La ‘ndrangheta o le istituzioni: chi controlla la città di Rho?

 

C’è una partita aperta: il territorio di Rho è controllato dalle istituzioni o è controllato dalla ‘ndrangheta? Come da noi già denunciato ai primi di luglio in un’assemblea pubblica, l’inchiesta del pm Alessandra Dolci che ha portato all’arresto del clan dei Barbaro attivi a Buccinasco e nella Provincia di Milano, esplicita che anche i cantieri edili del nostro territorio sono pesantemente infiltrati dalla ‘Ndrangheta.
Il territorio rhodense, in cui fioriscono decine di cantieri milionari per le grandi (inutili) opere infrastrutturali, legate a Fiera e Tav e in cui presto i cantieri si moltiplicheranno a causa dell’Expo 2015, fa gola alle organizzazioni mafiose, che gestiscono affari nel movimento terra, nello smaltimento illecito dei rifiuti cantieristici e nel caporalato per la gestione della manodopera.
Continuiamo a domandare, senza avere alcuna risposta, quale sia il ruolo del Sindaco di Rho Zucchetti e della sua maggioranza di destra su tali questioni.
E’ noto infatti che tra le competenze della Polizia Locale vi siano anche gli accertamenti in materia edilizia e che dunque il Comune sia in possesso di strumenti di intervento e personale che deve essere organizzato e formato, se si vogliono realmente combattere le organizzazioni mafiose.
Ora che la presenza delle cosche nei cantieri edili non è più soltanto mera denuncia di una parte politica della città, ma è divenuto un fatto consolidato e comprovato, non si può attendere altro tempo per prendere tutti i provvedimenti che possano contribuire a togliere terreno alla mafia per restituirlo ai cittadini e alle istituzioni che li rappresentano.
Ricordiamo che sia per il caso della cava abusiva di via dei Boschi a Pero, sia a Cornaredo per il caso delle cave illegali di rifiuti provenienti dalla Fiera lungo i cantieri della Tav, sono stati fondamentali la denuncia e l’intervento dei cittadini e delle istituzioni locali, senza i quali la mafia avrebbe continuato ad inquinare indisturbata.
Non si può fare un minuto di silenzio quando muore un lavoratore in nero in un cantiere del territorio per poi restare inermi ad aspettare gli eventi nefasti che si succederanno con un lungo e assordante silenzio.
Questo è il momento di esprimersi, di confrontarsi pubblicamente, alla luce del sole, sulle modalità di azione, per poi intervenire e fare il possibile perché non vinca ancora una volta la ‘ndrangheta o almeno perché non vinca senza che la partita non si sia nemmeno giocata.
Basta Zucchetti col giochetto di fare il forte con i deboli e il debole con i forti.
Ci auguriamo che a Rho, città dell’Expo 2015, vi sia nella lotta alla criminalità organizzata una solerzia ancora maggiore di quella dimostrata nel dare la caccia ai Rom, ai migranti che vendono dvd taroccati al mercato, e che ha portato allo sgombero del centro sociale Fornace con un’operazione di Polizia che ha coinvolto centinaia di agenti, proprio come se si trattasse dell’arresto di un boss mafioso.

 

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