiediamo a Romano di fare luce su quel 40% delle aree sulle quali non è stato possibile fare carotaggi e analisi dei terreni, perché a detta della società Expo 2015, non sono stati messi a disposizione dai proprietari.
Qualora quei terreni risultassero inquinati, come è risultato per il restante 60%, e necessitassero di una imponente bonifica, secondo gli atti allegati all’Accordo di Programma, gli oneri dell’intervento sarebbero a carico della società pubblica di Expo e non delle proprietà. E’ come se stessimo comprando a tutta fretta un auto usata a prezzo del nuovo e il proprietario non ci volesse fare guardare il motore: coi vostri soldi la comprereste? A noi tutta questa fretta di acquisire quei terreni, dopo che si sono persi 3 anni in modo vergognoso a litigare per spartire le poltrone del consiglio di amministrazione, senza fare nulla di concreto, proprio non piace.

2 – No ai 17.000 posti auto sul territorio e alla tangenzialina Alfa – Fiera
Inoltre, prima di procedere a qualsiasi accordo, è necessario che si faccia chiarezza una volta per tutte sulla questione dei parcheggi e sull’accesso al sito, ovvero sul problema della vivibilità nel nostro territorio durante i 6 mesi di Expo. Quanti visitatori ci saranno realisticamente, quanti si stima arrivino a Rho con i mezzi pubblici e quanti in auto e dunque quali infrastrutture si realizzano sul territorio e perché? Il problema dei parcheggi è stato letteralmente spostato e ancora non si è arrivati a una soluzione, ma per la città di Rho è un tema essenziale. Le decine di migliaia di posti auto previsti nella prima fase di progetto a Rho, Baranzate e Arese, non devono essere realizzati. E se non si realizza il parcheggio nell’area Alfa di Arese, allora non serve nemmeno la tangenzialina che attraversa i prati per unire Alfa e Fiera. I parcheggi vanno predisposti lontano dal nostro territorio, lungo le direttrici delle linee ferroviarie e della metropolitana.

3 – Chiudere Fiera durante Expo e utilizzarne gli spazi
Le pretese di Fiera andrebbero ridimensionate anche sul fatto di tenere aperto per i 6 mesi in cui ci sarà l’esposizione universale. E’ chiaro che per il nostro territorio la concomitanza di eventi fieristici all’esposizione universale, raddoppierebbe i visitatori, il traffico, l’inquinamento e lo stress. Perciò bisogna imporre a Fiera, i cui terreni lo ribadiamo vengono strapagati, di chiudere dal primo maggio al 30 novembre 2015 e di non tenere altre manifestazioni fieristiche durante l’evento; gli stessi capannoni di Fiera, potrebbero essere utilizzati per ospitare le manifestazioni legate ad Expo o come base logistica, andando parzialmente ad erodere il consumo di suolo che Expo sta comportando.

4 – No ai nuovi parcheggi di Fiera, per lo sviluppo del trasporto pubblico
I parcheggi di Fiera che sono in area Expo e che dunque verranno cancellati e che Fiera rivendica di ricostruire su altri terreni adiacenti, non saranno più utili né durante né dopo l’esposizione universale, dal momento che la rete di trasporto pubblico che avrà garantito l’accessibilità ad Expo, dovrà essere sufficiente a garantire l’accessibilità alle normali attività del polo fieristico. Gli investimenti vanno indirizzati sullo sviluppo del trasporto pubblico e non sulla rete viabilistica, perché bisogna disincentivare fortemente l’arrivo dei visitatori in auto. Insomma, noi pensiamo che piuttosto di impuntarsi sulla questione del Sempione bis, cioè sulla costruzione di una nuova strada, sarebbe importante impegnarsi affinché si riduca drasticamente l’impatto viabilistico, adeguando per un verso i servizi di trasporto pubblico che rimarrebbero poi al territorio dopo Expo, e limitando per quei 6 mesi le ulteriori sorgenti di traffico aggiuntive all’Expo.

Sfidiamo chi in questi mesi di campagna elettorale in cui abbiamo deliberatamente scelto il silenzio, ci ha definiti come quelli capaci solo di dire “no“, ad entrare nel merito di queste proposte, scegliendo di adottare posizioni politiche che vanno nell’interesse del territorio che dovrebbero rappresentare, anche se questo implicherebbe la situazione scomoda di scontrarsi con Fiera, Cabassi, Regione Lombardia.

 

Articoli Correlati:

  1. Fiera Milano taglia un quarto dei dipendenti. La Fornace e San Precario “inaugurano” un convegno su Expo 2015.
  2. Oggi l’incontro con il Bie. Il Commissario Prefettizio di Rho svende la città agli sciacalli di Expo 2015
  3. Expo 2015, un’opportunità per la ‘Ndrangheta