Il salone del mobile è il salone del lavoro nero

 

 
La più grande Fiera d’Europa è allestita col lavoro nero!

Rho, 17 aprile 2012. A distanza di un anno, dopo la denuncia in occasione del Salone del Mobile dell’aprile del 2011 ( Il Fuorisalone del caporalato ) , non è cambiato niente: la più grande fiera d’Europa è allestita in gran parte con un sistema di subappalti utilizzando il lavoro nero.

Dalle 6 del mattino i caporali passano davanti alla fermata della metropolitana di Rho Fiera e caricano sui furgoni dai vetri oscurati un esercito di migranti senza diritti per dirigersi all’ingresso Cargo della Fiera, dove entrano a centinaia senza alcun controllo, per montare nell’ombra gli stand che fanno da vetrina all’economia italiana.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ma questa volta l’inchiesta pubblicata da Il Fatto Quotidiano (“Lavoro nero, caporalato e nessun diritto L’altra faccia del Salone del Mobile di Milano” )  fa emergere in modo chiaro che la responsabilità di quanto accade è tutta di Fiera, perché è il sistema di gestione degli allestimenti che sembra essere fatto appositamente per favorire il lavoro nero e la speculazione. Emerge infatti che la catena dei subappalti al cui apice sta la controllata di Fiera Nolostand, consente di eludere facilmente un sistema di controlli che è solo di facciata e che si ferma al secondo anello della catena di subappalto, invece assai più lunga.

All’Amministratore Delegato di Fiera Enrico Pazzali, che a parole si dichiara contro il lavoro nero, chiediamo perché l’ingresso in Fiera avvenga senza effettuare tutti i controlli necessari ad eludere l’ingresso dei caporali con i loro schiavi?

Lo scorso anno Pazzali se la cavò licenziando il capro espiatorio, il suo uomo che lavorava all’ingresso della Fiera, ma è evidente a distanza di un anno che la responsabilità non era sua, poiché chi lavora in quella postazione riceve ordini precisi su come gestire gli ingressi.

E Pazzali dovrebbe anche dare spiegazioni sul perché non vengano posti limiti e condizioni vincolanti a monte, restringendo la possibilità di subappaltare i lavori di montaggio degli stand?

E l’altra domanda che facciamo a Pazzali è chi guadagna speculando sulla paga e sui diritti dei lavoratori in nero, prestando il nome della propria società per allungare la catena dei subappalti? Chi c’è dietro a quelle società? Di fronte all’ennesima denuncia di un fenomeno macroscopico e ormai noto a tutti, non è accettabile che nessuno intervenga per fermarlo.

Se le istituzioni, la Fiera, la Polizia e i Carabinieri, che all’interno della Fiera hanno un commissariato e una caserma, non sono in grado di stroncare questo fenomeno, significa che, ammesso che non siano tutti complici, è il sistema stesso che consente di gestire il montaggio degli stand con il lavoro nero.

Per questo chiamiamo in causa anche il Sindaco di Rho, Pietro Romano e il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, affinché, anche in vista di Expo 2015, intervengano direttamente o richiedano a gran voce al Governo una modifica sulle leggi sul subappalto, perché, se è possibile una deroga al Patto di stabilità, allora è possibile anche richiedere una deroga alle regole del subappalto nelle aree di Fiera ed Expo 2015.

Aspettiamo dall’Amministratore Delegato di Fiera Enrico Pazzali una risposta pubblica alle domande che gli abbiamo fatto, oppure in occasione del Salone del Mobile, le stesse domande andremo a fargliele di persona, informando le decine di migliaia di visitatori che affollano la Fiera che quanto vedono è stato costruito con i subappalti, il caporalato, il lavoro nero e lo sfruttamento di centinaia di migranti.

Centro sociale Sos Fornace
sosfornace@inventati.org

 

Comitato No Expo
www.noexpo.it

 
Punto San Precario – Rho Fiera
www.milano-fiera.net

fieramilano@sanprecario.info

 
 

 

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